Architettura e design pneumatici 1960-1975

Prosegue fino al 10 febbraio al Centre Pompidou Malaga la mostra Construire l´air. Architecture et design gonflables, 1960-1975, un’esposizione inedita che ricorda l’entusiasmo di quel periodo per le strutture gonfiabili nei campi del design e dell’architettura. 

Nuova per l’epoca, la plastica con la sua colorata leggerezza interpretava al meglio la speranza nel futuro e la voglia del cambiamento dell’epoca, e molti furono i designer – come De Pas, D’Urbino e Lomazzi in Italia  – e gli architetti che immaginarono o svilupparono soluzioni progettuali basate sull’uso dei gonfiabili fino alla scala urbana con Hans Hollein o Archigram.

Ddue le esposizioni che segnano questa storia: Structures gonflablesrealizzata dal gruppo Utopia a Parigi nel ’68, e l’Esposizione Universale di Osaka nel 1970 dove strutture pneumatiche di dimensioni monumentali facevano a gara tra loro per ingegnosità tecnologica.

Klaus Pinter, The Cocoon, 1971, fotomontaggio ritoccato con matite colorate, 51,5 × 63,5 cm [dettaglio] © Centre Pompidou Photo © G. Meguerditchian / DIST. RMN-GP

 

A partire dal 1975 questo entusiasmo andò scemando, soprattutto per ragioni economiche – nel frattempo era intercorsa la prima crisi petrolifera – climatiche, tecniche e per la crescente consapevolezza ecologica che vedeva nella plastica un pericolo per l’ambiente. Ma al di là di queste considerazioni razionali, forse si andava perdendo quello spirito di libertà, di utopia e di contestazione della società capitalistica che era stato all’origine dell’entusiasmo.

Articolata intorno a quattro grandi temi – immaginare la città, costruire con l’aria, abitare gonfiabile e investire lo spazio pubblico – la mostra di Málaga espone più di 200 oggetti e documenti, tra cui numerosi modelli, disegni, fotografie e video provenienti dalle collezioni del Beaubourg di Parigi.

Jean Aubert, Un podium itinérant pour 5.000 spectateurs, progetto, 1966-1967. Vista prospettica.

 

Progettato da Javier Pérez De La Fuente e Juan Antonio Marín Malavé con l’intervento dell’artista francese Daniel Buren, il Centre Pompidou Málaga è la prima espansione all’estero del Beaubourg di Parigi e dalla sua inaugurazione nel 2015 ad oggi ha già accolto più di mezzo milione di visitatori. Lo scorso anno il sindaco diMálagae il presidente del Centre Pompidou Serge Lasvignes hanno confermato la comune intenzione di proseguire nella collaborazione tra la città andalusa e il museo parigino almeno fino al 2025.

 

 

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