È stato inaugurato a Gressoney Saint Jean, Aosta, il Rifugio Carlo Mollino, un’architettura alpina realizzata su modello del progetto Casa Capriata firmato dall’architetto torinese per la X Triennale di Milano del 1954 (ne avevamo già parlato qui).
Promosso del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino e dal Comune di Gressoney Saint Jean, l’ambizioso progetto di ricerca rende concreta a distanza di sessant’anni un’opera incompiuta di Carlo Mollino con l’intento di evidenziare il valore e l’attualità del progetto originario come manifesto dell’innovazione tecnologica e della prefabbricazione edilizia.
L´iniziativa è stata strutturata come progetto di ricerca con la firma del protocollo d’intesa fra i partner istituzionali – Ordine Architetti della Regione Autonoma Valle d’Aosta, Ordine Architetti Provincia di Torino, Fondazione Ordine Architetti di Torino, Federazione Interregionale degli Architetti P.P.C. del Piemonte e della Valle D´Aosta, Regione autonoma Valle d’Aosta, Comunità montana Walser, Agenzia Casaclima, Triennale di Milano – e i partner tecnici, tra i quali figurano Saint Gobain Isover Italia, Laterlite, Hoval Italia, Artigo Rubber Flooring, Velux, Idrocentro/Unimetal, Rheinzink, Thermal Technology, Abet, Armalam, Geberit, Bticino, Iguzzini, Zanotta.
Responsabile scientifico del progetto sperimentale è l’architetto Guido Callegari del Dipartimento di Architettura e Design (DAD) che ha coordinato lo sviluppo del progetto insieme al gruppo di ricercatori del Politecnico di Torino DAD composto dai docenti Liliana Bazzanella e Elena Tamagno con gli architetti Alessandro Mazzotta e Mario Sassone, l’Ufficio tecnico della Comunità montana Walser – alta Valle del Lys e l’Ufficio tecnico del Comune di Gressoney Saint Jean.
Raggiungibile a piedi, con gli sci o tramite la seggiovia, il Rifugio Carlo Mollino è stato realizzato sulle piste del Weissmatten, a quota 2050 mt, in prossimità del padiglione da tè della Regina Margherita di Savoia, storica architettura in legno originariamente ubicata presso il Castello Savoia e trasferita in quota negli anni ’50.