EXPO 2015. LA TRIENNALE DI GERMANO CELANT

21 luglio 2014. Nel Salone d’Onore al primo piano della Triennale di Milano, il Presidente Claudio De Albertis, l’Amministratore delegato Expo 2015 Spa e Commissario unico del Governo per Expo Milano 2015 Giuseppe Sala, l’Amministratore delegato Cassa depositi e prestiti Giovanni Gorno Tempini e Germano Celant (Curatore Arts & Foods e Curatore VIII edizione Triennale Design Museum, Cucina & Ultracorpi) hanno presentato un ulteriore polo culturale ed espositivo della futura versione milanese dell’Esposizione Universale. La varietà dei due progetti espositivi, inoltre, si relazionerà anche con una terza rassegna presente, come di consueto, tra nove mesi: il Salone del Mobile, kermesse internazionale milanese che, l’anno prossimo, aprirà al pubblico il 10 aprile.

Alla presentazione di Arts & Foods ieri in Triennale. Seduti, da sinistra: Giovanni Gorno Tempini, a.d. Cassa depositi e prestiti; Giuseppe sala, a.d. e commissario unico del Governo per Expo 2015; il critico Germano Celant, curatore di Arts & Foods; Claudio de Albertis, presidente della Triennale di Milano 

 

Con un giorno di anticipo, dunque, i battenti di viale Alemagna apriranno le celebrazioni grazie anche a un main partner di progetto trovato nella Cassa depositi e prestiti che coprirà il 50% del budget richiesto: oltre sei milioni di euro (ammontare rientrante nel fondo di 1,3 miliardi di euro stanziati per gli eventi Expo). In conferenza, infatti, a partire dal primo intervento di De Albertis, è stato fatto emergere un tassello inesplorato, mancante forse, di Expo 2015: il ruolo espositivo ed estetico che la Triennale ricoprirà, anticipandolo di alcune settimane, per l’intera durata dell’evento globale.

Per questo motivo 5,3 milioni di euro saranno destinati, per una prima metà (2,5 milioni) alla produzione (prestiti, allestimenti, assicurazioni, trasporti, diritti doganali e via discorrendo) e per la seconda metà (2,8 milioni) alla gestione dei due percorsi espositivi, cifra riservata ai pagamenti gestionali (60 persone al giorno di servizio, vigilanza, guardaroba, manutenzione ordinaria, personale antincendio, utenze e climatizzazione).

La mostra principale, dal titolo Arts & Foods, allestita negli spazi interni ed esterni della Triennale, con 7.000 metri quadrati circa tra edificio e giardino, metterà a fuoco la pluralità di linguaggi visuali e plastici, oggettuali e ambientali che dal 1851, anno della prima Esposizione a Londra, fino ad oggi hanno ruotato intorno al cibo, alla nutrizione e al convivio.

“Un percorso iniziato nel 2011 – sottolinea Germano Celant- alla ricerca di oggetti che non restassero puri ma che acquisissero significato grazie all’inserimento in ambienti, come sale borghesi e sale futuriste, ad esempio. Contenitori, allestimenti atti a fornire al grande pubblico un’ambientazione che abbiamo ricercato nella cucina anni Cinquanta così come in luoghi storici noti, basti pensare a Theo van Doesburg e al Cafè de l´Aubette a Strasburgo, del 1927″.

Guarda il video della presentazione

 

Una panoramica mondiale sugli intrecci estetici e progettuali che hanno riguardato i riti del nutrirsi e una mostra internazionale che utilizzerà opere, interventi, ambientazioni, installazioni, sculture, design, manufatti antropologici e fotografia, così da offrire un attraversamento temporale, dallo storico al contemporaneo, di molteplici livelli di espressività, creatività e comunicazione espressi in diverse aree culturali.

Con una prospettiva stratificata, Arts & Foods, grazie anche all’allestimento dello Studio Italo Rota, documenterà gli sviluppi e le soluzioni adottate per relazionarsi al cibo, dagli strumenti di cucina alla tavola imbandita e al picnic, dalle articolazioni pubbliche di bar e ristoranti ai mutamenti avvenuti in rapporto al viaggio per strada, in aereo e nello spazio, alla progettazione e presentazione di edifici dedicati ai suoi rituali e alla sua produzione. Il tutto apparirà intrecciato alle testimonianze di artisti, scrittori, registi, grafici, musicisti, fotografi, architetti e designers che, dall’Impressionismo e dal Divisionismo alle Avanguardie storiche, dalla Pop Art alle ricerche più attuali, hanno contribuito allo sviluppo della visione e del consumo del cibo.

Al primo piano, sottolinea il curatore genovese, “la mostra verrà dedicata ad opere e ambienti facenti parte del periodo storico tra il 1851 e il 1960, raccogliendo talvolta case intere, come quelle tratte dai progetti di Prouvè e proponendo, addirittura, oggetti da taglio costruiti dalle culture cannibaliche, per sezionare e rendere commestibili determinate parti del corpo umano. Al secondo piano, invece, verrà presentata al pubblico la sezione che si estenderà dal 1960 al 2015, periodo in cui gli intrecci lasciano da parte i confini fra le discipline e diventano parte di una territorialità composta da molti paesaggi. Qui oggetti e opere, dai pesci di Gehry all’Atelier van Lieshout, da Fluxus ad Oldenburg, prenderanno parte in magma storici, diventando macro-insiemi dalle molteplici letture da parte del grande pubblico”.

Durante l’incontro, inoltre, è stato presentato in anteprima il progetto di Cucina & Ultracorpi, sempre a cura di Germano Celant ma in collaborazione con Silvana Annicchiarico. Per l’ottava edizione del Triennale Design Museum il tema di Expo Milano 2015 è stato portato a raccontare un’ulteriore specificità di progetto. Sempre sulla scia dei due piani dedicati al rapporto tra rituali del cibo ed espressioni estetiche legate ad essi, il percorso al TDM si svilupperà attorno alla lenta quanto inesorabile trasformazione degli strumenti tradizionali della cucina in macchine e automi.

Ecco dunque spiegata la definizione di Ultracorpi che connoterà fantascientificamente l’intero allestimento voluto, nuovamente in collaborazione con Italo Rota. Un´armata d’invasori che, da metà del XIX Secolo con l´avvento dell´industrializzazione, è dilagata arrivando a sostituire molte pratiche del cucinare. L´intento è di ripercorrere l´evoluzione di cucine ed elettrodomestici in Italia, dalla prima emergenza documentabile fino al 2015, anche in relazione a episodi della progettazione Internazionale e dell´industria estera.

 

Ginevra Bria

 

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