Vittoriano Viganò nasceva a Milano il 14 dicembre di cento anni fa. Da domani e fino al prossimo 16 dicembre la Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni (Auic) del Politecnico di Milano (di cui Viganò fu prima studente e poi docente) gli dedica la mostra VV100 A come architettura: una retrospettiva.
Allestita presso la Galleria del Progetto di via Ampere 2, VV100 A come architettura: una retrospettiva è il primo di una serie di appuntamenti del centenario organizzati con l’Archivio Vittoriano Viganò Milano curato dalle figlie Vanessa e Viviana Viganò, dedicati all’opera di un autentico maestro dell’architettura e del design del Novecento.
Questo primo appuntamento, a cura di Giampiero Bosoni e Andrea Gritti, propone il riallestimento di “A come Architettura Vittoriano Viganò”, inaugurata negli stessi spazi il 21 maggio del 1991.
In questa occasione, i pannelli realizzati per quella celebre esposizione dai curatori Sergio Crotti, Ernesto d’Alfonso e Fabrizio Zanni, coadiuvati per le ricerche d’archivio dallo studio Viganò, per la grafica da Bob Noorda, per l’allestimento da Achille Castiglioni e Cino Zucchi, sono disposti in una nuova configurazione che, interpretando quella originaria, mette in mostra anche lo spazio della Galleria.
La rivisitazione della mostra del 1991 è completata dall´esposizione di documenti originali relativi a 9 progetti, realizzati e non, che all’epoca non furono selezionati, ma che oggi appaiono di grande interesse per valutare retrospettivamente l’opera di Viganò, dagli esordi alla maturità:
- il Centro Sportivo e di svago delle Terme di Salsomaggiore (1948-1949, con F. Clerici);
- il progetto per un palazzo in Piazza Missori (1951);
- il concorso per il fabbricato viaggiatori della Stazione Centrale di Milano (1953);
- il progetto per il Cinema-Teatro Miramare a Tripoli (1953-1954)
- il progetto per un edificio residenziale a Marsiglia (1953-1956);
- il complesso per uffici e abitazioni in via Amedei-via Fieno a Milano (1960-1961);
- l´incompiuta “Cà della Vigna”, a Redavalle-Broni (1962-1964);
- il progetto per la ristrutturazione ambientale della cava Faccanoni in Opicina a Trieste (1977-1978)
- il progetto per la casa “Le Terrazze” a Edolo (1978).
Tre documenti filmati integrano l’esposizione. Il primo, curato nel 1991 dallo stesso Viganò e da Federico Brunetti, ripercorre il percorso originale di “A come architettura”; il secondo, curato nel 1992 da Gabriella Belotti e Federico Brunetti, con lo studio Viganò, indaga “I linguaggi del progetto”; il terzo, curato da Emilio Faroldi, riproduce l’intervento di Viganò al convegno internazionale “Progettare Salsomaggiore”, nel 1993.
In questo primo evento celebrativo sono esposti, accompagnati da immagini inedite e originali, alcuni esemplari degli apparecchi di illuminazione, prodotti negli anni ‘50 per Arteluce, che attualmente l’azienda Astep sta rieditando con l’Archivio Viganò.
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