Tra i numerosi interventi pubblici e privati che hanno riportato Milano nelle classifiche internazionali dei luoghi da visitare, la Nuova Darsena è forse il più importante. Ma paradossalmente il grande successo di pubblico come luogo della movida cittadina rischia di nascondere il valore urbanistico, architettonico e storico del progetto di Edoardo Guazzoni, Paolo Rizzatto e Sandro Rossi.
Inaugurata lo scorso anno a ridosso dell’apertura di Expo, la Nuova Darsena porta a conclusione una lunga elaborazione avviata con il progetto di concorso del 2004 e un tormentato sviluppo punteggiato da sospensioni e rinvii, compreso il definitivo abbandono dell’idea iniziale di costruirvi un parcheggio interrato. Oltre a riportare l’acqua in città e a creare un vasto spazio pubblico fruibile in svariate modalità, il progetto della Nuova Darsena ridisegna, mettendo insieme in maniera unitaria episodi urbani e funzionali affatto differenti nello spazio e nel tempo, un brano di città. Che grazie all’esame e al lavoro di recupero filologico di preesistenze prima celate è possibile rileggere anche in chiave storica. Acqua, sistemi idraulici e infrastrutturali, progetto di paesaggio e architettura in senso lato fanno oggi riemergere l’antico rapporto di Milano con il suo territorio, ovvero i caratteri fondativi stessi della città.
Una foto storica della darsena dove sono visibili le mura cinquecentesche |
LE MURA CINQUECENTESCHE
Perse le originarie ragioni militari e fino alla loro demolizione, le mura arginavano il bacino. Demolite agli inizi del Novecento, il progetto ha recuperato e conservato quanto di esse oggi sopravvive sotto il livello dell’acqua e ne ha riaffermato il carattere monumentale con un nuovo argine murato che disegna la sponda nord della darsena verso viale D’Annunzio con due passeggiate sovrapposte, scandito e integrato da terrazze, gradonate, scale e rampe, luoghi di sosta e ristoro, stalli e magazzini di servizio a formare la strada di accesso da piazza XIV Maggio verso Piazza Cantore a ovest. Dove sorgeva il baluardo a sperone delle mura cinquecentesche, caposaldo della forma urbana, vi è il raccordo tra le banchine: proteso verso il bacino, che costituisce il luogo centrale da cui è possibile percepire contemporaneamente tutti gli elementi che si dispongono sulle sponde da Porta Ticinese a piazza Cantore.
Il sistema di rampe e ponti della Nuova Darsena foto©Leo Torri |
LA DEFINIZIONE UNITARIA DEL GRANDE LUOGO URBANO PERVASO DALL’ACQUA
In prossimità di Piazza XXIV Maggio, ampliata e resa pedonale, la costruzione in acciaio, vetro e legno di un nuovo mercato comunale si affaccia sul bacino con un percorso ombreggiato che fronteggia i navigli. Nuove passeggiate spondali disegnano la complessiva unità di questo luogo. Sul piano costruttivo il tema conduttore dell’intervento si riconosce nel rapporto fra il carattere murario delle sponde (pietra e mattoni) e l’aspetto tecnico (acciaio, vetro e legno) delle dotazioni fisse di servizio.
Le sistemazioni a verde, nel loro insieme, costituiscono ulteriore elemento di definizione. Gruppi di querce sono stati collocati agli ingressi dell’area. Un filare di bagolari (celtis australis) è stato disposto sulla sponda di viale Gorizia, fronteggiando il filare esistente di viale D’Annunzio. Filari di platani hanno completato le sistemazioni neoclassiche di piazza di Porta Ticinese. Una vegetazione palustre è stata prevista a ovest, nell’area a giardino prossima a piazza Cantore.
La struttura del nuovo mercato comunale di Piazza XXIV Maggio foto©Leo Torri |
IL NUOVO PORTO DI MILANO
Lo specchio d’acqua è stato complessivamente ampliato nella sua estensione. Tutte le sponde sono state attrezzate per l’approdo di imbarcazioni turistiche e sportive.
In piazza XXIV Maggio è stato riportato alla luce il trecentesco ponte delle Gabelle, mentre lungo il corso del Ticinello una porzione di sponda ribassata forma un approdo interno a piazza di Porta Ticinese.
In prossimità di piazza Cantore le nuove sistemazioni a verde fiancheggiano l’acqua sino a giungere alla zona dove i resti archeologici sono ravvicinati e maggiormente visibili: qui, dall’alto di un ampio terrazzo che scandisce l’inizio delle nuove opere murarie e di arginamento prossime a viale D’Annunzio, si osservano i resti del cavaliere cinquecentesco, la curvatura del muro spondale ottocentesco, l’area corrispondente all’assito ligneo del fondale quattrocentesco, e ancora le tracce dei basamenti murari spagnoli. Un nuovo ponte pedonale metallico collega le due sponde conformando il nuovo porto come una grande corte d’acqua. La storica Conca di Viarenna, una chiusa che superando il dislivello altimetrico permetteva la navigazione lungo la cerchia interna dei Navigli, è stata restaurata e ricostruita nel suo sbocco. A fianco della sede dei Marinai d’Italia infine è stata conformata la zona destinata al vero e proprio lavoro portuale e agli alaggi delle imbarcazioni.
Vista nottura del ponte che collega le due sponde in prossimità di Piazza Cantore foto©Leo Torri |
Paesaggio tecnico e funzionale come parte costitutiva della città: questo era la Darsena e questo riafferma il progetto della Nuova Darsena, adeguandolo agli usi contemporanei e ampliando quel processo di integrazione con il tessuto urbano mai del tutto risolto in passato ma sempre affrontato. Emblematica ed esemplificativa da questo punto di vista la porta di Cagnola, presidio orientale del bacino: costruita con motivazioni pratiche, come ponte per scavalcare il corso del Ticinello, la sua ragion d’essere risiede però nella monumentalità della sua architettura che dimostra l’intento di risolvere una questione complessivamente urbana.
Infine, riportando l’acqua in città la Nuova Darsena ricollega Milano con le terre che l’acqua attraversa e rimanda a una condizione territoriale della città, non più compresa all’interno dei suoi limiti amministrativi ma realmente metropolitana.
Vista della Darsena verso Porta Cagnola foto©Leo Torri |