BROKEN NATURE, IL DESIGN PER IL PIANETA

Broken Nature, design taks on Human Survival. È questo il tema della XXII Triennale Internazionale che si svolge a Milano, al Palazzo dell’Arte e in altri luoghi della città, dal primo marzo al primo settembre.

Curatrice è Paola Antonelli, senior associate curator del dipartimento di Architettura e Design del Moma di New York.

Se il progetto è – nelle parole di Antonelli – una delle forme più alte della creatività umana, oggi è tempo di applicarlo alle sfide cruciali che riguardano il Pianeta.

Già negli anni Sessanta Paul Ehrlich preconizzava l’avvento della sesta estinzione di massa, che oggi però coinvolgerebbe anche la nostra specie, e se l’Earth overshooting day – il momento di break-even tra le risorse disponibili e quelle consumate – quest’anno si è spostato indietro fino al 2 agosto abbiamo un problema.

Se ne parla molto ma in termini tranquillizzanti per il business as usual – con definizioni abusate come “sostenibile”, “ecocompatibile”, “verde”, o in incontri internazionali che sembrano inconcludenti.

Ma tra marketing e diplomazia politica la voce del design si sente poco, o almeno non incide a sufficienza sulle scelte che vengono prese e soprattutto e prima ancora sulla visione con la quale affrontare un compito che fa pensare da Armageddon.

Il Krebs’ cycle of creativity della professoressa del Mit Media Lab Neri Oxman, designer e architetto. Il diagramma fa riferimento al ciclo di Krebs, la sequenza di reazioni in base alle quali gli organismi generano energia

 

Eppure sono numerose le idee, i progetti e la fattibilità tecnica di soluzioni che appaiono futuribili ma che vengono portate avanti quotidianamente da centri di ricerca, università, progettisti e artisti in tutto il mondo e di cui oggi nella sua presentazione Paola Antonelli ha fatto alcuni illuminanti, sorprendenti o stupefacenti cenni.

Conclusa l’epoca della separazione verticale tra le varie forme del sapere, il ciclo della creatività oggi coinvolge la biologia, l’economia, la filosofia, la meccanica quantistica, l’antropologia, l’ingegneria ambientale, la meteorologia, la statistica, la politica e la sociologia.

Rewilding with Synthetic Biology, illustrazione parte del progetto Designing for the Sixth Extinction di Alexandra Daisy Ginsberg con Gemma Lord, Tommaso Lanza e Tom Mawby per la conferenza The future of Nature, 2013, Science Gallery di Dublino

 

Trarre una sintesi rappresentabile per un tema così cruciale non sarà solo il compito della curatrice per il prossimo anno e mezzo: la XXII Triennale si costruirà a partire da un ambiente aperto, da uno o più luoghi digitali dove potranno confluire idee e suggerimenti di tutti.

Nei prossimi mesi un comitato scientifico elaborerà il protocollo di adesione alla manifestazione di Milano per i diversi Paesi che sceglieranno di aderire.

 

 

 

 

Paola Antonelli

Paola Antonelli è senior curator del dipartimento di architettura e design del Museum of Modern Art di New York, nonché direttore ricerca e sviluppo dello stesso museo. Nata a Sassari e laureata al Politecnico di Milano, ha insegnato alla Ucla, all’Harvard Graduate School e al master of Fine Arts della School of Visual Arts di New York. Ha ricevuto dottorati ad honorem dal Royal College of Arts e dalla Kingston University di Londra, dall’Art Center College of Design di Pasadena e dal Pratt Institute; il National Design Award “Design Mind” dallo Smithsonian e nel 2007 è stata inserita nella lista dei 25 cervelli più visionari della rivista Time. La sua ultima mostra, Items: is fashion modern? Dedicata a 111 capi di abbigliamento che hanno avuto un forte impatto nel mondo negli ultimi cento anni, rimarrà aperta al Moma fino a gennaio 2018

     

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