Da oggi al 29 marzo, in occasione del centenario della nascita, Triennale Milano presenta I quaderni di Giancarlo De Carlo.
Obiettivo della mostra, che ha per oggetto i quaderni, finora mai esposti al pubblico, che De Carlo inizia a tenere in modo sistematico dal 1966, è quello di raccontare a un pubblico ampio, non solo di addetti ai lavori, un grande Maestro dell´architettura attraverso le sue stesse parole:
«Quando anni fa sono andato a Roquebrune per vedere lo studiolo che Le Corbusier si era fatto nell´alberghetto dove andava in vacanza, ero rimasto soprattutto colpito dalle fotografie ingiallite e dai ritagli di giornale che l´albergatrice aveva puntato alle pareti dell´ingresso.
Si vedeva il personaggio mitico, ben noto per orgoglio e arroganza, che giocava a carte o a bocce con la gente umile del paese, seduto a un tavolo al sole che beveva una limonata, che usciva dal mare – con le gambe curve e i fianchi un poco cadenti – e si asciugava al sole. Era diventato umano e si capiva che spesso era stato gradevole perché era profondamente buono. La bontà, dopotutto, esige molto rigore e perciò può essere scostante e qualche volta – per chi non riesce a sopportare il peso – cattiva» (Lettera di Giancarlo De Carlo a Lica Steiner, Milano, 28 febbraio 1986).
I 16 quaderni in mostra, custoditi e trascritti dalla figlia Anna De Carlo, restituiscono riflessioni personali, resoconti di viaggio, appunti progettuali e rapporti con amici e colleghi – evidenziando una corrispondenza speculare tra l´archivio privato e gli archivi pubblici di De Carlo – l´archivio di studio, custodito presso l´Università Iuav di Venezia, ma anche la rivista Spazio & Società, Progetto Kalhesa, le pubblicazioni per Il Saggiatore e l´Ilaud.
Pagina dopo pagina, il tratto inconfondibile della calligrafia di De Carlo, la presenza di schizzi, la scelta e l´utilizzo di supporti differenti per la scrittura, l’ampio utilizzo del collage e del “pop-up” danno vita a un vero e proprio progetto grafico.
Su una grande mensola che corre lungo le pareti dello spazio espositivo sono presentati gli esemplari originali dei quaderni e una selezione di estratti, cui sono associati, come note visive, materiali provenienti dagli archivi. Una raccolta di riproduzioni delle pagine più interessanti è presentata in forma di pubblicazione a disposizione del pubblico. Inoltre da una postazione sono recitati ad alta voce, dal vivo, a cadenza regolare dei passaggi tratti dai quaderni.
Al centro della sala viene rievocato, stilizzato e trasformato in supporto allestitivo dinamico, il salotto di Casa Sichirollo – realizzata da De Carlo per se stesso e gli amici Livio e Sonia Sichirollo a Romanino nei pressi di Urbino. Nella mostra, questo ambiente crea uno spazio di seduta ideale per la fruizione del materiale esposto e in grado di accogliere incontri e lecture.
Giancarlo De Carlo a Terni |