Sono otto i progetti selezionati nell’ambito del contest internazionale d’idee per l’utilizzo temporaneo delle ex aree logistiche FIAT a Mirafiori lanciato lo scorso 20 aprile da TNE Torino Nuova Economia, società partecipata da Comune di Torino, Città Metropolitana e Regione Piemonte che dal 2005 opera per garantire il mantenimento di attività produttive nell´ex area industriale, tra gli obiettivi del Protocollo di Intesa.
Le proposte presentate riflettono cinque orientamenti per la nuova destinazione del complesso industriale: green, entertainment, produzione, spazio multifunzionale, autocostruzione. Ai finalisti sono stati riconosciuti premi da 10mila a 2mila euro e l’ammissione alla successiva procedura che partirà in autunno per lo studio di prefattibilità del progetto di riqualificazione.
I finalisti sono stati selezionati tra 45 proposte da una giuria presieduta da Cino Zucchi e composta da Francesco Luccisano, capo segreteria tecnica MIUR, Giorgio Giani, presidente Fondazione Ordine degli Architetti, Maria Quarta, Direzione Ambiente e Territorio Regione Piemonte, Diego Nigra membro del CdA di Torino Nuova Economia.
«Per la città di Torino il complesso Mirafiori rappresenta un luogo molto importante sia dal punto di vista fattuale che da quello ideale: un luogo che oggi necessita di una trasformazione capace di donare ad esso un nuovo ruolo per la città e al contempo di interpretarne la storia e il carattere» ha dichiarato Cino Zucchi. «Le proposte degli otto gruppi finalisti rappresentano nel loro complesso un ventaglio ampio di possibili e convincenti risposte al tema, che possono tutte costituire la base di uno o più approfondimenti di natura progettuale e programmatica, capaci di unire lo sviluppo di un quadro economico realistico a una reinterpretazione architettonica del luogo all’altezza della sua rilevanza per la città e per il quartiere».
«I raggruppamenti che hanno raccolto l’invito di TNE a ripensare l’area ci hanno dato un’ampia panoramica sui modi possibili per restituire il fabbricato alla cittadinanza, nell’ottica di spazio propulsore di sviluppo e laboratorio di innovazione» sottolineano Davide Canavesio, ad di TNE e Stefano Tizzani, presidente di TNE. «Quella che era un´area ´periferica´ è diventata elemento di interesse non solo per gli oltre 1200 download e i 200 sopralluoghi realizzati dai professionisti, ma anche per le centinaia di cittadini che stanno visitando in questi giorni quella che ormai tutti stanno chiamando ‘area MRF’. La curiosità e la partecipazione dimostrata in questi giorni dai cittadini confermano la giusta direzione del progetto: vince soprattutto il metodo di aprire percorsi di dialogo con attori diversi, a iniziare dai cittadini; perché il futuro di quest’area, grande e complessa, non è solo della società che la gestisce».
La premiazione lo scorso 3 luglio all’interno del fabbricato oggetto delle proposte di riutilizzo, un grande edificio industriale di circa 37mila mq con campate alte fino a 12 metri sorrette da strutture metalliche, che sorge su un’area di 142mila mq confinante con il Comprensorio Fiat Mirafiori, nell’ambito della Mirafiori Week.
1° classificato
Recchi Engineering con Land Milano, Immagine E Territorio – Strategie E Strumenti Di Livio Dezzani Sas, arch. Cristiano Picco, +Studio, arch. Roberta Musso.
Il progetto primo classificato: inquadramento, masterplan e sezioni |
Mirafiori è la nuova polarità urbana. I capannoni sono ripensati da un punto di vista funzionale e morfologico. Il disegno fluido degli spazi e le forme organiche ibridano la griglia industriale creando un nuovo rapporto interno-esterno. Il progetto vincitore appare affrontare tutti i temi e gli obiettivi enunciati dal bando con strategie programmatiche, spaziali e architettoniche di grande coraggio e di indubbia qualità. Il vasto spazio esistente del capannone ex DAI è conservato nella potente scansione delle sue campate e dei suoi lucernari, e al contempo articolato a livello del suolo in una serie di paesaggi di diversa qualità che rispondono al programma previsto dal bando e lo arricchiscono di nuovi contenuti. I volumi di forma circolare che contengono le nuove funzioni – un acceleratore di start up, spazi per co-working, artigianato, un centro per l’automobilismo e il car design, spazi per musica e la ristorazione – sono tenuti insieme da vuoti collettivi di forma libera che connettono gli accessi da corso Settembrini con il sistema di spazi aperti tra i due capannoni, aprendo in maniera decisa l’ex stabilimento alla città.
La rimozione parziale dello schermo murario esistente conferisce una nuova scala e una nuova presenza urbana alla sequenza di colonne metalliche che articola il fronte e l’interno, mentre una grande passerella semicircolare sospesa sopra l’ingresso principale costituisce un convincente segno architettonico del nuovo ruolo che il complesso vuole assumere all’interno del quartiere e della città. Lo spazio alberato esistente dietro il capannone DAI è destinato a ospitare gli orti urbani e un grande spazio eventi, mentre per l’ex Gommatura sono previsti un vivaio e degli atelier.
La proposta appare quindi perseguire in forma convincente gli obiettivi richiesti, unendo una visione unitaria del complesso alla possibilità di realizzazione per fasi, la conservazione dell’esistente alla generazione di efficaci icone architettoniche capaci di guidare la trasformazione di un manufatto così importante nella storia economica e affettiva della città di Torino.
2° classificato
STUDIOATA, Torino
Consulenti: dott. Loredana Pia Raimondo, dott. Valerio Fogliati, arch. Bruno Maiolo
Il lavoro nuovamente protagonista e portatore di esperienze inclusive e aggregative. Un contenitore d’idee esistenti che possono trovare concretizzazione.
La proposta, la cui impostazione è ben rappresentata dallo slogan La Fucina del Lavoro, traduce in un layout semplice e convincente la volontà di mantenere il tema del lavoro come fulcro ideale del riuso degli spazi esistenti. Due passaggi paralleli a corso Settembrini collegano l’interno del capannone ex-DAI al centro del Design esistente; una grande agorà e uno spazio per esposizioni temporanee costituiscono le “radure” in una piccola foresta di volumi di varie dimensioni il cui numero può crescere nel tempo. Una serie di nuovi parallelepipedi vetrati e un nuovo portale “attivano” il fronte esistente su corso Settembrini, preannunciando la nuova struttura dell’interno. Dietro il capannone principale, lo spazio aperto esistente e parte del capannone Gommatura ospiteranno destinazioni sportive.
Una proposta estremamente semplice dal punto di vista spaziale e formale, capace di trasfigurare il ruolo produttivo del luogo in una realtà contemporanea nella quale la matrice storica si coniuga con nuove modalità di ricerca e innovazione.
3° classificato
PAT Architetti Associati, Torino.
Consulenti: Cz Studio Associati, dott. Francesco Fossati, dott. Fabio Busatto, Bellissimo srl, Jones Lang Lasalle spa, dott. Lorenzo Pavese.
Mirafiori Fun Factory. Un luogo rivolto non solo alla città, ma attrattivo per l’intera area metropolitana, la regione, l’Europa grazie all’insediamento di tutte le attività del tempo libero. Mirafiori fabbrica del tempo liberato dal lavoro.
Nonostante la proposta sia piuttosto laconica riguardo agli elementi architettonici che accompagnano la trasformazione proposta, l’estrema chiarezza dell’ipotesi funzionale non si esplica solo attraverso una serie di considerazioni approfondite su costi e redditività economica del nuovo utilizzo del capannone ex-DAI, ma anche attraverso un’efficace individuazione di un possibile ruolo per le peculiarità urbanistiche e spaziali del complesso nella più ampia compagine della rete metropolitana. L’accento sul tempo libero – fortemente alternativo al ruolo produttivo dello spazio precedente, ma in un certo senso ad esso complementare – può costituire un’ipotesi di riuso che sfrutti al massimo le risorse scalari e climatiche dello spazio esistente in una linea di grande economicità, rispondente alle esigenze espresse dai nuovi stili di vita e capace di condensarsi in un’immagine forte e attrattiva.
4° classificato
Arch. Tiziano Cirigliano (Torino) con arch. Roberto Le Serre.
Il capannone ex DAI diventa città popolata di spazi per il lavoro e la produzione creativa in blocchi colorati ricavati dal riutilizzo di container dismessi e migliorati energeticamente. Il grande tetto-terrazza della ex mensa è aperto a tutta la città ed è dotato di una caffetteria. La proposta affronta il tema integrando bene i diversi aspetti del problema con un buon programma di fattibilità economica e una serie di considerazioni di natura impiantistica. Una suddivisione chiara degli spazi organizza le diverse funzioni proposte nel capannone ex-Dai intorno a una sorta di “piazza” nella porzione est e un lungo percorso che lo attraversa in diagonale collegando corso Settembrini con lo spazio verde retrostante. Una terrazza verde sulla porzione piana della copertura esistente completa la proposta che intenzionalmente non introduce segni architettonici nuovi.
5° classificato
Arch. Mario Cipriano, Torino.
Benvenuti al laboratorio Mirafiori. Conservando la propria identità originaria, i grandi contenitori industriali diventano recipienti per una nuova e più ricca officina produttiva di arti performative, visive, grafiche, tecniche, tecnologiche e mediatiche.
Attraverso un layout semplice del capannone ex-Dai e un convincente disegno degli spazi aperti, la proposta genera una serie di immagini architettoniche di grande suggestione, rispondendo bene al programma iniziale e al contempo proiettando in un futuro indefinito la possibilità di un consolidamento dello stesso mediante una serie di nuovi volumi leggeri sospesi sulla copertura.
6° classificato
Ing. Tonino Fadda, Cagliari.
Consulenti: dott. Antonio Usai, architetti Andrea Fadda, Bruno Ferreira Franco, Stefano Tesotti, Federico Serra.
Dalla classe operaia alla creative-class. L’orientamento della proposta segue strategie per la competitività e l’inclusione sociale, la collaborazione tra comunità imprenditoriale, università, centri di ricerca e istituzioni pubbliche, spazi culturali.
Una serie di sovrascritture “leggere” costituite da strutture reticolari di forma libera sottolineano gli ingressi del capannone ex-Dai, dove un ristorante e una galleria-giardino – strutturano lo spazio interno puntellato da piccoli moduli di legno contenenti atelier e incubatori di imprese.
7° classificato
Mario Cucinella Architects con Magnoli & Partners, Prodim srl
Consulenti: dott. Michele Lorusso, dott. Francesca Angori, dott. Mario Giuseppe Franco Abis, avv. Guido Alberto Inzaghi, arch. Lorenzo Passafiume, Laurenzi Consulting srl., Ppan srl, Dott. Antonella Agnoli.
Da fabbrica a luogo di produzione culturale. Estendendo un principio già adottato nell’ambito del progetto per il contiguo Centro del Design, la proposta organizza il riuso degli spazi attraverso una strategia semplice ma efficace: la rimozione parziale o totale della copertura di alcune campate al fine di creare una serie di percorsi verdi in grado di organizzare lo spazio secondo diverse funzioni previste.
8° classificato
Soc. Ing. Dodi Moss srl
consulenti: avvocato Enrico Ivaldi con gli architetti Cinzia Castellaro, Irene Misurale, Silvia Reolon, Licia Di Tommaso e il light designer Liliana Iadeluca.
La proposta esprime un’idea molto chiara: valorizzare al massimo la grande scala degli spazi esistenti insediando, oltre a quelle previste dal bando, funzioni sportive di diversa natura con un investimento iniziale basso e con un alto grado di reversibilità e individuando negli sport emergenti l’attività più compatibile con spazi di grandi dimensioni praticabili a ogni ora del giorno e della notte.