Da stasera fino al 19 marzo, nel cortile della Ca’ Granda, sede dell’Università degli Studi di Milano, l’esposizione Durk, sculture dell’artista armeno Mikayel Ohanjanyan, vincitore del Leone d’Oro all’ultima Biennale di Venezia.
Durk in armeno significa porte, e Dur, due cubi precariamente poggiati su basamenti in marmo nel loggiato d’onore e tenuti in equilibrio da un piccolo cubo bianco teso e sospeso tra di essi da corde, è la porta che si affaccia sulla seconda installazione.
Mikayel Ohanjanyan, installazione Dur, foto ©Valentino Albini |
I dodici piccoli cubi di Tasnerku + 1, poggiati su dischi in acciaio corten e disposti in diagonale nel giardino del cortile d’onore, richiamano l’Armenia nel materiale (il basalto), nell’architettura (i 223 megaliti del sito archeologico di Carahunge) e nella disposizione est-ovest (le diaspore del suo popolo).
Ad essi, già esposti nel padiglione Armenia della Biennale, si affianca il tredicesimo oggetto, lo stesso cubo ma di maggiori dimensioni, sempre stretto da cavi d’acciaio la cui tensione lo deforma e che non impediscono però di individuare al suo interno la via d’uscita, il passaggio (o la fuga?), il ritorno alla forma geometrica originaria, e alla forma dell’anima prima delle costrizioni.
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Prima del Leone d’Oro Ohanjanyan, nato a Yerevan nel 1976, aveva già ricevuto il premio Henraux e, nel 2009, il premio Targetti Light Art. Oltre che in collezioni private, sue opere si trovano alla Città del Vaticano (cappelle di Santa Chiara dei Francesi e del Pontificio Collegio San Roberto Bellarmino), presso la Fondazione Henraux a Querceta, il Museo Dantesco di Ravenna e a Neustadt am der Weinstrasse, in Renania.
Curata da Donatella Volonté, Durk è la prima esposizione di arte contemporanea di La Statale Arte, una nuova iniziativa promossa dal rettore Gianluca Vago, sostenuta da Fondazione Cariplo e promossa con workshop e pubblicazioni dedicate (edite da Skira) dal corpus accademico e da studenti che il venerdì e il sabato sono a disposizione del pubblico per una fruizione informata.
Il calendario, in corso di definizione e via via documentato sul sito www.lastatalearte.it, prevede due esposizioni all’anno che coinvolgeranno artisti contemporanei con opere site-specific. Al termine delle esposizioni, una delle opere rimarrà alla Statale che in questo modo costituirà nel tempo una collezione di arte contemporanea.