BOLOGNA, DA CERSAIE A OPEN CERSAIE

Cersaie, il salone internazionale della ceramica per l’architettura e dell’arredobagno, cambia nome e volto e diventa Open Cersaie, una nuova idea di esposizione basata sulla contaminazione e sull´apertura a nuovi mondi di riferimento. Cambia anche il logotipo e viene creato un pittogramma per dare all’evento un’idea di brand aperto alle sfide competitive odierne. 

Immutata invece la sede, Bologna, che dal 23 al 27 settembre prossimi ospiterà produttori, architetti, progettisti, contractor, rivenditori, privati e centinaia di espositori italiani e stranieri.

Non cambiamo i pilastri delle iniziative della manifestazione: il programma di incontri di architettura Costruire Abitare Pensare, le missioni di progettisti stranieri di Cersaie Business, gli incontri di design e lifestyle dei Café della Stampa, le dimostrazioni pratiche e teoriche della Città della Posa, le mostre tematiche che declinano l’Italian Style e gli incontri con i consumatori finali per la riqualificazione degli spazi di Cersaie Disegna la tua Casa.

Render con vista dall´alto del quartiere fieristico di Bologna (render Di Gregorio Associati Architetti)

 

Il carattere aperto della manifestazione è facilitato dalla città, che da tanti anni ospita la manifestazione: una città informale, amichevole e aperta, che anche quest’anno, per la quinta volta, ospiterà Bologna Design Week 2019.

Bologna Design Week 2019

Dal 23 al 28 settembre la città ospiterà anteprime, mostre, workshop, concorsi, proiezioni e visite guidate. Tra gli appuntamenti, da ricordare il progetto espositivo Esprit Nouveau: le nouvel esprit des couleurs selon Le Corbusier, promosso da Gigacer e con il patrocinio della Fondation Les Couleurs Le Courbusier. Si tratta di una riflessione sul senso del colore nelle opere del grande maestro.

In collaborazione con Corvino Produzioni, design talk e incontri animeranno Piazza Verdi racconta, agorà che riunisce i principali attori della cultura nel gioiello architettonico della piazza, durante la rassegna estiva curata da Marcello Corvino nell’ambito del Village Piazza Verdi coordinato da Coop. Le Macchine Celibi.

Via Zamboni diventerà un living lab di sperimentazione con il progetto Le Cinque Piazze, un workshop di co-progettazione e autocostruzione per prendersi cura della zona universitaria riconfigurando in modo temporaneo lo spazio pubblico. 

Le conferenze di Costruire, abitare, pensare

Sarà l’architetto argentino Emilio Ambasz, precursore dell’architettura green, uno degli ospiti del programma culturale Costruire, abitare, pensaredi Cersaie 2019. La conferenza si terrà giovedì 26 settembre alla Galleria dell´Architettura. Lo stile distintivo di Ambasz è una celebrazione della tecnologia unita al desiderio del ritorno alla natura, che descrive come “il verde sul grigio”.

Costruire, abitare, pensare parteciperanno anche Dominique Jakob e Brendan MacFarlane. I due architetti, dello studio parigino Jacob+MacFarlane, saranno ospiti con una conferenza che si terrà sempre alla Galleria dell’Architettura (data da definire). Jacob e MacFarlane esplorano l’utilizzo della tecnologia digitale come strumento concettuale e mezzo di produzione, utilizzando nuovi materiali per creare ambienti più flessibili.

In data da destinarsi, ospite sempre di Costruire, Abitare, Pensare ci sarà l’architetto cileno Felipe Assadi.

Nasce Archincont(r)act, la nuova area tematica di Cersaie

L’evoluzione del prodotto ceramico e dell’arredobagno, unito alla crescente importanza dell’edilizia non residenziale declinata nelle sue diverse forme, ha portato Cersaie a creare una nuova area tematica: Archincont(r)act. Un nuovo spazio espositivo che si affianca agli altri esistenti che già caratterizzano il Salone.

La denominazione del nuovo spazio nasce da un gioco di parole, che mette al centro il contract. Obiettivo è mettere in contatto l’architettura e il mondo del contract, italiano e internazionale, affinché Cersaie possa diventare uno dei luoghi privilegiati di questa relazione, sviluppando una progettualità alta che possa trovare tra gli espositori i fornitori di quei materiali e quelle soluzioni utili per questi progetti architettonici. In riferimento finale all’actvuole sottolineare la tensione al fare tipico del Salone.

Archincon(r)act, il cui allestimento avverrà nella mall del Padiglione 29, si estenderà su una superficie di 700 metri quadrati, costruita mediante due ali espositive che confluiscono al centro in uno spazio conferenze e champagneria. Questi i nomi degli studi che parteciperanno a questa prima edizione: Archilinea (Sassuolo), Caberlon Caroppi Italian Touch Architets (Milano), Genius Loci Architettura (Milano), Iosa Ghini Associati (Bologna), Joy-Design (Amburgo, Germania), Mario Cucinella Architects (Bologna), Noa Network of Architetcure (Bolzano), Studio Bizzarro Galimberti (Ravenna), Studio Marco Piva (Milano) e The Hickson Design Partnership (Londra, Gran Bretagna).

 

 

Emilio Ambsaz

Tra i suoi progetti di architettura figurano il Grand Rapids Art Museum in Michigan, vincitore del 1976 Progressive Architecture Award; la “Casa de Retiro Espiritual” a Cordoba, in Spagna, vincitrice del Progressive Architecture Award del 1980; e il Conservatorio del Centro botanico di San Antonio in Texas, vincitore del 1985 Progressive Architecture Award, del 1988 National Glass Association Award per l´eccellenza nel design commerciale e del 1990 Quaternario Award. Ha vinto il primo premio nel concorso 1986 per il piano urbano per la torre Eschenheimer a Francoforte, in Germania. La sua Banque Bruxelles Lambert a Losanna, in Svizzera, ha ricevuto il 1983 Annual Interiors Award. Ha conseguito numerosi brevetti di progettazione industriale e meccanica, e la sedia Vertebra, disegnata insieme a Giancarlo Piretti, è inclusa nelle Collezioni di design del Museum of Modern Art e il Metropolitan Museum of Art di  New York.

Tra le onorificenze, ha ottenuto la Honorary Fellowship presso l´American Institute of Architects, la Medaglia ISA 2014 per la Scienza dell´Istituto di Studi Avanzati dell´Università di Bologna e la Honorary International Fellow al Royal Institute of British Architects. Ha vinto tre volte il Compasso d´Oro.

 

 

 

Dominique Jacob e Brendan MacFarlane

Dominique Jakob, membro dell’Accademia Francese di Architettura, si è laureata all´Ecole d´Architecture Paris-Villemin dopo aver conseguito una laurea in Storia dell´arte presso l´Université de Paris I. Ha insegnato presso la medesima università Paris-Villemin e la Paris-Malaquais School of Architecture, alla Special School of Architecture e al Los Angeles Southern California Institute of Architecture.

Brendan MacFarlane, nato in Nuova Zelanda e diplomato al Southern California Institute of Architecture di Los Angeles, ha conseguito il master alla Harvard Graduate School of Architecture di Boston. Ha insegnato alla Bartlett School of Architecture di Londra, alla Architectural Association di Londra, alla Special School of Architecture di Parigi e al Southern California Institute of Architecture di Los Angeles.

I loro progetti principali includono il Ristorante Georges all’interno del Centre G. Pompidou a Parigi (2000), la ricostruzione del teatro di Pont-Audemer in Normandia (2001), la biblioteca Florence Loewy Books di Artists in Paris (2001), I Docks di Parigi (2008), il Cube Orange (2010) e la sede di Euronews a Lyone (2014).

A maggio 2019 hanno vinto due progetti nell’ambito del concorso internazionale di architettura “Reinventing Cities”, lanciato nel 2017 da C40, il network globale di metropoli costituito per affrontare il climate change: Living Landscape a Reykjavik e Odyssée Pleyel a Saint Denis.

 

 

Felipe Assadi

Felipe Assadi è nato a Santiago del Cile nel 1971, si è laureato in architettura alla Finis Terrae University e ha conseguito un master in Architettura della Pontificia Università Cattolica del Cile. Nel 1999, ha ricevuto il Young Promotion Award dalla Chilean Architects Association, assegnato al miglior architetto cileno under 35. Dal 2011 è preside della facoltà di Architettura e Design dell´Università Finis Terrae. Ha insegnato in diverse università cilene e straniere, come l´Istituto Tecnologico Superiore di Monterrey e l´Università Autonoma di San Luis Potosí in Messico, l´Università Pontificia Bolivariana e l´Università delle Ande in Colombia e infine allo Iuav di Venezia.

Il suo lavoro si sviluppa tra Cile, Messico, Guatemala, Perù, Porto Rico, Venezuela, Stati Uniti, Ecuador e Colombia. Quattro monografie parlano di lui, oltre a numerosi articoli sulle più importanti riviste specializzate internazionali. Il filo conduttore dei suoi lavori è l’utilizzo di materiali economici, facili da reperire, da trasportare, che possono essere smontati e assemblati in poco tempo. Tra le sue opere più innovative, la “Casa Remota”, in Cile, una casa di 80 metri quadri che si può montare e smontare in sole sie ore di lavoro e la “Casa 20×20”, sempre in Cile, basata sulla modulazione di una piastrella di ceramica 20cm x 20cm.

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