Se l’esperienza di acquisto si trasforma in racconto, quello di Dolce & Gabbana assume il valore simbolico del mito.
Un mito fatto di citazioni che da qualche tempo, con i progetti dello studio Carbondale di Parigi, assumono caratteristiche immediatamente riconducibili ai Paesi e alle città dove gli store sono insediati. Stesso impegno per le vetrine, che si adeguano alle stagioni con pezzi di artigianato o antiquariato spesso degni di un museo.
Così, per l’ultima ristrutturazione dello store parigino di Rue du Faubourg St. Honoré, sono Napoleone e la di lui ex consorte Giuseppina de Beauharnais (che pure l’imperatore nel 1810 aveva fatto cancellare da un dipinto, ritenendone inopportuna la presenza) in formato extralarge a dominare le scale che conducono ai reparti uomo e donna.
Il mosaico che ritrae l´imperatore – misura 7 metri per 5 – domina la scala in marmo che conduce al reparto uomo dello store (foto ©Alessandra Chemollo). |
I due ritratti, alti 7 metri per 5, sono riproduzioni a mosaico dei ritratti di Baron François Gérard fatte a mano dalla friulana Friul Mosaic.
«Ci sono volute 4.500 ore di incollaggio e 200 ore di posa per ultimare l’opera – spiega Barbara Bertoia, una delle titolari del laboratorio di San Martino al Tagliamento fondato dal padre William – un progetto che ci rende orgogliosi, tanto più che Dolce&Gabbana ci ha scelto nuovamente dopo una prima positiva collaborazione per la loro boutique di Venezia».
Realizzati “a rovescio”, secondo la tecnica inventata per il mosaico moderno dal maestro Giandomenico Facchina di Sequals (altro friulano diventato famoso a Parigi, dove decorò l’Opera), i ritratti sono stati poi portati in Francia con un trasporto dedicato per essere poi messi a dimora dai mosaicisti di Friul Mosaic.
La tecnica ´a rovescio´: gli artigiani creano il mosaico in laboratorio tessera per tessera, per poi ´smontarlo´ e riassemblarlo in situ |
«La sfida – prosegue Barbara Bertoia – è stata quella di adattare l’opera pittorica alle esigenze tecniche dell’arte musiva. Per essere il più possibile fedeli all’originale in termini di colori, dettagli ed effetto finale, abbiamo utilizzato gli smalti veneziani che con la loro vasta gamma di colori ci hanno consentito di creare sfumature e dettagli minuziosi dei tessuti e dei mantelli. Abbiamo utilizzato anche una buona quantità di ori veneziani per dare risalto alle corone e ai gioielli oltre che ai dettagli dei troni e delle vesti delle due figure. Il numero di tessere è davvero difficile da quantificare anche perché per la realizzazione dei volti e dei vestiti abbiamo utilizzato la tecnica del micromosaico, l’unica in grado di riprodurre così fedelmente i due dipinti».
vetri smaltati e oro scelti da Friul Mosaic per riprodurre il più fedelmente possibile i colori del ritratto originale |
Il progetto di Parigi è la testimonianza di quanto l’artigianato italiano possa essere bello e prezioso in tutto il mondo. Nel prossimo futuro di Friul Mosaic ci sono nuove commesse da parte del settore. «L’alta moda – conclude Barbara Bertoia – è un ambito che sta richiedendo molti mosaici esclusivi e con il quale, quindi, stiamo collaborando positivamente».