Quella che aprirà il 21 giugno è la prima mostra che la Galleria Borghese dedica a un’artista contemporanea donna. In alcune sale del Casino Borghese, nei Giardini segreti e nel padiglione dell’Uccelliera, Louise Bourgeois. L’inconscio della memoria espone circa venti opere scultoree, tra cui alcune Cell, involucri delle dimensioni di una stanza contenenti oggetti trovati e forme scolpite che esplorano i temi della memoria, del desiderio, dell’architettura e dei cinque sensi: Cell (The Last Climb), che apre il percorso espositivo al centro del Salone d’ingresso, Cell (Passage Dangereux) e la Cell XX (Portrait).
Sono parte del percorso espositivo altre opere che affrontano i temi chiave dell’artista. Nel giardino, The Welcoming Hands presenta calchi delle mani dell’artista intrecciate con quelle di Jerry Gorovoy, suo caro amico e assistente di lunga data; al grande Spider di bronzo allestito nei Giardini Segreti, si contrappone la morbidezza del marmo rosa con cui l’artista realizza alcune opere come Jambes Enlacées, un delicato accavallare di gambe che si riflette in quello delle caviglie di Paolina Borghese nella Sala I, e ancora Untitled (n. 7) dove due coppie di mani si stringono solidali e una piccola casa simboleggia rifugio e protezione.
Il tema della metamorfosi, centrale nell’opera di Louise Bourgeois, si sviluppa anche attraverso Janus Fleuri, con diretto riferimento alla divinità romana che guarda contemporaneamente al passato e al futuro, e Topiary, che riflette la crescita organica e le fasi di sviluppo di una giovane fille en fleur.
«La mostra insegue due aspetti molti significativi del percorso di Louise Bourgeois – afferma Francesca Cappelletti, direttrice della Galleria Borghese – l’inconscio e la memoria. Nella Galleria Borghese la conservazione della memoria del collezionista suo fondatore, Scipione Borghese, è per noi centrale e tutte le opere da lui raccolte raccontano la sua storia che è poi diventata la storia di uno dei musei più importanti al mondo.
Le singole opere conservano la memoria dei loro autori e delle loro vite, a volte anche i loro ritratti nascosti come nel caso della Minerva di Lavinia Fontana, artista che all’inizio del Seicento usa la mitologia come suo specchio. Bourgeois sembra invece non nascondersi, ma esporsi il più possibile, cercando di raccontare anche il suo inconscio, i livelli di coscienza che sono poco dicibili.
In questo rimando continuo fra memoria personale e collettiva, fra specchi e gabbie, risiede la forza estetica della mostra, che grazie alle opere della grande scultrice novecentesca attua la mise en abyme della collezione Borghese».
Ideata da Cloé Perrone, Louise Bourgeois. L’inconscio della memoria è curata con Geraldine Leardi e Philip Larratt-Smith. L’esposizione è realizzata in collaborazione con The Easton Foundation e l’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici, che nell’occasione ospita un’altra opera dell’artista, No Exit, allestita negli appartamenti storici del Cardinale Ferdinando de’ Medici.
Il catalogo, che include installation views delle opere della Bourgeois contestualizzate nella Galleria, è pubblicato da Marsilio Arte.
Sponsor ufficiale: Fendi.