Three characters in the second act: the Royal Family. È l’opera creata dall’architetto inglese Adam Nathaniel Furman che Camp Design Gallery presenta al proprio stand alla Design Miami/ Basel, dal 11 al 16 giugno alla fiera di Basilea. È il nuovo capitolo della collaborazione avviata nel 2017 tra l’architetto, la galleria e Abet Laminati per il “primo atto” della collezione di arredi.
«Fu quello il momento nel quale iniziammo a pensare di lanciare la nostra visione e il nostro progetto a livello internazionale e Design Miami Basel ci sembrava un palcoscenico ideale per noi. Una galleria indipendente, un’azienda storica nella produzione del laminato plastico decorativo e un artista visionario: un trio perfetto in grado di ispirare una nuova prospettiva di design», dice Beatrice Bianco di Camp Design Gallery.
La nuova famiglia di arredi fa parte della sezione Curio, una piattaforma espositiva che invita i designer, gli architetti, gli innovatori e i galleristi a presentare nuove ambientazioni nelle quali gli oggetti tradizionali trovano una dimensione diversa e rinnovate forme espressive.
Adam Nathaniel Furman, “Benevolente” |
La collezione Three characters in the second act, commissionata da Camp Design Gallery, mette in scena tre arredi, dai nomi bizzarri e dalle forme inusuali: due grandi armadi, Benevolente e Solidale, e una sedia, Gioioso, realizzati a mano da sapienti artigiani del legno e del metallo che hanno saputo prendersi cura di ogni piccolo dettaglio nella produzione di ciascun pezzo. Il dialogo tra il designer e gli artigiani è stato fondamentale per dare vita ad una collezione dall’elevato contenuto tecnico.
Adam Nathaniel Furman la descrive così: «Three characters in the second act è una visione della casa come una corte di devianza domestica che si gioca attraverso le superfici estatiche di un incubo borghese».
Adan Nathaniel Furman, “Gioioso” |
Il progetto si concentra sul design contemporaneo da collezione e ciascuno dei tre pezzi genera la sua presenza attraverso forme intriganti e inconsuete ciascuna contraddistinta da pattern incredibilmente profondi e complessi realizzati utilizzando il laminato Abet in stampa digitale.
La scelta del laminato per Adam Nathaniel Furman non è casuale. L’azienda di Bra ha storicamente alimentato il dialogo con il mondo della progettazione sostenendo movimenti artistici quali Alchimia, alla fine degli anni settanta e successivamente Memphis. La collaborazione con designer come Alessandro Mendini, Ettore Sottsass, Michele De Lucchi, Gio Ponti, Achille Castiglioni, Paola Navone, Aldo Cibic e molti altri nel corso dei decenni a seguire, ha dato vita a progetti di grande vitalità artistica grazie alla libertà che il laminato offre ai progettisti.
È proprio la forza espressiva di questo materiale che ha appassionato Adam Nathaniel Furman e che gli ha permesso di dare vita a creazioni uniche dove la forma passa in secondo piano di fronte alla potenza della decorazione. Si lancia dunque una nuova sfida proiettata al futuro ma che guarda con attenzione al passato.
«Ho desiderato lavorare con Abet Laminati da quando ero un bambino, da quando vidi per la prima volta il lavoro che l’azienda faceva con Alessandro Mendini e Ettore Sottsass e il mio piccolo cervello riusciva a malapena a comprendere come degli oggetti, normalmente così trascurabili, potessero essere allegri, piacevoli e ricchi di ispirazione. Più tardi, quando frequentavo i corsi di architettura e design all’università mi innamorai delle possibilità creative offerte dai laminati. Proprio come i vestiti, il trucco o le fotografie che componiamo con attenzione e che ci permettono di diventare qualcosa di nuovo, di essere più appariscenti, di comunicare sentimenti che abbiamo dentro ma che la nostra pelle da sola non è in grado di trasmettere, o di sentire quello stile e la fiducia in noi stessi che altrimenti non avremmo, nello stesso modo i laminati, quando impiegati così, possono ravvivare materiali inerti, possono rendere bello il più noioso dei mobili in Mdf e trasformarlo in una drag diva che racconta barzellette irreverenti, o trasformare un pannello di truciolare in un eccentrico pezzo di cineseria che solleverebbe gli spiriti dei più intransigenti puritani dell’estetica minimalista».
Adam Nathaniel Furman, “Solidale” |
Abet Laminati
Nata a Bra alla fine degli anni Cinquanta, Abet Laminati è oggi una tra le più importanti realtà produttrici di laminati plastici decorativi. La variegata gamma di prodotti disponibili, differenziati gli uni dagli altri per caratteristiche tecniche, particolarità estetiche e funzionali, costituisce l’eclettico universo Abet Laminati, realtà avanguardista che fin dagli inizi ha saputo dare la giusta importanza al suo relazionarsi con la cultura contemporanea.
Fondamentale il sostegno di Abet Laminati alla nascita, sul finire degli anni Settanta, di Alchymia e poi di Memphis nei primi anni Ottanta, rivoluzioni stilistiche che hanno segnato in modo definitivo il design internazionale. L’azienda piemontese ha costantemente lavorato sull’immagine dei propri prodotti attraverso la ricerca di decori e texture in grado di incuriosire, suscitare emozioni, ispirare. E’ così che il laminato ha assunto una vera e propria identità, distinguendosi e reinterpretandosi.
In più di 60 anni di storia, Abet Laminati, attenta alle esigenze di mercato e alle sollecitazioni culturali, ha costantemente investito le proprie risorse in ambito tecnologico e creativo, per offrire al pubblico una serie di prodotti variegata e originale e arricchisce regolarmente la propria collezione.
Adam Nathaniel Furman
Adam scrive, realizza film, progetta prodotti, mobili, architettura e interni. Persegue costantemente la sua ricerca attraverso il suo ruolo di insegnante alla Central St Martins, e il gruppo di ricerca ‘Saturated Space’, che guida alla Architectural Association, esplorando il colore in architettura e nell’Urbanistica attraverso eventi, conferenze e pubblicazioni. E’ stato Designer in Residence presso il Design Museum di Londra nel 2013-14; ha ricevuto il premio Blueprint for Design Innovation nel 2014; gli è stato assegnato il prestigioso Premio del Regno Unito a Roma per l’Architettura 2014-15; è stato uno dei “nuovi architetti” dell’Architecture Foundation nel 2016; è stato appena descritto da Rowan Moore, critico di architettura per l’Observer, come una delle quattro stelle nascenti del 2017.
In tutta la sua opera Adam esplora il rapporto tra memoria, immaginazione, storia e comunicazione a scale multiple, sempre con un occhio critico verso il modo in cui la sensuale forma architettonica, in un dialogo con il passato e il futuro, sia in grado di comunicare i problemi complessi attraverso forme e ambienti eloquenti ed espressivi. Adam ha stabilito un approccio con il rapporto tra forma e trasmissione di contenuti complessi, che attinge contemporaneamente da nuove tecnologie e mezzi, mentre mantiene saldo l’ancoraggio alla ricchezza delle tradizioni del passato; un dialogo tra il progresso e la positività, la memoria e la perdita, l’effimero, la moda, l’eterno e immutabile, che è vitale per la realizzazione di progetti che riflettono in modo accurato la nostra condizione contemporanea.
Camp Design Gallery
«Camp è soprattutto un modo di godere delle cose, di apprezzarle, non di giudicarle» ha scritto Gillo Dorfles.
Camp Design Gallery, Milano, è specializzata in design contemporaneo da collezione che mira a indagare la cultura materiale, rinnovando il concetto di design contemporaneo e di produzione oltre i limiti canonici dell’arte e del design in nome di opere uniche, esclusive e diverse.
Fondata nel 2015 da Beatrice Bianco e Valentina Lucio, la galleria è basata sulla ricerca, sperimentazione e contaminazione di codici e linguaggi contemporanei che si traducono in oggetti di design unici nati dalla collaborazione di designer e artisti internazionali. Tra le collaborazioni di Camp: Adam Nathaniel Furman, David Lindeberg, Elena Salmistraro, Paolo Spalluto, Veronica Todisco, Matteo Pellegrino, Ginevra Taccola, Studio La Cube e Paolo Gonzato.
Camp, insieme alla galleria, si occupa di scouting e guida per nuovi talenti, attraverso un continuo mix di rinnovamento, studio e ricerca e un programma annuale di mostre, fiere ed eventi: Collectible Bruxelles 2018, Design Miami / Miami Beach 2017, Operae 2015-2016- 2017, Design Days Dubai 2016, Miart 2016.
Dal 2019 Beatrice Bianco continua il lavoro di ricerca e di sviluppo di progetti con artisti e designer per la galleria e per una nuova cultura del design.