Con i nuovi spazi si completa a Milano il Memoriale della Shoah

Dal 15 giugno la cittadinanza milanese avrà accesso ai nuovi spazi progettati dallo studio Morpurgo de Curtis Architetti Associati: oltre 750 metri quadrati che completano il Memoriale della Shoah di Milano e lo trasformano in luogo attivo dove sperimentare contenuti trasversali che partono dalla ricerca storica per approdare a un dibattito sulla contemporaneità.

I nuovi ambienti includono la biblioteca, l’aula didattica e l’Agorà, suggestivo luogo di incontro e dialogo.
La biblioteca in particolare raccoglie il patrimonio della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (Cdec), che conta 31mila monografie in varie lingue, 700 tesi di laurea e duemila testate di periodici, mentre l’Archivio raccoglie la maggior parte delle testimonianze esistenti sulla storia degli ebrei in Italia, dall’età dell’Emancipazione fino ai giorni nostri.
I materiali, raccolti negli anni dai professionisti della Fondazione, rappresentano un patrimonio documentale prezioso, che sarà consultabile su prenotazione.

Memoriale della Shoah, destinazione ignota

L’incontro tra il Memoriale e la Fondazione Cdec darà vita a opportunità inedite. Il contenuto delle Sale delle Testimonianze, parte integrante dell’allestimento permanente del Memoriale, verrà completamente rinnovato. I visitatori potranno usufruire di video dell’Archivio della Fondazione Cdec e di nuovi materiali prodotti dal Memoriale.

Partirà immediatamente anche il nuovo progetto di raccolta in loco delle testimonianze dei visitatori. In questi anni, infatti, l’esperienza di visita del Memoriale ha in alcune occasioni risvegliato nei visitatori ricordi ed emozioni sepolti da tempo, come esperienze dirette o memorie di famiglia trasferite da una generazione all’altra. Per questo motivo, è stato scelto di dare vita a un programma che consenta di ascoltare e registrare questi racconti, continuando così ad alimentare i materiali di archivio e a proteggere la Memoria.

La solida identità di questo luogo, che sorge laddove tra il 1943 e il 1945 migliaia di ebrei e oppositori politici, rastrellati a Milano e nella regione, furono caricati su vagoni merci e agganciati ai convogli diretti ad Auschwitz-Birkenau, Bergen Belsen, Mauthausen e ai campi italiani di raccolta, come Fossoli e Bolzano, si valorizza ancora di più: da una parte l’articolata attività di ricerca e conservazione storica, di monitoraggio del fenomeno dell’antisemitismo, dall’altra una continua attenzione al rapporto emotivo e sensoriale con chi entra in questo spazio, che si esprime anche in una dinamica riflessione sul presente, che diventerà sempre più centrale e caratterizzante.

Memoriale della Shoah, il muro dell'indifferenza

Il contrasto all’indifferenza poggerà quindi le sue basi su due pilastri: consapevolezza del passato – grazie alle visite e alla ricerca costante – e laboratorio sul presente, con nuove presentazioni, mostre del Memoriale e l’Osservatorio Antisemitismo della Fondazione Cdec.

Dal 15 giugno e fino a fine mese inoltre verrà aperta, nello spazio espositivo del Memoriale, la mostra fotografica “Fare Memoria: la costruzione di un luogo” che ripercorre l’evoluzione del progetto, dal primo cantiere ad oggi, incorniciando i momenti e gli incontri più significativi nel corso degli anni.

«Oggi lo sguardo sulla contemporaneità a cui, fin dalla nostra nascita, abbiamo dedicato energia e attenzione, assume una spinta nuova e acquisisce maggiore intensità. Gli spazi del Memoriale diventano un palco per chiunque voglia aprirsi al dialogo e all’ascolto, per chiunque sia disposto a farsi coinvolgere per contribuire alla creazione di una comunità più inclusiva. Lo sviluppo di consapevolezza per un impegno civile è ciò che ci rende umani, e i giorni di angoscia che stiamo vivendo ce lo stanno ricordando con estrema forza» ha commentato Roberto Jarach, Presidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano.

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