A Bologna, nei nuovi spaz di Vrums-Virtual Reality Art Rooms, dal 23 al 26 gennaio Vitruvio Virtual Museum presenta “What if. La riproducibilità tecnica nell’epoca dell’opera d’arte”, a cura di Eleonora Frattarolo.
L’esposizione raccoglie quattro esperienze virtuali e il lavoro totalmente inedito “What if”, indagine artistica sulle emozioni umane basilari, con scenografie iperreali dominate dai quattro elementi: aria, terra, fuoco, acqua.
L’installazione indaga le potenzialità e lo sviluppo della realtà virtuale in campo artistico, cinematografico e scientifico attraverso opere che riproducono realtà passate o future e mondi immaginari. Apparentemente libera, l’esperienza virtuale di What if è in realtà governata da una regia occulta in cui tutto segue una logica precisa, a parte le emozioni individuali, i ricordi e le paure che inducono in ogni soggetto la scelta di un percorso.
Synapse di Enrico T. De Paris |
Le altre opere sono il labirinto a struttura molecolare Synapse di Enrico T. De Paris, già esposto alla Triennale di Milano; Casa DO UT DO, realizzata per la Fondazione Isabella Seràgnoli su un disegno di Alessandro Mendini con stanze di Alberto Biagetti, Mario Cucinella, Riccardo Dalisi, Michele De Lucchi, Stefano Giovannoni, Alessandro Guerriero, Massimo Iosa Ghini, Daniel Libeskind, Angelo Naj Oleari, Terri Pecora, Renzo Piano, Claudio Silvestrin, Nanda Vigo; Leggero – Tributo a Freak Antoni, uno degli artisti italiani più sovversivi della storia musicale del nostro Paese. L’esperienza di realtà virtuale immersiva interagisce con la scultura in marmo di Carrara realizzata dello scultore Daniele Rossi che ritrae Freak Antoni all’interno di un sanitario dotato di razzi: attraverso la realtà virtuale i razzi vengono attivati e il visitatore compie un viaggio su Bologna fra le note di Ludovico Einaudi e i versi di Le onde leggero, delicata e sorprendente poesia dello stesso Antoni.
Disegno di Alessandro Mendini per CASA DO UT DO. Sotto, in Leggero – Tributo a Freak Antoni i razzi del sanitario su cui è seduto il musicista portano il visitatore in viaggio sopra Bologna |
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La quarta opera virtuale infine è Casa Malaparte, già presentata nel 2015 alla Bologna Design Week. Il mare, i mattoni rossi, la vista sui faraglioni, la lunga scalinata che conduce al tetto e alla mitica vela bianca dietro la quale Brigitte Bardot prendeva il sole nel Disprezzo, il salone principale, le ceramiche di Alberto Savinio.