Arcadis ha pubblicato il report annuale International Construction Cost Index 2020 (ICC) in una fase in cui tutte le città del mondo stanno combattendo contro il Covid-19.
Oltre a fornire un’indicizzazione commensurata dei costi di costruzione in tutto il mondo, il rapporto presenta anche approfondimenti e indicazioni sui fattori che influenzano il mercato, elementi utili per gli operatori del settore. Tra questi la resilienza delle città, tema centrale del dibattito sugli sviluppi urbani sottolineato anche dal titolo del rapporto: Rethinking resilience.
Il documento esamina e compara i costi di costruzione in 100 grandi città in 6 continenti. Ne emerge che Londra, New York e Hong Kong sono le città più care, mentre dieci delle meno costose sono in Asia (la maggior parte in Cina, tra cui Wuhan).
L’Italia, con Roma e Milano, si posiziona a metà classifica.
Le 10 città più costose |
Le 10 città più economiche |
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1. London
2. New York City 3. Hong Kong 4. Geneva 5. San Francisco 6. Copenhagen 7. Tokyo 8. Zurich 9. Dublin 10. Edinburgh |
100. Bengaluru
99. New Delhi 98. Mumbai 97. Kuala Lumpur 96. Shanzhen 95. Wuhan 94. Guangzhou 93. Chengdu 92. Bangkok 91. Hangzhou |
Gli esperti di gestione di Arcadis svolgono un’indagine annuale sui costi di costruzione esaminando le venti tipologie di edifici più diffuse. Vengono inoltre verificate le condizioni di mercato locali, riferite a una scala globale, mettendo a sistema dati e competenze espresse dalle realtà economiche e professionali sul territorio.
Il rapporto di quest´anno affronta due sfide: gli effetti della pandemia Covid-19 e la costante necessità per l´industria di evolversi verso progetti edilizi resilienti, in grado cioè di contrastare i cambiamenti climatici, tracciando al contempo una rotta verso un futuro a zero emissioni di carbonio.
I soli processi di costruzione sono responsabili di quasi il 12% delle emissioni di CO2, e, contribuendo per un altro 25% alla CO2 immessa in atmosfera, i sistemi di riscaldamento e di raffrescamento degli edifici sono tra le principali cause del “global warming”.
Oltre a fornire un elenco comparativo dei costi globali di costruzione, il report si concentra anche sui trend emergenti legati al cambiamento climatico, tematica su cui Arcadis è fortemente impegnata in molti settori con l’obiettivo di ridurre l´impatto ambientale delle costruzioni.
«Il Covid-19 sta stimolando la ricerca di nuove forme di resilienza nello sviluppo e nella gestione delle nostre città – commenta Carlo Masseroli City Executive di Arcadis Italia – al fine di salvaguardare la salute pubblica e i servizi essenziali e sostenere il sistema economico. La pandemia ha enormemente accelerato questa sfida che era già in atto.
Quello che c’è in gioco è innanzitutto la forma delle relazioni tra le persone che è esattamente il fattore per il quale le città sono nate ed esistono: senza relazioni non c’è città. Forme, dimensioni, materiali, tecnologie di alloggi, uffici, negozi, spazi comuni si evolveranno. È possibile che sistemiprefabbricati e industrializzati possano aiutare a ridurre costi ed incrementare flessibilità e velocità di realizzazione.
Anche innovazione e digitalizzazione potranno avere un impatto – continua Masseroli – in termini di produttività metodi di costruzione e catena di approvvigionamento e saranno strumenti decisivi per superare questo traguardo pandemico.
Milano e Roma potranno incrementare la propria capacità competitiva solo se sapranno essere resilienti in questa fase così confusa. Solo in questo caso i costi di costruzione, più bassi rispetto alle altre grandi città europee, potranno essere un fattore critico di successo nell’attrattività degli investitori internazionali».
A questo link il rapporto completo.