Carlsbad (Karlovy Vary), in Boemia, era uno dei luoghi termali più frequentati della Mitteleuropa, erede di una tradizione millenaria che dai bagni romani si era diffusa a Costantinopoli prima di tornare in Europa.
Nell’Ottocento, l’impiego delle nuove tecnologie dell’epoca – acciaio e carbone – favorì la costruzione di grandi impianti come le terme dell’Imperial Spa, un albergo di lusso che visto dall’esterno sembra il Grand Budapest Hotel di Wes Anderson, con 100 bagni in grado di servire fino a duemila ospiti al giorno.
Tecnologie e numeri di una stagione ormai trascorsa: ristrutturato dopo anni di semi-abbandono, l’Imperial Spa dispone oggi di una Spa alimentata e attrezzata secondo le tecnologie odierne, con piscine interne e sale curative al servizio di un numero assai minore di utenti e certo non riscaldate con la torba come ai primi del Novecento.
Così, su iniziativa della nuova proprietà, lo studio di Praga Petr Hájek Architekti ha trasformato il vasto spazio un tempo occupato dalle macchine che servivano per lavorare e trasportare i blocchi di torba necessari a riscaldare le acque termali in una sala multifunzionale per concerti, spettacoli di danza, proiezioni cinematografiche e conferenze.

Ispirandosi esattamente alle ‚macchine‘ che alimentavano il istema di riscaldamento dei bagni termali, il progetto strutturale del nuovo ambiente è una costruzione in acciaio (montata pezzo per pezzo all’interno, date le grandi dimensioni dei diversi elementi che la compongono) salvando dalla demolizione alcune colonne in ghisa della precedente costruzione.

I macchinari di un tempo sono stati sostituiti alle tecnologie sceniche moderne che rendono multifunzionale lo spazio, adattando i parametri spaziali e acustici alle specifiche esigenze dei singoli eventi in programma.

La sala è dotata di elementi che regolano il tempo di riverberazione, la direzione e l’intensità dell’acustica. L’involucro orchestrale è dotato di uno schermo retrattile che riflette il suono verso il pubblico. Pannelli triangolari rotanti sopra il palco possono riflettere, assorbire, diffondere o dirigere il suono. Pannelli di legno su un’intelaiatura d’acciaio nel pavimento dell’orchestra riverberano, armonizzandoli, i suoni degli strumenti musicali, mentre una pesante tenda permette di oscurare completamente lo spazio e di smorzarlo acusticamente.

Tutte le tecnologie sceniche e acustiche sono integrate nella struttura della sala, mentre i sistemi di ventilazione e di sicurezza antincendio sono ospitati in un blocco sopra il tetto della scala principale.
Completato lo scorso anno, il progetto ha vinto il Czech Architecture Award 2024.
Crediti
- Località Carlsbad (Karlovy Vary), Repubblica Ceca
- Committente Regione di Karlovy Vary
- Progetto architettonico Petr Hájek Architekti [Petr Hájek, Nikoleta Slováková, Martin Stoss]
- Pogettazione acustica e tecnologie audio-video Avt Group [Petr Vlček, Martin Vondrášek]
- Progetto strutturale Gradior Tech [Robert Nos, Martin Matoušek]
- Superficie occupata 492 mq
- Cronologia 2019-2024
Petr Hájek Architekti

Architetto Ceco dell’anno nel 2018 e professore universitario, Petr Hájek si è laureato alla Facoltà di Architettura dell’Università Tecnica Ceca, dove insegna dal 2010, e alla Scuola di Architettura dell’Accademia di Belle Arti.
Nel 1998 ha co-fondato lo studio Hšh architekti e nel 2009 il proprio studio di architettura. Tra i progetti recenti e in corso il restauro e riqualificazione del complesso barocco di Invalidovna a Praga.
Fondatore del Laboratorio di Architettura Sperimentale, Hájek insegna anche all’Accademia di Belle Arti e Design di Bratislava, dove ha creato uno studio virtuale.
Nel 2016 ha partecipato alla Biennale di Venezia. Suoi lavori sono entrati più volte nella shortlist del MiesEu Award e hanno ricevuto una menzione d’onore al Premio Piranesi.