Forse non tutti sanno che Mikhail Saakashvili, presidente della Georgia, parla di Michele De Lucchi come del suo architetto. E lo sta interpellando per immaginare la nuova veste delle principali cittá del paese, come nella storia fu fatto dai piú illuminati uomini di potere con gli architetti vicini allo spirito del tempo che, in seguito alla prestigiosa investitura, poterono dare la loro impronta a un´epoca e un sentire progettuale. Lo fece Pericle con Fidia suggellando le vestigia della Grecia classica nella nuova acropoli di Atene; lo fece Traiano con Apollodoro, realizzando il grandioso complesso dei Fori e dei Mercati traianei; e ancora Federico da Montefeltro con Francesco di Giorgio Martini e Federico II Gonzaga con Giulio Romano, che consegnarono al mondo gioielli rinascimentali come Urbino e Mantova. E ancora in tempi piú recenti cosí si comportó un altro politico delle grandi imprese come Juscelino Kubitschek, presidente del Brasile, che commissionó a Oscar Niemeyer la costruzione dal nulla della nuova capitale Brasilia.
Ha radici nella cultura classica la spinta al rinnovamento per mezzo delle arti, che mira a consolidare il consenso intorno alla nuova immagine dell´autoritá. Spinta che si rintraccia oggi nel governo georgiano per affrancare la nazione da un passato di governo sovietico, che aveva imposto a cittá come Tbilisi imponenti architetture dell´anonimato.
Sul finire del 2003 alla Rivoluzione della Rose seguí una fase di transizione caratterizzata dal rigetto e dal conseguente abbandono dei simboli del passato regime. Michele De Lucchi racconta la situazione di Batumi, capoluogo della Regione Autonoma di Adjara: “Anche la costa é disseminata da alti edifici, tra l´altro tutti abbandonati e alquanto inquietanti perché chi li ha occupati nel periodo subito successivo all´indipendenza se ne é andato portando via tutto, porte, lavandini e finestre comprese: il tempo e la cattiva qualitá di costruzione hanno fatto poi il resto e oggi non rimane in piedi altro che lo scheletro, anch´esso corroso dal vento e dall´umiditá.”
Il presidente e l´architetto De Lucchi si conoscono in occasione del concorso per la riqualificazione del Rikhe, un quartiere inutilizzato in prossimitá del centro storico di Tbilisi. Il progetto del team De Lucchi, Chipperfield e Freyrie-Pestalozza non vince, ma il Presidente rimane cosí colpito dall´arditezza espressiva della torre a zigzag, centro del masterplan, da volerla a tutti i costi per il progetto di una nuova torre a Batumi, questa volta proprietá di una compagnia di real estate, un gruppo di investitori costituitosi nel 2006 tra le prime imprese edili private a mettere le mani sulla cittá. Proprio una di quelle torri anonime, alienanti nella reiterazione indistinta del modulo in facciata, sta per essere trasformata nella dinamica, ?futuristica? e scioccante torre dell´hotel Medea, cosicché i georgiani facciano spontaneamente il confronto tra il vecchio rudere, un gigante socialista abbandonato all´incuria, e il nuovo Medea della nuova Georgia.
All´interno della generale riqualificazione del lungomare di Batumi, che il governatore della regione autonoma di Adjara sta cercando di trasformare nella localitá turistica piú rinomata della Georgia, il Radisson Medea é in costruzione su un lotto di terreno incastrato nella maglia ortogonale che caratterizza il tessuto urbano; ne é derivata una pianta romboidale, il cui sviluppo verticale, non rettilineo ma a zigzag su tutti i fronti, disegna facciate continue, sinuose e aerodinamiche, pur essendo formate da tradizionali moduli retti. Nata dal concetto della sovrapposizione sfalsata di volumi in cemento e acciaio, una struttura tradizionale che va incontro a esigenze di budget si unisce ad un rivestimento continuo in vetro a doppia pelle di forte impatto scenico. Adattandosi alle variazioni di inclinazione della struttura a blocchi sfalsati, nel progetto originario di De Lucchi il rivestimento avrebbe ricavato delle verande completamente trasparenti, da cui ammirare il lungomare e le montagne retrostanti. L´intercapedine della doppia pelle vetrata, dalla funzione protettiva oltre che estetica, avrebbe garantito la ventilazione naturale generando un microclima ideale anche per la crescita di giardini interni, e offrendo ai visitatori un´eccellente alternativa residenziale durante i periodi di pioggia frequenti a Batumi. Il Medea avrebbe ospitato un hotel 3 stelle nei piani inferiori e un complesso di appartamenti duplex con verande private da una certa quota in poi. Sennonché il successo del progetto andó a discapito dell´idea originaria: la committenza volle trasformarlo in hotel a 4 stelle, eliminando le residenze e aggiungendo una serie di servizi, come casinó e ristoranti di lusso. La necessitá di aumentare il numero delle camere impedí purtroppo anche la realizzazione delle logge.
Nonostante le esigenze di profitto peró, il Medea in costruzione mantiene il suo impatto simbolico, monumento all´indipendenza e all´orgoglio nazionale. Il valore del simbolo infatti é sintetizzare un concetto, valido in se stesso e indipendente dal contesto esterno, paesaggio o ambiente in cui si trova: il Medea, come gli altri progetti georgiani di Michele De Lucchi, é privo di una facciata principale diversa dalla altre, cosicché appare come un oggetto a grande scala, riconoscibile da qualunque lato si guardi. Se la progettazione architettonica sfocia in quella del prodotto, allora le vetrine e librerie che De Lucchi disegna per Design Gallery sembrano proprio le maquette dell´hotel Medea.
Project leader: Michele De Lucchi
Progetto: Architetto Michele De Lucchi, Freyrie & Pestalozza Architetti Associati
Collaboratori: Marcello Biffi, Laura Parolin, Andrea Saita, Sang Yeun Lee
Ingegneria: Dizayn Grup, Istanbul
Data inizio progetto: 2006
Data fine progetto: 2009
Realizzazione: in corso, completamento previsto per il 2011
Luogo: Batumi (Georgia)
Committente: Adjara Resort JSC, Development Solutions LLC
Area del lotto: 3.300 mq
Area lorda (21 piani fuori terra e 1 piano interrato): 25.600 mq
Altezza del complesso: 77 m