Architettura della memoria

Il solido scultoreo del mausoleo del martirio dei villaggi polacchi a Michniów nella Polonia centro-meridionale, progettato da Nizio Design International, ricorda l’eccidio di un intero villaggio in Polonia nel luglio del 1943.
Il team guidato da Mirosław Nizio aveva vinto nel 2009 il primo premio nel concorso organizzato dal Museo della battaglia di Kielce. «Guardando le fotografie storiche del villaggio prebellico di Michniów con le sue casette, i suoi abitanti, le scene di vita quotidiana, abbiamo sentito che stavamo interagendo con qualcosa di completo, con il ritmo naturale della vita. A sua volta, guardando le fotografie del 1943, vedendo il dramma umano, la morte, le case in fiamme, abbiamo toccato la storia dolorosa, sperimentato le emozioni che accompagnano la rottura violenta della linea della vita. Abbiamo sentito questa distruzione pervasiva e crescente. Questo processo è servito come impulso per la progettazione» spiega l’architetto.

 

Il museo è circondato dalla Foresta della memoria, un luogo in cui le croci fanno pensare al sacrificio di centinaia di vittime. Il museo fa vivere ai visitatori i momenti dell’eccidio sia attraverso la struttura che con l’esposizione, ph. ©Marcin Czechowicz.

 

Dopo 12 anni, il mausoleo – un museo dall’architettura ideato per rendere i visitatori partecipi della tragedia e creare una scenografia d’impatto – è stato ufficialmente aperto nel 78° anniversario del giorno in cui duecento persone furono giustiziate, la maggioranza di esse arse vive all’interno delle abitazioni e dei fabbricati rurali completamente dati alle fiamme. Un atto punitivo compiuto dai tedeschi che, in due sole giornate, il 12 e il 13 luglio 1943, annientò un’intera comunità.

 

Il museo copre nel suo complesso più di 16.000 mq. La forma dell’edificio è stata determinata dal desiderio di unità tra l’architettura progettata e la narrazione storica, ph. ©Marcin Czechowicz.

 

Visto dall’esterno, dai suoi prospetti nord e sud, l’edificio del mausoleo fa pensare a casette di legno di campagna disposte una dietro l’altra. In primo piano, in effetti, il mausoleo assomiglia a una casa rurale. I segmenti successivi alla prima parte dell’edificio trasmettono invece la drammaticità degli eventi: il solido sembra rovinato come in seguito a un incendio, si deforma e si frantuma progressivamente. La struttura di cemento è segnata da fratture, tagli, lacerazioni che generano emozioni e tensione.

 

Una casa-capanna, simile alle abitazioni in cui vivevano le vittime, si deforma con aperture e passaggi che rappresentano la tragedia che hanno vissuto, ph. ©Marcin Czechowicz.

 

La luce raggiunge l’interno dell’edificio attraverso le fessure tra gli 11 segmenti; a seconda dell’ora del giorno e della stagione, modella la zona della mostra permanente, situata nelle parti chiuse e aperte dell’edificio. Passando attraverso le parti successive dell’edificio, i visitatori si trovano di fronte a rovine carbonizzate. I materiali che dominano all’interno sono il cemento, l’acciaio, il legno delle vecchie capanne e dei fienili.

 

La struttura di cemento è segnata da fratture, tagli, lacerazioni che rappresentano il dramma vissuto dalla popolazione locale durante la seconda guerra mondiale, ph. ©Marcin Czechowicz.

 

Nizio Design International ha progettato sia l’architettura sia l’esposizione permanente: la coerenza di queste due narrazioni è un grande valore del progetto, che è stato apprezzato in tutto il mondo già nella fase di ideazione e costruzione. Sia l’architettura sia l’interno del mausoleo, così come la mostra permanente, sono un simbolo della repressione che colpì i villaggi polacchi durante la seconda guerra mondiale e le occupazioni nazista e sovietica.

 

Il processo di distruzione e di annientamento della seconda guerra mondiale ha stimolato Nizio Design International nel creare l’architettura e la mostra che. ospita, ph. ©Marcin Czechowicz.

 

Alla fine del “viaggio”, dopo aver percorso tutte le sezioni espositive, lo sguardo si apre sulla Foresta della memoria. Una foresta simbolica fatta di croci che all’orizzonte svaniscono amalgamandosi agli alberi della foresta naturale. 817 sono le croci dislocate su tutta l’area che interessa l’edificio e ognuna di esse dedicata a un villaggio.

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