COMPLETATA LA TORRE PRADA DI REM KOOLHAAS

Aperta al pubblico il 20 aprile Torre Prada. L´edificio segna il completamento della sede di Milano di Fondazione Prada, inaugurata nel maggio di tre anni fa. Fortemente riconoscibile e visibile anche da lontano con i suoi 60 metri di altezza, la Torre completa il repertorio di forme e soluzioni architettoniche in cui il progetto di Rem Koolhaas, con Chris van Duijn e Federico Pompignoli, aveva trasformato l’antica distilleria oggi sede milanese della Fondazione.

Gli spazi espositivi della Torre, che si sviluppano su sei dei nove livelli dell´edificio, sono concepiti per accogliere opere e grandi installazioni della Collezione Prada, che include perlopiù lavori del XX e XXI secolo di artisti italiani e internazionali.

La Torre Prada di largo Isarco a Milano si sviuppa su nove livelli ed è alta 60 metri

 

La Torre è realizzata in cemento bianco strutturale a vista. Ciascuno dei nove piani offre una percezione inedita degli ambienti interni attraverso una specifica combinazione di tre parametri spaziali: pianta, altezza e orientamento. Metà dei livelli si sviluppa infatti su base trapezoidale, gli altri su pianta rettangolare. L’altezza dei soffitti, crescente dal basso all’alto, varia dai 2,7 metri del primo piano agli 8 metri dell’ultimo livello.

Le facciate esterne sono caratterizzate da una successione di superfici di vetro e cemento, che attribuiscono così ai diversi piani un’esposizione alla luce sul lato nord, est o ovest, mentre l’ultima sala espositiva è dotata di luce zenitale. Il lato sud della Torre presenta una struttura diagonale che la unisce al Deposito e in cui si inserisce un ascensore panoramico.

Attualmente la Torre ospita il progetto espositivo Atlas, nato da un dialogo tra Miuccia Prada e Germano Celant. Il progetto riunisce le opere della Collezione Prada in una successione di spazi che accolgono opere di artisti come Carla Accardi e Jeff Koons, Walter De Maria, Mona Hatoum ed Edward Kienholz e Nancy Reddin Kienholz, Michael Heizer e Pino Pascali, William N. Copley e Damien Hirst, John Baldessari e Carsten Höller.

Il progetto espositivo Atlas, appena inaugurato. Nasce da un dialogo tra Miuccia Prada e Germano Celant. Il progetto riunisce le opere della Collezione Prada (foto, Delfino Sisto e Marco Cappelletti; courtesy Fondazione Prada)

Il progetto espositivo Atlas. L’insieme dei lavori esposti, realizzati tra il 1960 e il 2016, rappresenta una mappatura delle idee e delle visioni che hanno guidato la formazione della Collezione (foto, Delfino Sisto e Marco Cappelletti; courtesy Fondazione Prada)

 

L’insieme dei lavori esposti, realizzati tra il 1960 e il 2016, rappresenta una mappatura delle idee e delle visioni che hanno guidato la formazione della collezione e le collaborazioni con gli artisti che hanno contribuito allo sviluppo delle attività della Fondazione nel corso degli anni. 

Dall’apertura della nuova sede, la collezione è diventata uno degli strumenti di lavoro a disposizione del programma culturale della Fondazione, assumendo diverse configurazioni – dalle mostre tematiche alle collettive, dalle antologiche ai progetti curati da artisti – e trova ora nella Torre uno spazio permanente di esposizione.

Il ristorante Torre, ospitato al sesto piano della nuova costruzione, accoglie arredi originali del Four Seasons Restaurant di New York progettato da Philip Johnson nel 1958, elementi dell’installazione di Carsten Höller The Double Club (2008-2009), tre sculture di Lucio Fontana – due ceramiche policrome Cappa per caminetto (1949) e Pilastro (1947), il mosaico a pasta di vetro e cemento Testa di medusa (1948-54) – e una selezione di opere di William N. Copley, Jeff Koons, Goshka Macuga e John Wesley.

Miuccia Prada, Luc Tuymans e Rem Koolhaas (foto Ugo Dalla Porta; courtesy Fondazione Prada)

 

La terrazza sul tetto dell’edificio è concepita come uno spazio flessibile che accoglie un bar. È caratterizzata dalla decorazione optical in bianco e nero del pavimento e da un rivestimento del parapetto in specchi che crea un effetto di riflessione, in grado di eliminare visivamente la barriera tra lo spazio e la vista a 360 gradi sulla città di Milano.

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