Un intervento di architettura del paesaggio dall’alto valore simbolico che evoca, nelle forme e nei materiali, metafore legate al mondo della natura. La flora del Parco Nazionale del Pollino è ricca di specie arboree e comprende decine di endemismi di alto valore scientifico, tra cui il pino loricato, diventato ormai simbolo del parco, un vero fossile vivente che sopravvive alle più alte quote.
Il progetto intende evocare, tramite l’uso di forme e materiali, metafore legate al mondo della natura, per realizzare un edificio che si integri con armonia nel paesaggio e che allo stesso tempo, data la sua valenza, ne costituisca un punto di riferimento. Evitando mimesi naturalistiche che finiscono, per forza di cose, per limitare le possibilità espressive.
L’edificio diventa così un gesto di land art, simbolo e punto di riferimento per il Parco, che nasconde al suo interno la stessa intimità dei luoghi ameni e selvaggi di questo territorio e ne favorisce la lettura. L’involucro, completamente rivestito da tronchi di legno tra 15 a 50 cm di diametro, rappresenta una rilettura dei manufatti presenti sul luogo, le cataste di tronchi.
Le relazioni con l’ambiente si completano con quelle con gli abitanti e il saper fare: il rivestimento in tronchi nascerà con il coinvolgimento di falegnamerie locali e capacità artigianali proprie. Dal punto di vista ambientale, l’uso di tronchi di scarto provenienti dal Parco stesso fa del nuovo centro polifunzionale di Campotenese un edificio a Km zero.