Fino al prossimo 21 novembre in Triennale Milano è aperta la mostra Pietro Lingeri. Astrazione e costruzione, uno speciale percorso espositivo dedicato all’architetto Pietro Lingeri (1894-1968) articolato in una sezione storica, con schizzi, disegni, fotografie, modelli, lettere e materiali originali provenienti in larga parte dall’Archivio Pietro Lingeri, e un livello interpretativo – anche con progetti di architetti contemporanei tra cui Alessandro Scandurra-Scandurra Studio Architettura, David Chipperfield Architects, Herzog & de Meuron e Onsitestudio – che consentono di riflettere sul riuso dei suoi edifici e sull’attualità dei temi da lui esplorati.
Tra i materiali in mostra spiccano le tavole di progetto e il modello originale del Danteum, l’irrealizzato tempio per il sommo poeta previsto di fianco al Colosseo, ideato insieme a Terragni.
Particolare rilievo inoltre viene dato all’opera di Lingeri nel secondo dopoguerra, esposta al pubblico per la prima volta in maniera ampia e articolata, in modo da fornire una visione organica dell’intera parabola progettuale dell’architetto comasco.
In occasione della mostra, a Filippo Romano è stato commissionato un servizio fotografico sugli edifici di Lingeri allo stato attuale.
Pietro Lingeri. Astrazione e costruzione è a cura di Gabriele Neri e con progetto di allestimento di Onsitestudio, sviluppato nell’ambito di un lavoro di digitalizzazione e valorizzazione dei materiali dell’Archivio Pietro Lingeri, frutto di una collaborazione con l’archivio stesso.
Elena Lingeri, responsabile dell’Archivio, ha dichiarato: «Sono felice che le opere di mio nonno, tante volte premiate in Triennale, tornino nuovamente in Triennale nell’ambito di un processo conoscitivo entusiasmante in grado di allargare la fruizione, le prospettive e il valore culturale del corpus archivistico».
Pietro Lingeri
Nato a Bolvedro di Tremezzo (Como) nel 1894, Pietro Lingeri inizia la sua carriera artistica come stuccatore nella settecentesca Villa Sola Cabiati, dove viene notato per il suo talento. Si trasferisce a Milano nel 1906 e l’anno successivo si iscrive alla Scuola superiore d’Arte applicata all’Industria del Castello Sforzesco, mentre frequenta come “decoratore scultore” la Scuola degli Artefici all’Accademia di Belle Arti di Brera. Dopo aver partecipato alla guerra, dal 1922 frequenta il corso speciale di Architettura a Brera. Nel 1926 consegue il diploma di professore di disegno architettonico e apre uno studio in corso Vittorio Emanuele. Nel 1930 ottiene l’iscrizione all’Albo degli architetti di Milano.
Appartengono a questo periodo, tra gli anni Venti e l’inizio del decennio successivo, una serie di significative opere milanesi (tra cui il negozio Al Principe di Galles, l’Istituto di bellezza Biancardi, l’Hotel Manin, l’Hotel Europa, la Galleria del Milione) mentre prosegue la sua attività sul lago di Como con ville, alcuni monumenti ai caduti, edicole funerarie ed edifici.
Dal 1930 è membro del gruppo italiano dei CIAM (Congressi Internazionali d’Architettura Moderna) e del MIAR (Movimento Italiano di Architettura Razionale); nello stesso anno vince il premio della Triennale di Monza con i salottini di prova per la “Sartoria Moderna”.
Con il Gruppo di Como firmerà, nel 1933, la Casa sul lago per artista alla 5ª Triennale, che gli varrà il Gran premio per l’architettura. Sempre nel 1933 è tra i fondatori di “Quadrante”, rivista portavoce dell’astrattismo e dell’architettura razionale diretta da Bardi e Bontempelli, e nel 1937 di “Valori Primordiali”.
Negli anni Trenta progetta insieme a Terragni quattro case d’abitazione a Milano (Casa Rustici, Casa Toninello, Casa Lavezzari, Casa Ghiringhelli) e progetta da solo la Casa Rustici-Comolli. Nel 1932 Rino Valdameri, presidente dell’Accademia di Brera, lo incarica del progetto delle case per artisti sull’isola Comacina e nel 1938 di quello per il Danteum, tempio in onore di Dante da erigersi sulla via dell’Impero a Roma, che disegnerà insieme a Terragni.
Dal 1935 al 1951 lavora a diverse soluzioni per la nuova sede della Reale Accademia di Belle Arti di Brera insieme a Terragni (per le prime versioni), Figini e Pollini. Nel 1943 il suo studio milanese viene distrutto dai bombardamenti ma la sua attività prosegue.
Dopo la guerra è coinvolto nella ricostruzione di Milano: nel 1945 è membro della commissione generale per il piano regolatore. Nel 1946 costituisce l’MSA ( movimento studi per l’architettura) con Magistretti, Albini, Bottoni e altri.
Nel secondo dopoguerra Lingeri progetta una lunga serie di opere a Milano che contribuiscono alla definizione tipologica dell’architettura cittadina degli anni Cinquanta e Sessanta: dai quartieri “autosufficienti” (Vialba I, Comasina e Forlanini Nuovo a Milano; altri a Como, Biella e Abbiategrasso) ai condomini d’abitazione (in via Legnano, piazza Buonarroti, corso Sempione, via Melchiorre Gioia, via Lomellina, piazzale Dateo, piazza Durante, viale Umbria ecc.); dai palazzi per uffici (Palazzo De Angeli Frua in via Paleocapa, “La Centrale” in piazzetta Bossi, Sede della Cassa di soccorso ATM ecc.) ai negozi, ville e arredi.
Nel 1964 è nominato Accademico di San Luca. Nel 1967 riceve dal Presidente della Repubblica il Premio nazionale di architettura. Muore nel 1968 a Tremezzo.