ARTE PUBBLICA LA NUOVA CITTA CHE SALE

Presentata settimana scorsa con una conferenza in Triennale la scultura permanente di Maria Cristina Carlini installata nel recinto della Fiera di Milano Rho, al centro dello specchio d’acqua dell’ingresso principale, tra la vela di Fuksas e le torri nere di Dominique Perrault.

Il manufatto in legno e acciaio corten, alto 10 metri, rappresenta una scala i cui gradini si assottigliano man mano che avvitandosi salgono verso il cielo.

foto ©Matteo Bernardini

 

Un caso di arte pubblica di cui il contemporaneo in Italia stranamente offre pochi esempi – come rilevava l”antropologo dell’arte” (così si definisce) Philippe Daverio nel corso della presentazione. E un omaggio a Umberto Boccioni, futurista e milanese. Oltre che con i materiali, la “nuova città che sale” si richiama a Milano nelle forme e nel bruno dei colori.

foto ©Matteo Bernardini

 

Nata a Varese, Maria Cristina Carlini inizia a lavorare la ceramica nel 1970 a Palo Alto, per poi esprimersi con l’utilizzo di diversi materiali quali il ferro, l’acciaio corten, il legno e la resina. Il suo percorso artistico comprende mostre personali e collettive in numerose sedi pubbliche e private nazionali e internazionali. Le sue sculture monumentali sono presenti in permanenza in tre continenti: Europa-Italia (Roma, Milano, Cosenza, Loreto, Reggio Calabria, Varese, Parigi, Madrid), Stati Uniti (Denver, Miami) e Asia.

Numerose pubblicazioni, tra cui quelle di Mudima e Skira, hanno punteggiato l’attività artistica di Maria Cristina Carlini negli anni. Di lei hanno scritto tra gli altri Luciano Caramel, Claudio Cerritelli, Martina Corgnati, Gillo Dorfles, Carlo Franza, Flaminio Gualdoni, Yakouba Konaté, Elena Pontiggia.

Maria Cristina Carlini con Philippe Daverio il 16 dicembre  durante la conferenza in Triennale(foto ©Mimmo Capurso)

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