Atmosfera, i fiori recisi di Giovanna Repetto

Fino al 18 gennaio negli ambienti della Fondazione Berengo a Palazzo Cavalli-Franchetti di Venezia è possibile visitare la mostra site specific Atmosfera di Giovanna Repetto (Padova, 1990).

Da sempre i fiori con i loro colori e profumi allietano le nostre case, ma ormai anche i fiori sono diventati merce e il minuzioso processo di raccolta, conservazione, confezionamento e trasporto – documentato nel video che riunisce tutto il lavoro di studio e ricerca svolto dall’artista – perché giungano intatti in laguna da tutte le parti del mondo testimonia della radicalità dei cambiamenti ambientali e valoriali operati dall’uomo.

Fiori recisi importati come veri tesori viventi – sottolinea il curatore Lorenzo Balbi – mentre i fiori originali di Venezia, che lottano per sopravvivere in un ambiente diventato sempre più inospitale, si devono aggrappare ai luoghi inaccessibili, alle poche case abbandonate, agli anfratti dei ponti sospesi.

Il video che fa parte dell´installazione racconta il lavoro di studio e di ricerca sul lungo viaggio dei fiori tropicali recisi sviluppato da Giovanna Repetto (foto ©Alessandro Sambini).


Le piantine che invadono una delle stanze di Palazzo Franchetti sono di limonium, un specie erbacea perenne che cresce in quantità su isolotti della laguna, formando nuvole galleggianti e di cui nessuno si prende cura.

Lo fa Giovanna Repetto, che poi accentua la cura insostenibile dedicata ai fiori tropicali: dopo essere stati in frigoriferi, a bagno con l´ammoniaca, bendati con garze, plastiche e cuscinetti, una volta arrivati a destinazione vengono presi in custodia dall´artista che li sottopone a sedute di agopuntura.

Una nuvola di piantine di Limonium nelle stanze di palazzo Franchetti; sotto, fiori tropicali sottoposti a agopuntura (foto ©Alessandro Sambini)


Atmosfera è l’ultima mostra del ciclo Radical, ideato da Penzo+Fiore come strumento di indagine del contemporaneo.

Partiti a dicembre 2018 con Daniele Capra, che ha proposto un progetto del tutto politico in cui uno dei lavori prendeva le mosse da una storica scritta antifascista sul muro della chiesa di Santo Stefano, opera di Nemanja Cvijanović, affiancata alle decorazioni di sangue di Giovanni Morbin che inzuppavano i muri di Palazzo Franchetti, Radical ha visto poi la presenza di Matteo Bergamini con la proposta di Marcella Vanzo, irriverente e rispettosa “ballata” per batteria heavy metal a ricordo dei morti del santuario di Redipuglia.

Terzo appuntamento il recente duo Elena El Asmar e Loredana Longo curate da Pietro Gaglianò, con un discorso intorno alla libertà in grado di attraversare un paesaggio mediterraneo cauterizzato dalle bruciature del presente e onirico come arazzi dal sapore orientaleggiante.


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