Accadde vicino a Pisa, nella tenuta di San Rossore, uno degli atti più spregevoli della storia d’Italia: la firma, nel 1938, della legge ‘in difesa della razza’ da parte di Vittorio Emanuele III. Oggi “San Rossore 1938” è il nome assegnato al nuovo polo didattico dell’Università di Pisa, realizzato su progetto dello studio Heliopolis 21 Architetti Associati, destinato all’area Umanistica e a quella Biologica, ossia il “dipartimento di civiltà e forme del sapere”, come lo ha definito Liliana Segre che nell’auditorium ha tenuto una lectio in occasione della laurea honoris causa in Scienze per la pace conferitale di recente.
Situato nel centro storico di Pisa, tra le mura duecentesche e piazza dei Miracoli, il nuovo Polo didattico universitario si sviluppa su 3.000 metri quadrati e comprende 11 aule, 4 laboratori e un’aula magna da 200 posti.
Il progetto ha affrontato temi salienti quali il diritto alla città, con la bonifica di un terreno inquinato che per decenni aveva ospitato un’azienda farmaceutica, e il libero accesso allo spazio aperto interno, il ‘Giardino della Memoria’, privo di filtri e barriere architettoniche.
L’edificio è anche un esempio di Nzeb: progettato (in collaborazione con l’architetto svizzero Roger Diener) per ridurre l’energia incorporata nei materiali e nella costruzione eliminando tutti gli elementi superflui dal disegno dei quattro volumi che con altezze differenti, proporzioni, allineamenti e ritmo delle aperture si adattano in chiave moderna al contesto della città storica.
Il rigore formale e il minimalismo espressivo del nuovo polo didattico sono la conseguenza di un’esigenza, un manifesto in forma di costruzione: «di questo rigore etico– commentano dallo studio Heliopolis 21 – non possiamo che ringraziare l’Università, che mai, in questi anni, ha voluto barattare un grammo di riduzione di CO2 in cambio di un facile consenso momentaneo».
L’involucro autoportante in cemento armato si somma ad altre attenzioni per le risorse naturali: l’apparato di recupero delle acque piovane per l’irrigazione del giardino di corte (di prossimo completamento), l’installazione di erogatori plastic-free d’acqua pubblica, e un sistema geotermico sperimentale misto con tre pozzi che raggiungono i 160 metri di profondità e 38 sonde a -110 metri che alimentano due pompe di calore separate, rendendo il Polo della Memoria San Rossore 1938 sostanzialmente autosufficiente. A ciò va aggiunto un sistema di illuminazione intelligente, la cui intensità è regolata in base alla luce naturale attraverso fotosensori e schermature solari domotiche. Accorgimenti che consentiranno un risparmio annuo di 89 tonnellate di CO2.
Heliopolis 21
Fondato da Alessandro Melis (nella foto), curatore del Padiglione Italia alla 17. Mostra Internazionale di Architettura alla Biennale di Venezia, e Gian Luigi Melis – Heliopolis 21 è uno studio di progettazione noto a livello internazionale per l’alto tasso d’innovazione tecnologica e attenzione climatico-ambientale dei suoi interventi.
Heliopolis 21 – con partner Nico Panizzi, associati Ilaria Fuzzetti, Filippo Mariani, Laura Luperi e un team formato da una decina di ingegneri e architetti – è responsabile del progetto di allestimento generale del Padiglione Italia alla 17. Mostra Internazionale di Architettura alla Biennale di Venezia (2021) all’insegna del riuso, del riciclo e della resilienza.
Attualmente impegnato in Italia, Messico, UK, Germania, USA e Nuova Zelanda, lo studio è attivo nei campi dell’architettura sostenibile, dell’urbanistica, del paesaggio, della ricerca, della educazione universitaria, della gestione di processi partecipativi, e ha sede a Pisa, Portsmouth e Berlino.
Tra i progetti più recenti, il polo fieristico e il nuovo palasport di Riva del Garda, il nuovo ospedale della Fondazione Stella Maris a Pisa, il centro polifunzionale di Fonte Mazzola (PI), mentre numerosi sono i riconoscimenti ottenuti e i concorsi vinti in Italia e all’estero.