Rimarrà aperta fino al 2 giugno prossimo al castello di Novara la mostra Angelo Mangiarotti. La tettonica dell’assemblaggio. L’esposizione dei progetti dell’architetto, designer e scultore milanese (1921-2012), organizzata dall’Accademia di architettura di Mendrisio dell’Usi in collaborazione con la Fondazione Castello visconteo-sforzesco di Novara, è curata da Franz Graf e Francesca Albani.
I curatori hanno proposto un percorso attraverso alcune architetture che hanno segnato in profondità il panorama culturale del secondo Dopoguerra.
La lettura proposta nella mostra ha l’obiettivo di mettere in luce l’opera di un progettista-costruttore che si confronta con diversi temi, quali la residenza borghese, i luoghi del lavoro o gli spazi espositivi. Il suo approccio critico e speculativo, volto alla ricerca di un linguaggio architettonico non necessariamente legato alla funzione, trae la propria forza e unicità dalla tettonica dell’assemblaggio e intesse dialoghi reali o figurati con personaggi come Konrad Wachsman, Fritz Haller, Max Bill e Jean Prouvé.
Nella ricerca architettonica di Mangiarotti, condotta in modo individuale, forse a tratti solitaria, si legge la stessa attenzione e il medesimo approccio che egli dimostra verso gli oggetti di produzione industriale, ricercando forme sobrie ed elementari, in grado di travalicare differenze di scala, di funzione e di materiali.
La mostra è stata inaugurata il 10 maggio scorso dal direttore dell’Accademia di architettura Usi Riccardo Blumer insieme al presidente dell’Ordine degli Architetti di Novara e provincia Nicoletta Ferrario, a Matteo Gambaro e Beppe Finessi del Politecnico di Milano e ai curatori.