Il Pritzker Prize 2021 ad Anne Lacaton e Jean-Philippe Vassal

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I francesi Anne Lacaton e Jean-Philippe Vassal, dal 1987 alla guida dell’omonimo studio di progettazione Lacaton & Vassal, sono i vincitori del Pritzker Architecture Prize 2021. Dopo la vittoria della coppia irlandese formata da Yvonne Farrell e Shelley McNamara nel 2020, il Premio Pritzker viene assegnato a un altro duo europeo, fautore di un’architettura rigenerativa ed ecologica.

 

Anne Lacaton e Jean-Philippe Vassal, ©Laurent Chalet.

 

Attraverso la progettazione di residenze, istituzioni culturali e accademiche, spazi pubblici e sviluppi urbani, Lacaton & Vassal attuano una continua ricerca rispettando il costruito, le risorse materiali e i bisogni reali delle persone.
Ricorrenti nella loro carriera sono gli alloggi sociali e i centri culturali, progetti tipicamente a basso budget. In particolare la rigenerazione delle vecchie case popolari degli anni Sessanta-Settanta viene compiuta attraverso interventi sulla facciata di cemento che aumentano la metratura di ogni appartamento e soprattutto ne migliorano radicalmente la vivibilità, con la creazione di ampie terrazze.

 

Latapie House 1993, Floirac, ©Philippe Ruault.

 

«Una buona architettura è aperta, aperta alla vita, aperta per migliorare la libertà di chiunque, dove ognuno può fare ciò di cui ha bisogno. Non dovrebbe essere autoriale o imponente, ma qualcosa di familiare, utile e bello, con la capacità di sostenere silenziosamente la vita che si svolgerà al suo interno» afferma Anne Lacaton.

 

Casa a Bordeaux 1999, ©Philippe Ruault.

 

«Il nostro fare architettura consiste nel risolvere problemi quotidiani e nel trovare spazi che possano creare usi, emozioni e sentimenti. Alla fine di questo processo e di tutto questo sforzo, ci deve essere leggerezza e semplicità, poiché tutto ciò che è stato prima era complesso» continua Jean-Philippe Vassal.

 

53 Unità, Low-Rise Apartments, Social Housing 2011, Saint-Nazaire, ©Philippe Ruault.

 

Anne prosegue spiegando un punto fondamentale del lavoro dello studio: «La trasformazione è l’opportunità di fare di più e meglio con ciò che già esiste. La demolizione è una scorciatoia, una decisione troppo facile. È uno spreco di molte cose: uno spreco di energia, uno spreco di materiale e uno spreco di storia. Inoltre, ha un impatto sociale molto negativo. Secondo noi è un atto di violenza. Non vediamo mai la preesistenza come un problema. Siamo andati in luoghi dove gli edifici avrebbero dovuto essere demoliti; abbiamo incontrato persone e famiglie attaccate alle loro abitazioni anche quando la situazione non era delle migliori. Il più delle volte erano contrari alla demolizione perché desideravano rimanere nel loro quartiere.
È una questione di gentilezza, occorre attivare un processo di osservazione, avvicinarsi al luogo con occhi nuovi, attenzione e precisione, per capire i valori e le carenze e per vedere come possiamo cambiare la situazione mantenendo tutto i valori già presenti
».

 

École Nationale Supérieure d’Architecture de Nantes 2009, ©Philippe Ruault.

Secondo la giuria, presieduta da Alejandro Aravena (Pritzker Prize 2016), il loro modo di fare architettura è quindi «radicale nel suo delicato approccio alla progettazione, che bilancia perfettamente tecnologia ed ecologia, nel completo rispetto dell’ambiente costruito. Un’architettura forte nelle sue forme come nelle sue convinzioni, trasparente nella sua estetica come nella sua etica».

 

Site for Contemporary Creation, fase 2, Palais de Tokyo 2012, ©Philippe Ruault.

 

Lacaton & Vassal hanno fondato nel 1987 il loro studio di progettazione a Parigi. Hanno completato oltre 30 progetti in tutta Europa e in Africa occidentale.

Tra le opere più significative figurano anche la Cap Ferret House (Cap Ferret, 1998), 14 case sociali per Cité Manifeste (Mulhouse, 2005); il Pôle Universitaire de Sciences de Gestion (Bordeaux, 2008); appartamenti per 53 unità (Saint-Nazaire, 2011), un teatro polifunzionale (Lille, 2013), il progetto Ourcq-Jaurès di alloggi sociali e per studenti (Parigi, 2013); un progetto di edilizia sociale di 59 unità a Jardins Neppert (Mulhouse, 2014-2015); un edificio residenziale e per uffici a Chêne-Bourg (Ginevra, 2020).

 

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