L’Arche, sulle vestigia delle miniere il centro culturale di Villerupt

Nel Grand-Est della Francia, vicino al confine con il Belgio e il Lussemburgo, per quanto piccolo il comune di Villerupt è probabilmente noto a molti italiani perché molti vi emigrarono per lavorare nelle miniere di ferro.
Insieme al vicino comune lussemburghese di Esch-sur-Alzette e ad altre piccole comunità della valle, nel 2022 Villerupt aveva vinto la candidatura a Capitale Europea della Cultura.
Insieme all’idea di riqualificare una vasta area un tempo occupata dalle attività minerarie oggi abbandonate, il dossier di candidatura aveva previsto la costruzione di un nuovo centro culturale, affidando il progetto di architettura allo studio parigino K Architectures di Karine Herman and Jérôme Sigwalt.

 

Ph. ©Guillaume Amat

 

Completato nel 2022, L’Arche è costruito ai piedi di un muro monumentale che funzionava da parete di contenimento dei minerali estratti, prima che venissero trasportati verso le vincine fonderie. A mimarne la sproporzione, la forma massiccia dell’edificio risponde con la stessa potenza al grande muro posto alle sue spalle, mentre le bucature ad arco richiamano la struttura a nido d’ape di una vicina costruzione industriale, oltre ad apparire come una lontana citazione del Colosseo, a richiamare l’impronta ‘italiana’ che quattro generazioni di lavoratori hanno impresso alla zona.

 

Ph. ©Guillaume Amat

 

Retta da alti colonnati, una copertura a singola falda priva di sporgenze si eleva verso il retro dell’edificio configurando una quinta facciata la cui texture fa pensare a una scalinata. Come quella – nelle parole dei progettisti – di Villa Malaparte, pur se incongruamente affacciata su un panorama affatto diverso da quello dell’isola di Capri.

L’inclinazione sembra far scivolare in avanti, verso piazza Nino Rota, l’intero edificio, fermato solo dal colonnato dell’ingresso, che introduce alla hall animata da un bar-ristorante e da uno spazio per eventi temporanei. Gli ambienti interni, che si succedono attraversando pareti aperte ad arco, includono un cinema con 147 posti, una galleria, un fablab e un vasto auditorium in grado di accogliere fino a 1.140 persone.

 

Ph. ©Guillaume Amat

 

Collocata al centro, la scala che conduce al livello dell’auditorium si presenta come un’opera monumentale e insieme ai grandi chandelier concavi e convessi sospesi trasforma l’atrio in un ambiente molto scenografico.

La palette dei colori si ispira al paesaggio della zona, nei toni sfumati del grigio, mentre gli altri spazi sono sbiancati con una finitura opaca, come se una polvere di bianco di Meudon li avesse coperti.

 

Ph. ©Guillaume Amat

Crediti

  • Località Villerupt
  • Committente Consorzio dei Comuni dell’Alta Val d’Alzette
  • Progetto architettonico K Architectures (Emilie Bourdier, project manager architect)
  • Scenografia Changement a Vue
  • Strutture Batiserf
  • Acustica Altia
  • Fluidi Area Etudes Nantes
  • Bonifiche Burgeap
  • Qualità ambientale Area Canopée
  • Slp 3.272 mq
  • Costo 11,9 milioni di euro
  • Cronologia 2016-2022
Sezione longitudinale (©K-Architectes).

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