È l’architetto svizzero Angela Deuber la vincitrice della terza edizione dell´arcVision Prize – Women and Architecture, premio internazionale di architettura al femminile istituito da Italcementi Group.
Nella motivazione della giuria “riconosciamo nel lavoro di Angela Deuber nuove direzioni per l’architettura che condensano con successo gli aspetti importanti per la ricerca strutturale della costruzione e dell’uso dei materiali, insieme al coinvolgimento e all’impegno per un decisivo ruolo sociale delle donne architetto”.
L’assegnazione del Premio si è tenuta ieri sera, alla vigilia dell’8 marzo, all’i.Lab di Bergamo, il centro ricerca e innovazione di Italcementi.
Angela Deuber (nella foto ©Schaub Stierli Fotografie), uno dei più interessanti talenti del panorama internazionale, è emersa nel 2014 dal mainstream dell’architettura tradizionale europea con un edificio, la Scuola di Thal (Svizzera), che evoca un passato glorioso di architettura d´avanguardia: il suo è un approccio realmente “costruttivista”, nel senso positivo originale che gli architetti rivoluzionari diedero al termine. Come lei stessa afferma “La costruzione è una parte sottovalutata e intrinseca dell´architettura, ma dal momento che non costruiamo più con le nostre mani, è diventata indiretta, remota e aliena. Il mio lavoro è un tentativo di sfuggire a questa alienazione.”
Angela Deuber (con baumed.bauleitungen, Conzett Bronzini Gartmann AG, Maurus Schifferli), asilo e scuola elementare a Buechen/Thal (San Gallo, 2009-2013) foto ©Schaub Stierli Fotografie
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Menzioni d’onore sono state assegnate (da sinistra nelle foto) a Patama Roonrakwit (Tailandia), Samira Rathod (India) e Kate Otten (Sudafrica).
Oltre che architetto, Patama Roonkrawit è un´attivista sociale. Il suo approccio multidisciplinare sottolinea l´importanza delle buone pratiche di collaborazione con la popolazione coinvolta nei progetti, in particolare gli indigenti che, nelle sua vision, sono i clienti più importanti e bisognosi di attenzione. Per Patama “l´architettura è il frutto di una progettazione partecipata in cui gli architetti sono anche i clienti ed i clienti sono anche gli architetti. Pertanto ogni progetto deve essere modellato e rimodellato con il contributo di tutti. Il risultato è un progetto collettivo, unico nel suo genere, il cui senso di totalità è contraddistinto dalla diversità di ogni singola idea“.
Samira Rathod fonda lo studio di architettura SRDA nel 2000 dopo aver conseguito la laurea a Mumbai e il Master in Architettura presso l´Università dell´Illinois. Nonostante il suo sia un piccolo studio, Samira realizza edifici originali con particolare attenzione ai dettagli e ai materiali, dagli interni alle strutture e alle superfici, utilizzando calcestruzzo, vetro e metallo in una sorta di perfetta combinazione scultorea di forme e funzioni.
Per un architetto sensibile nata, cresciuta ed educata in Sud Africa come Kate Otten, è impossibile non mettere in relazione il proprio lavoro con i cambiamenti storici del suo Paese. Nella sua attività professionale, fortemente basata sulla cultura, la geografia e i materiali locali, Otten ha avuto l´opportunità di lavorare su importanti edifici pubblici e luoghi della memoria, significativi del nuovo modo di vivere ma non immemori del passato. Otten è inoltre attivamente impegnata con il suo studio nella promozione delle donne in architettura, creando “… un ambiente di lavoro che permette agli architetti donna di raggiungere un equilibrio flessibile tra vita e lavoro, conservando loro il posto di lavoro in un momento in cui molte altrimenti lo lascerebbero”.
In coincidenza con Expo, la terza edizione dell’arcVision Prize ha coinvolto anche le ambassador di WE-Women for Expo perché, come ha ricordato Carlo Pesenti, consigliere delegato di Italcementi “la buona architettura è fatta anche di sentimenti e di cuore, qualità che le donne sanno esaltare, riempiendo di significato e di sensibilità la loro attività quotidiana”.
Il premio speciale WE_Women for Expo è stato assegnato a Paula Nascimento, direttrice di Beyond Entropy Angola, figura emergente dell’architettura contemporanea e progettista del Padiglione dell’Angola a Expo 2015. “Paula Nascimento – ha dichiarato il Direttore Scientifico dell´arcVision Prize Stefano Casciani – ha già raggiunto con il suo lavoro una qualità che esprime al meglio ed esalta il ruolo delle donne nello scenario globale della professione architettonica, attraverso le sue molteplici attività: come organizzatrice culturale di importanti esposizioni, progettista di installazioni ed edifici sensibili, attenta promotrice dei temi della sostenibilità e della ricerca di un suo nuovo linguaggio estetico“.
Numeri importanti quelli di questa terza edizione di arcVision Prize – Women and Architecture: 50 candidature, una short list 21 progettiste provenienti da 16 Paesi, tutti i continenti, inclusa l’Oceania, rappresentati.
La selezione delle finaliste è stata effettuata tra professioniste segnalate da un gruppo internazionale di advisor e poi valutate da una Commissione tecnico-culturale che ha definito la shortlist finale e sottoposta al giudizio della giuria, anche quest’anno composta di sole donne: Shaikha Al Maskari (membro del direttivo dell´Arab International Women´s Forum-AIWF), Vera Baboun (sindaco di Betlemme), Odile Decq (titolare dello studio di architettura Odile Decq), Yvonne Farrell (socia fondatrice di Grafton Architects), Louisa Hutton (socia fondatrice di Sauerbruch Hutton), Suhasini Mani Ratnam (attrice, produttrice e scrittrice indiana), Samia Nkrumah (presidente del Centro Panafricano Kwame Nkrumah), Benedetta Tagliabue (titolare dello studio Miralles Tagliabue EMBT), Martha Thorne (direttore del Pritzker Prize).
Le progettiste segnalate per concorrere al Premio finale, devono aver progettato ed essere firmatarie/co-firmatarie di almeno un’opera (costruita o in fase di progettazione esecutiva) in cui emergano soluzioni e valori sostanzialmente innovativi sotto il profilo funzionale e tecnologico, con particolare attenzione ai temi della sostenibilità.
arcVision Prize intende in questo modo far emergere le più interessanti personalità di architetto donna presenti nel panorama internazionale.
Il Premio consiste in un progetto di ricerca e workshop della durata di due settimane presso i.lab, il Centro Ricerca e Innovazione di Italcementi Group a Bergamo. Viene inoltre riconosciuto un premio di 50mila euro, con il conferimento di autorità alla vincitrice di destinarne una parte a iniziative progettuali con finalità sociale a sua scelta.