Ostriche e eco-turismo, un progetto di Chat Architects in Thailandia

In Italia ci sono i trabucchi, antichi sistemi per la pesca in mare senza uscire in acqua. Sono invece poco al largo ma senza reti, usati per coltivare e raccogliere le ostriche nelle acque calme della baia, i padiglioni diffusi lungo le coste della Thailandia oggi in progressivo abbandono perché poco remunerativi e perché via via le famiglie si trasferiscono in città.

Con materiali poveri e l’autocostruzione dei pescatori rimasti, oggi il giovane studio di Bangkok Chat Architects, fondato da Chat Chuenrudeemol, ne ha costruito uno nella baia del villaggio di Angsila, a un’ora di strada dalla capitale thailandese.

 

©W-Workspace

 

L’Angsila Oyster Scaffolding Pavilion Project, vincitore del World Architecture Festival nella categoria Building Beauty, valorizza l’umile mestiere dei pescatori di ostriche trasformandosi in un’infrastruttura ecoturistica: qui i pescatori accompagnano i turisti in piccoli gruppi e li aiutano a raccogliere le ostriche dall’oceano per poi mangiarle direttamente sul posto: cibo realmente a ‘chilometro zero’ che concilia la coscienza ambientalista e il desiderio di ‘autenticità’ dei turisti con la tradizionale attività economica dei residenti.

 

Ph. ©W-Workspace

 

Quando non ci sono turisti, il padiglione diventa un luogo di incontro, relax e di pesca amatoriale per gli abitanti.

Come le impalcature tradizionali e oggi quasi scomparse, il padiglione è fatto di materiali poco costosi: tronchi di bambù conficcati direttamente sul fondo dell’acqua, canne tenute insieme con corde e vecchie cinture di sicurezza scartate a reggere teli agricoli di colore rosso che ombreggiano e filtrano la luce diretta del sole lasciando passare le brezze marine.
Di tronchi di bambù anche per la pavimentazione del padiglione, dove appoggiarsi per consumare ostriche fresche appena pescate.

©Chat Architects

Chat Architects

Chat Architects è un giovane studio di architettura di Bangkok che nella propria attività si concentra sullo studio delle tipologie vernacolari di strada, letteralmente chiamate ‘Bangkok Bastards’, che diventano il punto di partenza concettuale e pratico per i progetti dello studio, radicati a livello locale.

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