Cerimonia di posa della prima pietra oggi a Lubowa, presso Kampala, dell’International Specialized Hospital of Uganda (Ishu), complesso ospedaliero d’avanguardia disegnato dalla società di progettazione integrata milanese Progetto Cmr.
Secondo quanto riportato dal portavoce della Presidenza ugandese, la realizzazione dell’Ishu – che a livello sanitario sarà gestito, almeno nella fase di avvio, dall´Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo – permetterà al governo di risparmiare oltre 180 milioni di dollari che lo Stato spende in media ogni anno per sostenere le cure all’estero dei suoi cittadini.
Il complesso, che sorgerà su un’area di circa 300.000 mq, sarà costituito da 9 edifici, che oltre l’ospedale per 250 posti riservati alle degenze e più di 100 posti riservati alle attività di day hospital, comprendono strutture di supporto come residenze per medici e infermieri, una scuola di formazione, un centro congressuale, hotel e aree commerciali.
Le soluzioni architettoniche che caratterizzano il progetto sono ispirate alla massima attenzione verso il paziente: gli edifici, dalle altezze contenute, seguono le curve naturali del terreno, minimizzando l’impatto sulla natura e permettendo anche a chi usufruirà del centro di godere sempre della vista migliore da ogni angolazione. Il design delle facciate è un ulteriore richiamo al contesto circostante, grazie all’utilizzo di pietra del luogo e all’inserimento di particolari motivi decorativi intrecciati che rimandano a motivi tipici della cultura locale.
All’esterno predominano tinte tenui e delicate a contrasto con i colori della terra, mentre gli spazi interni si illuminano di luci, materiali e arredamenti colorati, allontanandosi dall’immaginario tipico degli ospedali, spesso concepiti come spazi impersonali e senza anima, avvicinandosi più ad abitazioni o a spazi ricettivi, dove pazienti e parenti posso godere di maggiore privacy e luoghi di incontro. L’esterno diventa un elemento determinante per rilassarsi anche nella malattia, godendo dei balconi e del parco che circonda il complesso. Il risultato è un’ambiente a misura d’uomo, elegante ed accogliente.
Dal punto di vista tecnologico e impiantistico, il complesso è stato progettato seguendo i criteri dettati dal Gbc in tema di sostenibilità, per ridurne i consumi e massimizzare le risorse rinnovabili a disposizione in loco. A questo proposito sono previste pompe di calore ad alta efficienza per la produzione di caldo e freddo, pannelli fotovoltaici e tetti verdi in copertura e sistemi di riciclo dell’acqua piovana.
«Sono orgoglioso di questo progetto – afferma Massimo Roj, presente alla cerimonia del groundbreaking – il risultato che vediamo oggi è il frutto di un intenso lavoro di squadra che ha unito professionalità diverse e che mi auguro possa dare un contributo davvero importante a questo meraviglioso continente e affermare sempre di più il Made in Italy».
La posa della prima pietra oggi a Lubowa; nella foto a destra, Massimo Roj, a.d. di Progetto Cmr con il presidente dell´Uganda Yoweri Museveni |