Sui bastioni di Porta Volta a Milano, la casa-studio di Luigi Ferrario è una kit-house metropolitana del XXI secolo, che utilizza pilastri cruciformi e travi componibili in alluminio, completamente riciclabili, prefabbricati in officina e assemblabili sul luogo prescelto.
L’edificio risalente al 1899 era un porticato in mattoni e legno costruito lungo quella che fu la Roggia Castello per il carico e lo scarico di botti destinate a un negozio di vini. Nel 1999, un secolo dopo, l’edificio era poco più di un rudere nascosto dietro a grandi pannelli pubblicitari. L’anno seguente ha subìto il primo restauro e i pannelli sono stati tolti dalla facciata e posizionati sopra la recinzione.
Luigi Ferrario subentra nel 2014: ricalibrando il rifacimento interno del manufatto, un unico volume a pianta rettangolare articolato su due livelli, delimitato dalle originarie murature perimetrali, e realizzando la nuova recinzione esterna in corten.
All’interno lo spazio viene aperto il più possibile: al piano terra si susseguono studio di architettura, living e cucina, resi flessibili da partizioni e contenitori mobili, anche su ruote.
Il piano superiore, un soppalco sorretto da travi e pilastrini in ferro, è stato trasformato in un piccolo appartamento, con un soggiorno-biblioteca, una camera da letto, una cabina armadio e un bagno. Sempre in ferro è la struttura a vista che sorregge il tetto, intersecata da lucernari, abbaini e vetrate trasparenti in facciata.
A questo edificio esistente si aggiunge gradualmente un nuovo volume, un’espansione verticale con struttura metallica che si appoggia alla muratura esistente senza toccare la copertura. E Ferrario ha messo a punto l’assetto tecnico-costruttivo dei pilastri a croce in alluminio, profili angolari leggeri da trasportare e imbullonabili in loco, che definiscono la struttura portante del pergolato-telaio, metà anodizzata silver e metà gold, come del resto i profili della struttura in ferro, metà zincata e metà tropicalizzata oro, che dal piano terra sale a sorreggere quella in alluminio.
Il telaio in alluminio ospita pannelli sovrapponibili che costituiscono l’involucro della nuova residenza: tamponamenti opachi, verdi, tradizionali, in materiale lapideo, o tecnologicamente avanzati, schermi Led con immagini fisse o in movimento, per trasformare l’architettura in un canale di comunicazione e promozione pubblicitaria.
Luigi Ferrario Architettura
Luigi Ferrario (1955) si laurea in architettura presso il Politecnico di Torino nel 1978 e nel 1982 consegue il master in restauro architettonico ed ambientale all’università La Sapienza di Roma.
Nel 1981, con la mostra “Dopo l’architettura post -moderna”, fonda a Roma lo studio e galleria Laboratorio Architettura Contemporanea.
Nel 1989 si trasferisce a Milano con il suo studio professionale, che si occupa di progettazione e direzione di opere pubbliche e edifici privati, residenziali e commerciali, in Italia e all’estero.
Ferrario è specializzato nei progetti di restauro e nella direzione lavori di edifici monumentali, sui quali opera avendo come riferimento culturale la moderna Teoria della Conservazione, come è venuta definendosi durante il secolo scorso, con i suoi imprescindili riferimenti alla leggibilità, compatibilità e reversibilità degli interventi.
Ha organizzato convegni e mostre sull’architettura del Novecento e alcuni suoi lavori sono stati esposti alla III e alla IX Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia. Nel 2003 e nel 2009 ha ricevuto due menzioni d’onore al Premio Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana. Nel 2009 il suo restauro del Castello di Legnano (Milano) è entrato nella shortlist dell’Eu Mies Award.
Nel 2010 ha esposto a Venezia, nell’ambito di Culture_Nature, evento collaterale della XII Biennale di Venezia, il prototipo galleggiante di casa sperimentale di alluminio.
Due le pubblicazioni riguardanti le sue opere: “Mies and me” (Skira, 1999), e “Luigi Ferrario-Paesaggi costruiti” (Silvana Editoriale, 2010).