Futuro Carbon-free: la caldaia a idrogeno di Baxi

Recentemente Baxi ha presentato una caldaia per uso domestico – riscaldamento e produzione di acqua calda – funzionante con puro idrogeno, di potenza termica resa di 28 kW, capace di garantire la stessa efficienza termica delle caldaie a condensazione a gas naturale. Installazione e messa in servizio sono del tutto simili a quelle delle normali caldaie, con l’enorme vantaggio di azzerare le emissioni di CO/COin ambiente e con bassissimi valori di NOX.

Il progetto è stato sviluppato nel quadro del progetto “Change with Energy” promosso dalla società capogruppo Thermea, e ha richiesto un importante impegno di risorse in Ricerca e Sviluppo, con l’obiettivo di realizzare un apparecchio in grado di funzionare secondo l’attuale standard di mercato in termini di potenze, prestazioni, dimensioni, peso, metodologia di installazione, uso e manutenzione ma facendo uso di una risorsa energetica del tutto nuova.

Spaccato del prototipo della caldaia a idrogeno di Baxi (image © courtesy Baxi)

 

L’equipe ha dovuto formarsi una cultura tecnica specifica sulla combustione dell’idrogeno, attrezzare il laboratorio per lavorare in sicurezza con miscele di metano/idrogeno e idrogeno puro, trovare partner tra i costruttori di componenti interessati a questo tipo di progetti, riuscire a certificare l’apparecchio funzionante con idrogeno puro in assenza di norma di prodotto, identificare e proteggere le soluzioni tecniche innovative. 

Nel mese di maggio 2019 l’Ente notificato tedesco DVGW ha confermato la conformità della caldaia funzionante con puro idrogeno al regolamento EU 2016/426. Il 25 giugno, inoltre, la caldaia a idrogeno è stata messa in funzione sul campo in un edificio residenziale a Rozenburg (NL). Un risultato senza precedenti, destinato ad essere solo un primo passo verso una nuova era di caldaie.  

A seguito della fase di sviluppo progettuale la caldaia è attualmente in fase di validazione in utenza.

Progetti quali Hy4Heat nel Regno Unito e P2G Rozenburg nei Paesi Bassi sono un primo esempio selezionato per il 2019-2020. Nuove opportunità e attività di Gruppo sono in fase di definizione in Italia, Germania, Belgio, Francia e Spagna.  

Affrontare l’emergenza ambientale senza tornare alle caverne. In estrema sintesi è quanto sta facendo la ricerca scientifica e lo sviluppo di soluzioni tecnologiche per stabilire nuovi paradigmi di sviluppo liberi dall’uso di fonti fossili clima-alteranti.

Il ricorso all’idrogeno è una delle ipotesi di lavoro più interessanti e nel 2018 erano ben 128 i progetti – operativi, in corso o da finanziare – in campo in Europa. 

Attualmente la produzione di idrogeno è a saldo zero: l’energia che può restituire è pari a quella impiegata per il processo di estrazione per elettrolisi dall’acqua, ma se l’energia impiegata nel processo proviene da fonti rinnovabili ma instabili, come il solare e l’eolico, ecco che con il concetto ‘Power-to-Gas’ (P2G) l’idrogeno diventerebbe un eccellente accumulatore di energia veicolata, tra gli altri modi, attraverso le reti gas esistenti. 


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