Il molo di Gadsden, a Charleston, era il principale porto di sbarco delle navi cariche di schiavi che dall’Africa giungevano nel Nord America. Proprio qui, in corrispondenza di questo molo costruito nel 1767, sorgerà lo Iaam, l’International African America Museum. Ci sono voluti vent’anni, ma alla fine, lo scorso 21 gennaio, è stata posata la prima pietra del futuro edificio.
Il museo, progettato dallo studio internazionale di architettura Pei Cobb Freed & Partners di New York, racconterà le storie delle migliaia di schiavi che hanno messo piede sulle coste della Carolina del Sud e dei loro discendenti.
Lo Iaam è sospeso da terra e sorretto da 18 colonne cilindriche (credits Pei Cobb Freed & Partners)
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Render del piano terra con vista dalla scala (credits Pei Cobb Freed & Partners) |
«Il molo di Gadsden non è solo il luogo giusto per raccontare questa storia, ma è un terreno sacro – ha dichiarato Henry N. Cobb – La sfida progettuale che abbiamo raccolto aveva l’obiettivo di costruire su questo luogo senza occuparlo».
La risposta è un’opera di architettura che, oltre a realizzare uno spazio della memoria, si rapporta con il paesaggio marino che fronteggia, incorniciato dal molo e dal futuro memoriale.
Il museo, sospeso da terra e sostenuto da 18 colonne cilindriche, si svilupperà su un solo livello di 130 metri di lunghezza per 25 di larghezza.
Le lunghe pareti del complesso saranno rivestite in mattoni color giallo pallido, mentre le pareti vetrate, con la vista sull’Atlantico a est e il centro città a ovest, saranno incorniciate dal legno africano in mogano sapele.
Le colonne di sostegno, così come alcune pavimentazioni, verranno trattate con un rivestimento tradizionale con finitura anticata.
La vista sull´Atlantico (credits Pei Cobb Freed & Partners)
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Render dell´esterno dello Iaam: la progettazione paesaggistica è di Walter Hood (credits Pei Cobb Freed & Partners) |
Ad eccezione di due nuclei di servizio che avvolgono la scala centrale, l’intero piano terra rimarrà aperto, a rappresentare il cuore della memoria collettiva del luogo.
Sul lato est dello spazio, che si affaccia sul porto e sull’Oceano, uno specchio d’acqua riflettente indicherà il punto esatto d’attracco delle navi cariche di schiavi. Su quello opposto la pavimentazione in granito delimiterà lo spazio riparato dedicato a spettacoli e manifestazioni all’aperto.
La progettazione paesaggistica, con l’African Ancestors Memorial Garden, porta le firma dell’architetto Walter Hood: un’area verde che abbraccia l’intero sito, il cui confine orientale è l’oceano sterminato.
Oltre alle mostre sulla storia e la cultura delle popolazioni afroamericane, tutte progettate da Ralph Appelbaum Associates, lo Iaam, nei suoi circa 3.900 metri quadrati ospiterà anche un centro di ricerche storiche e un laboratorio per la giustizia sociale.
La fine dei lavori è prevista per la fine del 2021.
Render dello Iaam con vista serale dal molo (credits Pei Cobb Freed & Partners)
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La cerimonia della posa della prima pietra (courtesy Office of Representative Joe Cunningham) |