Architetture a regola d’arte. Il rapporto tra architetti e artisti al Maxxi

Oltre 400 opere tra modelli, documenti e disegni, progetti, allestimenti, fotografie, carteggi di alcuni grandi architetti del ‘900 – i cui archivi professionali sono custoditi nella collezione del Maxxi Architettura – in dialogo con le opere di alcuni tra gli artisti più significativi con cui hanno collaborato.
È la mostra Architetture a regola d’arte, a cura di Luca Galofaro con Pippo Ciorra, Laura Felci, Elena Tinacci aperta al Maxxi dal 7 dicembre al 15 ottobre dell’anno prossimo.

I visitatori potranno scoprire le architetture che accolgono e si integrano con importanti opere d’arte dello Studio Monaco-Luccichenti; le spettacolari mostre allestite da Costantino Dardi in dialogo con critici, artisti e persino registi; l’amore per l’arte di Luigi Moretti, raffinato collezionista e gallerista. Esposti per la prima volta anche materiali dell’Archivio Bbpr, appena acquisito in comodato.

Ciò che emerge dalla mostra è un quadro emozionante del sodalizio tra architetti e artisti che ha caratterizzato una fase cruciale della storia culturale del Paese.

Nella stanza dedicata ai Bbpr la ricostruzione in scala reale dello spazio in cui fu allestita, al Castello Sforzesco di Milano, la michelangiolesca Pietà Rondanini, con un calco della Pietà stessa prestato dal museo tattile Omero di Ancona (ph. ©Siae Musacchio Ianniello Pasqualini Fucilla).

Articolato in una sequenza di quattro stanze, collegate tra loro da spazi più intimi dove l’immaginario personale di ogni singolo autore prende forma in una sequenza di immagini sospese e discontinue, il percorso di visita inizia dall’ambiente dedicato allo Studio Bbpr, con un focus sul progetto di restauro e musealizzazione del Castello Sforzesco a Milano che, danneggiato dai bombardamenti del 1943, grazie al lavoro dello studio milanese diventa uno dei primi interventi di questo genere realizzati in Italia nel secondo dopoguerra.
Al centro della stanza, la ricostruzione in scala reale dello spazio in cui fu allestita a Milano la Pietà Rondanini, con un calco della Pietà stessa prestato dal museo tattile Omero di Ancona.
Poi il racconto del negozio Olivetti a New York, gli allestimenti alla Triennale di Milano del 1951 – tra cui il Labirinto dei ragazzi con Alexander Calder e Saul Steinberg – e il progetto per il memoriale di Auschwitz.

Enrico Peressutti (a sinistra) e Costantino Nivola con due bozzetti per lo showroom Olivetti, Springs, East Hampton, 1953. (Ph. courtesy Fondazione Nivola).

Nello spazio dedicato a Costantino Dardi un traliccio “ispirato” agli allestimenti dardiani accoglie le opere, dialogando con la scultura di Uncini al centro della sala e con gli altri progetti esposti, tra cui spiccano il progetto per il concorso per il Padiglione italiano all’Expo di Osaka 70 e la sistemazione del Palazzo delle Esposizioni a Roma nel 1982.
Troviamo anche le incisioni di Dardi esposte nel 1980 alla A.A.M. (Architettura Arte Moderna) insieme con quelle di Giulio Paolini. Esposte, inoltre, immagini della celebre mostra di Achille Bonito Oliva Avanguardia Transavanguardia ’68-’77, allestita da Dardi sulle Mura Aureliane.

Vista del set al Vittoriano di Il ventre dell'architetto di Peter Greenaway, con le scenografie di Costantino Dardi, 1987. Courtesy Università Iuav di Venezia, Archivio Progetti, fondo Fondazione Masieri

Nella sala dedicata a Monaco-Luccichenti, tra gli altri materiali le fotografie di Giovanna Silva che ritraggono gli interventi artistici realizzati per i progetti dei due architetti romani da autori di grande importanza. Tra le immagini, spicca quella del tetto della sede di Confindustria con la pavimentazione realizzata su disegno di Capogrossi, autore anche di un quadro con dedica a Vincenzo Monaco esposto in mostra.
Esposte inoltre opere di Nino Franchina, Gino Severini, Giuseppe Capogrossi, Antonio Corpora, artisti tutti con cui Monaco e Luccichenti hanno collaborato.

Monaco Luccichenti, Palazzina “Vega”, Via Barnaba Tortolini n. 36, Roma, 1949-50 - Dettaglio degli affreschi di Nino Corpora. Ph. ©Giovanna Silva, 2022

Protagonista della stanza di Luigi Moretti il suo film su Michelangelo. Sulle pareti e nelle teche disegni e modelli che testimoniano il suo studio accurato e personale dei maestri del passato.
Accanto a questi il rapporto tra Moretti e suoi contemporanei, che prendeva forma sulle pagine della rivista Spazio e sulle pareti dell’omonima galleria d’arte. L’architettura di Moretti compare nella mostra in modo inatteso, con le immagini della Contemporanea allestita nel 1973 da Piero Sartogo nel parcheggio di Villa Borghese realizzato da Luigi Moretti.

Luigi Moretti, Studio dei volumi de ‘La Rotonda’ di Andrea Palladio pubblicato sulla rivista Spazio n.7 (dicembre 1952-aprile 1953). Collezione Maxxi Architettura, Archivio Moretti-Magnifico

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