Gae Aulenti, una grande retrospettiva in Triennale Milano

Alle mostre di Triennale Milano dedicate ad Alessandro Mendini (fino al 13 ottobre) e Roberto Sambonet (fino all’8 settembre) si aggiunge ora, al piano terra, quella su Gae Aulenti (1927-2012), che rimarrà aperta fino al 12 gennaio 2025.

Realizzata con la collaborazione dell’Archivio Gae Aulenti e curata da Giovanni Agosti con Nina Artioli, direttrice dell’Archivio Gae Aulenti, e Nina Bassoli, curatrice per Architettura, rigenerazione urbana e città di Triennale, Gae Aulenti (1927-2012) si apre con la ricostruzione dell'”Arrivo al mare”, l’allestimento che Gae Aulenti realizzò nel 1964 per la XIII Triennale, che nel pieno del boom economico affrontava il tema del tempo libero.

 

Ricostruzione del concessionario Fiat di Zurigo, 1973, ph. ©Alessandro Saletta – DSL Studio.

 

Di sé stessa, ‘Gae’ amava dire: «L’architetto: un mestiere da uomini, ma ho sempre fatto finta di niente». E dall’esposizione si intuisce l’indipendenza e la determinazione che hanno caratterizzato i suoi oltre settant’anni di carriera.

 

Ritratto di Gae Aulenti, foto Cesare Colombo / Courtesy Archivio Cesare Colombo.

 

La mostra, come spiega Giovanni Agosti, si fonda su un riesame oggettivo, il più oggettivo possibile, cercando di allargare il raggio delle fonti. «Le avevo detto che prima o poi avrei scritto un libro su di lei o meglio sui mondi da lei attraversati».
E così l’allestimento – curato dallo studio Tspoon – definisce un viaggio attraverso la ricostruzione di una serie di architetture, interni e scenografie prodotte da Gae: un percorso continuo da attraversare tra mondi diversi che si susseguono uno dietro l’altro nello scorrere del tempo e dello spazio.
Sono 13 spazi di tipologie diverse che non si dispongono come un’infilata di stanze da museo ma sì ‘incastrano’ l’uno nell’altro così da poter trapassare da un negozio di macchine da scrivere in Sud America a un salotto borghese in Liguria, da un concessionario Fiat di Zurigo alla scenografia per Le Baccanti di Euripide messo in scena nel 1977 con la regia di Luca Ronconi.

 

Prospetto Cadorna,1999 © Archivio Gae Aulenti.

 

Spiegano i progettisti dell’allestimento: «La prima operazione è stata quella di selezionare i progetti da mettere in scena, scegliendo tra le molte architetture che ha progettato, allestimenti, showroom, case, scenografie, musei, auditorium, aeroporti. Successivamente, attraverso un’attenta e meravigliata osservazione dei numerosi documenti d’archivio, sono state identificate le caratteristiche degli spazi da ricostruire, individuando per ogni progetto gli elementi fondamentali, quelli che più lo identificano e capaci di rappresentarne una sintesi efficace. Per concentrare tutti i progetti scelti nelle sale della Triennale, le spazialità originali sono state reinterpretate. Utilizzando frammenti e citazioni abbiamo riproporzionato gli ambienti, cercando di mantenere i rapporti tra le componenti, ridefinito i contorni, in un collage tridimensionale di architetture».

 

Elektra, 1994 – Foto di Lelli & Masotti © Teatro alla Scala.

 

Per alcuni spazi si è scelta la parte per il tutto: è il caso del Musée d’Orsay, rappresentato da una porzione della panca lineare, che si sviluppa lungo lo spazio pubblico della navata centrale.

 

Musée d’Orsay, Parigi, 1986, ph. ©Mario Carrieri.

 

La combinazione tra gli spazi si basa inoltre su un’attenta osservazione dei punti di vista che si vengono a creare nell’attraversamento tra un progetto e l’altro, con la volontà di comporre un paesaggio vario e complesso che si sviluppa lungo il percorso della mostra e che propone al visitatore un concetto molto chiaro espresso da Gae Aulenti: «L’intento del progetto è quello di creare un rapporto con il visitatore tale da provocare una dinamica di reciproche responsabilità. Il sistema espositivo non può essere un semplice supporto del materiale da rappresentare, ma deve partecipare a esso, esserne coinvolto e, insieme, coinvolgere lo spettatore, con chiara volontà».

 

Aeroporto di Perugia, ph. ©Federico Ventriglia.

 

Tutt’intorno all’architettura cubista si trovano, esposti in modo più convenzionale, molteplici disegni, fotografie, maquette e frammenti di vita privata.

La mostra è accompagnata da alcuni prodotti editoriali pubblicati da Electa: una guida, che illustra gli spazi e i progetti visibili all’interno dell’esposizione, un mazzo di carte, concepito come mappa figurata delle relazioni intrattenute da Gae Aulenti, e un catalogo, la cui uscita è prevista per l’autunno.

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