Messina 2030

Da sempre Messina è città nuova. Per vicende storiche o naturali, più che di stratificazioni la storia urbana è fatta di demolizioni e ricostruzioni. Più del catastrofico terremoto del 1908 poterono gli interventi del XIX secolo, con l’avvento della ferrovia, a separare la città dal mare, per secoli fonte di ricchezza data la posizione privilegiata lungo le rotte che collegavano l’Oriente con il Nord, tanto da guadagnarsi l’appellativo di città del Levante. Ridisegnando una superficie complessiva di 860mila metri quadrati lungo un fronte di più di due chilometri prossimo al mare, da sud fino a ciò che rimane della Real Cittadella costruita dagli spagnoli sulla falce nel 1681, il piano coordinato da Favero&Milan Ingegneria cerca oggi di ricostruire nell’ottica del XXI secolo questo rapporto interrotto.

Render del centro polifunzionale previsto nell´area più a nord del piano, tra la Cittadella e la Stazione Marittima (©UFO)

Due gli elementi che danno un senso concreto al progetto di UFO: la costruzione del porto turistico Marina di Santa Cecilia, rivolto sia ai residenti sia ai turisti, che richiamerà investimenti con un effetto di trascinamento sulle aree vicine; e il futuro trasferimento dell’approdo dei traghetti provenienti da Villa San Giovanni a Tremestieri. Organizzato su sei grandi aree di intervento, l’intero progetto, che prevede diverse densità volumetriche, conta su un sistema dei parchi fortemente riconoscibile nelle sue varie funzioni e articolazioni, con dossi e terrazzamenti che filtrano le zone edificate da una parte e la spiaggia attrezzata e protetta dall’altra. A nord, nell’area compresa tra la Real Cittadella e la Stazione Marittima, i due edifici del centro servizi polifunzionale, pensati secondo i principi dell´architettura bioclimatica, sono i più riconoscibili del piano: una torre per uffici e servizi di 87 metri d´altezza e l´auditorium con 600 posti, acquario e museo del mare, in un parco a terrazzamenti utile anche per isolare la zona dai fasci ferroviari. Il linguaggio architettonico del complesso definisce un nuovo landmark urbano e nuove forme di interazione con il pubblico, con il verde che circonda e “entra” nel centro. Più a sud, i 48mila mq di slp prevista per il quartiere Cittadella ridisegnano l´area ferroviaria racchiusa tra i terminali di Viale Europa e Via Santa Cecilia. Un sistema di terrapieni, giardini pensili e piazze sopraelevate servirà a superare la frattura urbana causata dai binari. 

Render del porto turistico Marina di Santa Cecilia e del quartiere VerdeAbitare che potrà sorgere alle sue spalle (©UFO)

Adiacente al nuovo porto turistico, il quartiere VerdeAbitare prevede lo sviluppo a bassa densità di 24mila mq di ville urbane. Maggiore intensità edificatoria si raggruppa invece intorno a Piazza Europa, una piazza verde interamente pedonale prevista su sedimi ferroviari dismessi come prolungamento verso il mare del Viale Europa. Verso sud, la porzione più ampia del masterplan (143mila mq di slp) definisce infine un sistema urbano integrato nella città esistente, alla quale si incerniera con blocchi, ad andamento longitudinale, trasversali a Via La Farina, in un’alternanza di pieni e vuoti ottenuta con interruzioni, tagli, gradonature e arretramenti che privilegiano le visuali sullo Stretto e la relazione con il mare. Un sistema a densità variabile, maggiore verso la città, con piani terra degli edifici a destinazione commerciale, e via via più bassa verso il mare. Tetti giardino integrati ai gradoni del sistema parco ricostruiscono anche qui una naturalità del luogo, lasciando intatta anche per successivi sviluppi immobiliari la nuova relazione con la natura che il masterplan si propone di creare.

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