FUNIVIA MERANO 2000

Pulizia formale, colori accesi, materiali economici e sostenibili. Con questo progetto Roland Baldi vince il Premio d´Architettura Alto Adige 2013 nella categoria turismo. Realizzata in tempi record e in grado di trasportare 120 persone per cabina a 2.000 metri d’’altezza, la nuova funivia di Merano nasce dall’adeguamento tecnico e architettonico del vecchio impianto Val di Nova-Monte Ivigna, costruito nel 1968 e non più rispondente agli attuali standard di comfort e sicurezza. Il progetto dell’architetto Roland Baldi comprendeva la parziale demolizione e ricostruzione delle due stazioni a valle e a monte e la realizzazione di una tappa intermedia con spettacolare rampa sospesa. A sottolinearne la connessione funzionale e formale, entrambe le stazioni sono state realizzate con gli stessi materiali, capaci di conferire alla struttura immediata riconoscibilità e una forte impronta contemporanea cercando al contempo di ridurre il più possibile l’impatto sull’ambiente.

Pianta del piano primo della stazione di valle 

Completamente ricostruita fino all’esistente pozzo dei contrappesi, la stazione a valle comprende due corpi edilizi sovrapposti e nettamente differenti per materiali, forma e funzione. Il primo volume si sviluppa su due livelli fuori terra con copertura piana a tetto verde e fronti in calcestruzzo a vista che rimandano alle pareti rocciose circostanti interrotti da nastri finestrati e tagli che individuano rampe, corridoi di transito e zone d’attesa. Destinato ad ospitare i principali ambienti e servizi connessi all´esercizio della funivia, questo primo edificio è intersecato da un elemento verticale che ospita il nucleo tecnico della mobilità – macchine, zona d’attesa, banchine d’imbarco e vasche per le cabine – all’interno di un involucro in acciaio chiuso su tre lati e rivestito in lamiera stirata laccata di rosso che assicura protezione dalle intemperie e un certo grado di trasparenza.

Disegno di sezione della stazione di monte

La conformazione della copertura riprende l’inclinazione delle funi e la pendenza dell´adiacente bistrò Viva. La semplicità formale dei due volumi sovrapposti favorisce un isolamento continuo a costi relativamente contenuti ed evita la formazione di ponti termici. Anch’essa completamente ricostruita con uno slittamento di circa 12 metri verso sud in direzione Piffing, la stazione a monte è composta di quattro aree differenti per trattamento materico e destinazione d’uso: un basamento interrato su due livelli realizzato in c.a. faccia a vista, un involucro in lamiera rossa che racchiude il macchinario di risalita, l’area delle banchine definita da pareti vetrate e, perpendicolare al pendio, un blocco trasversale con ristorante e area animazione per bambini che presenta una fronte chiuso progressivamente da pannelli sandwich solcati da sezioni vetrate che aprono la vista verso la valle.

Disegno della stazione intermedia

L’area del bistrò è completata da una terrazza panoramica-solarium innestata nel pendio e realizzata con una sottostruttura in metallo ricoperta da griglie in legno. Fatta eccezione per il ristorante e gli ingressi, sono state evitate grandi superfici vetrate per ridurre le dispersioni di calore e le aperture sono studiate per garantire il maggior rendimento dall’irraggiamento solare e una buona illuminazione naturale. Come per la stazione di valle e tranne che per l’involucro rosso, anche le coperture della stazione a monte sono conformate a tetto verde. 

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