Il designer che ha ispirato Apple

Inaugura venerdì 18 novembre e rimarrà aperta fino al 12 marzo la mostra Dieter Rams: Modular World, una selezione di elettrodomestici e pezzi di arredo progettati dal leggendario designer tedesco esposti al Vitra Schaudepot recentemente inaugurato nel campus Vitra di Weil am Rhein.

Agli oggetti in mostra, tra cui la celebre “bara di Biancaneve” (il radio-giradischi Braun SK55 che divenne famoso per il suo coperchio trasparente in plexiglass) e il sistema di scaffalature universali 606 si aggiunge materiale storico e una videointervista in cui Rams espone i suoi famosi 10 principi del buon design industriale, riassunti nelle caratteristiche di semplicità, onestà e lunga durata dei suoi progetti.

«Anche nella nostra civiltà usa-e-getta il buon design dura molto a lungo perché non cerca di essere alla moda e perciò non risulta mai superato» affermò Rams ben prima che il termine “sostenibilità” diventasse una parola sulla bocca di tutti.

Radio-giradischi SK55. Photo: Andreas Sütterlin

 

Dal 1955 al 1997 Rams diresse lo studio di progettazione interno della Braun, realizzando elettrodomestici che sono stati anche fonte di ispirazione per il design dei computer e dei devices di Apple, ma meno noto è il fatto che fin dal 1957 iniziò a progettare anche elementi di arredo.

In questo campo disegnò prevalentemente per Vitsoe, che ancor oggi produce i suoi progetti. Rams spiega che considerava molto importante il design di sistemi di arredo perché, ancor più dei prodotti Braun, attraverso i progetti dei mobili poteva esprimere la sua idea di come dovesse essere “attrezzato” il mondo e del modo in cui le persone dovessero vivere in ambienti artificiali.

«Da questo punto di vista, ogni pezzo d’arredo è anche un progetto per un certo tipo di mondo e di stile di vita».

Programma di sedute 601/02 (RZ 60). Photo: Christoph Sagel, courtesy: Appel design gallery, Berlino

 

Basato sul criterio del “meno, ma meglio”, il design di Dieter Rams si distingue per minimalismo e semplicità, sia estetica che funzionale, la cui compatibilità ambientale risiede nella capacità di durare a lungo nel tempo: ancor oggi ad esempio chi possieda un 606 Universal Shelving System prodotto nel 1962 può aggiungervi moduli fabbricati oggi.

lo showroom Vitsoe di Francoforte nel 1971, Photo: Ingeborg Kracht Rams

 

Dieter Rams, i 10 principi del buon design

 

  1. Il buon design è innovativo, ma deve svilupparsi in tandem con l’innovazione tecnologica senza mai essere fine a se stesso
  2. Il buon design progetta prodotti utili, secondo criteri funzionali e dal punto di vista psicologico ed estetico
  3. Il buon design è bello, perché i prodotti che usiamo nella vita di ogni giorno influenzano la nostra persona e il nostro benessere, Ma solo oggetti ben realizzati possono essere belli
  4. Il buon design realizza prodotti intuitivi, ne rende chiara la struttura o meglio ancora, li fa parlare.
  5. Il buon design è onesto, non tenta di far sembrare un prodotto più innovativo o più efficace di quello che è e non cerca di manipolare il consumatore con promesse che non può mantenere.
  6. Il buon design non si vede: i prodotti sono degli strumenti, non sono né oggetti decorativi né opere d’arte, perciò devono risultare il più possibile neutri, per lasciare libera espressione all’utente.
  7. Il buon design dura a lungo, evita le mode e perciò non risulta mai superato – anche nella nostra epoca dell’usa-e-getta
  8. Il buon design si sviluppa fino all’ultimo dettaglio, nulla deve risultare arbitrario o lasciato al caso. L’attenzione in fase di progetto dimostra rispetto verso il consumatore.
  9. Il buon design è compatibile con l’ambiente, non consuma inutilmente risorse finite e minimizza l’inquinamento fisico e visivo attraverso il ciclo di vita del prodotto
  10. Il buon design è meno design. Meno ma meglio, per concentrarsi sugli aspetti essenziali liberandosi di tutto ciò che è inutile. Bisogna tornare alla purezza, tornare alla semplicità.

(da Sophie Lovell, Dieter Rams. As Little Design as Possible, 2011)

Radio world receiver T 1000. Photo: Andreas Sütterlin

 

Dieter Rams. Modular World

 

 

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