INAUGURATO IL SCHAUDEPOT VITRA

A metà tra luogo di esposizioni museali, mostre temporanee e deposito di conservazione degli oggetti della collezione, il Schaudepot Vitra, il secondo edificio del Campus disegnato da Jacques Herzog e Pierre de Meuron dopo la Vitrahaus del 2010, combina l’aspetto sobrio di un edificio industriale con le funzioni di deposito museale e allo stesso tempo di esposizione permanente aperta al pubblico.

All’esterno la forma semplice richiama il concetto arcaico di casa: tetto a doppia falda, che come ricorda Jacques Herzog funziona da millenni ed è una forma molto forte proprio per la sua semplicità, una facciata in mattoni clinker tagliati a metà e del tutto priva di finestre, una sola porta che si apre su un podio sopraelevato rispetto al terreno aperto circostante. 

I mattoni della facciata, spezzati in opera, rendono dinamica la superficie dell’edificio e lo portano a dialogare, per contrasto o continuità, con le levigate superfici di cemento della vicina stazione dei pompieri di Zaha Hadid e con i laterizi usati da Álvaro Siza per i padiglioni della produzione e per la sua Promenade.

L’aspetto esteriore sobrio, funzionale anche alla conservazione (in ogni museo una finestra è una finestra di troppo) riflette il valore culturale degli oggetti conservati al suo interno.

La sala principale al piano terra del Schaudepot è caratterizzata da un’austera struttura a griglia di tubi luminescenti a soffitto. Qui si trovano anche l’area per le esposizioni temporanee – in corso fino al 17 novembre quella dedicata al design radicale degli anni Settanta –  nonché la zona d’ingresso con un negozio. Un terzo ambito comprende ambienti di servizio e una caffetteria e collega l’edificio con il laboratorio di restauro, la biblioteca e gli uffici del Vitra Design Museum.

 

la sala principale del Schaudepot. Foto © Vitra Design Museum, Mark Niedermann

 

Una grande finestra nella sala principale si apre sul piano sotterraneo e rende visibili gli ulteriori depositi della collezione. Quest’asse visivo mette in luce l’idea di fondo dell’edificio: la collezione del museo, con il Schaudepot, cresce fino ad emergere in superficie, ove ottiene una propria zona espositiva; i magazzini già esistenti nei sotterranei vengono tuttavia mantenuti, ampliati e fanno parte anche dell’allestimento complessivo.

il Schaudepot Lab al piano inferiore. Foto © Vitra Design Museum, Mark Niedermann

 

Davanti al Schaudepot si trova uno spazio pubblico rialzato, che integra l’edificio nel complesso architettonico del Campus.

Con la costruzione del Schaudepot si inaugura anche un secondo ingresso al Campus Vitra sul lato sud e un nuovo spazio pubblico che include anche l’edificio di Zaha Hadid. Questo ingresso è facilmente raggiungibile a piedi dal centro di Weil am Rhein ed è raccordato al collegamento tranviario per il centro di Basilea, inaugurato nel 2014.

La Promenade Álvaro Siza collega l’edificio all’ingresso nord del Campus, alla VitraHaus e al museo di Frank Gehry. La torre a scivolo di Carsten Höller, che si trova a metà strada, funge da segnavia e permette la veduta sull’intero complesso del Campus Vitra, che comprende anche edifici e opere d’arte di SANAA, Tadao Ando, Álvaro Siza, Nicholas Grimshaw, Renzo Piano, Richard Buckminster Fuller, Claes Oldenburg e Jean Prouvé.

Al Vitra Schaudepot anche la ricostruzione dello studio di Charles Eames. Foto © Vitra Design Museum, Mark Niedermann

 

La collezione

Avviata nel 1980 dal fondatore del museo, Rolf Fehlbaum, la collezione di mobili venne trasferita al Vitra Design Museum nel momento della sua fondazione nel 1989. Da allora la raccolta è stata arricchita, oltre che da Fehlbaum, dai direttori museali Alexander von Vegesack (dal 1989 al 2010), Mateo Kries e Marc Zehntner (dal 2011), ed è oggi tra le più vaste al mondo nel suo genere.

Il nucleo principale del Vitra Design Museum consiste in un fondo di circa 7.000 arredi e complementi, che include quasi tutte le epoche e i protagonisti principali del design dal 1800 ad oggi.

Un secondo fulcro importante è la collezione di lampade con più di 1.000 oggetti luminosi fra cui opere di Gino Sarfatti, Achille Castiglioni, Serge Mouille e Ingo Maurer. Fanno inoltre parte della raccolta modelli di architettura, tessuti, elettrodomestici e oggetti d’uso quotidiano così come un vasto archivio di circa 100.000 documenti fra cui numerosi lasciti importanti, ad esempio di Charles & Ray Eames, Verner Panton e Alexander Girard.

La presentazione nel Schaudepot è divisa in tre settori: la sala principale al piano terra (1.600 mq) accoglie un’esposizione permanente di circa 430 pezzi fondamentali per il design del mobile, tra cui rari progetti di Gerrit Rietveld, Alvar Aalto, Charles & Ray Eames e Ettore Sottsass, oltre ad oggetti, prototipi e modelli sperimentali meno conosciuti o anonimi. La selezione rispecchia i punti focali e i pezzi più importanti della collezione museale, ma offre allo stesso tempo un’ampia introduzione alla storia del design del mobile – a partire dalle innovazioni stilistiche e tecniche fino ad arrivare al mutamento sociale rispecchiato dai singoli oggetti.

tre oggetti della collezione permanente. Da sinistra, Charles e Ray Eames, DAX/Plastic Armchair, AShell, Fiberglass Chair, 1948-1950; Ettore Sottsass Jr, libreria Carlton, 1981; Josef Hoffmann, No. 670, Sitzmaschine 1905. Foto © Vitra Design Museum, Juergen Hans

 

Informazioni esaustive riguardo agli oggetti sono a disposizione su un catalogo digitale, a cura di Janna Lipsky, accessibile da smartphone.

Le illustrazioni degli ulteriori aspetti della collezione al piano sotterraneo trattano approfondimenti tematici e permettono uno sguardo dietro le quinte del museo, dove operano conservatori e curatori (Susanne Graner, direttore, e Serge Mauduit, curatore insieme a Jolanthe Kugler).

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