La mostra Monumenti, inaugurata lo scorso 8 dicembre e aperta al pubblico fino al prossimo 21 marzo presso il chiostro di Santa Caterina a Formiello, sede della fondazione Made in Cloister, è frutto di un incontro tra l’artista cinese Liu Jianhua e gli abitanti del quartiere popolare e multietnico di Porta Capuana di Napoli.
I Monumenti sono i migranti e le loro storie, che l’artista cinese racconta attraverso 23 strutture monumentali alte circa 2 metri che poggiano su grandi piedistalli in ceramica pennellata a mano dai maestri decoratori della Ceramica di Vietri Francesco De Maio.
Al centro del chiostro una scultura in cartapesta, realizzata come le altre dall’artigiano Carlo Nappi, raffigura una madre e una figlia. Le basi dei monumenti sono ricoperte da maioliche policrome 13 x 13 cm pennellate a mano dai maestri decoratori della Ceramica di Vietri Francesco De Maio per un totale di 92 sfumature, come gli antichi mosaici che nel ‘700 decoravano chiese e palazzi patrizi di Napoli, qui invece usati per parlare di una società di indigenti.
«La produzione e l’uso di piastrelle di ceramica a Napoli– dice Liu Jianhua – ha una lunga e ricca tradizione. Possiamo ancora vedere alcune di queste decorazioni a Pompei. Spero di continuare questa straordinaria storia inMonumenti rovesciando l’immagine stereotipata del ‘monumento’».
L´artista Liu Jianhua ha vissuto per un mese con gli artigiani e i migranti nel quartiere di Porta Capuana |
Intorno all’installazione, duemila fiori di porcellana di Capodimonte, realizzati dall’artista nella bottega dell’artigiano Pasquale De Palma e prodotti poi dagli studenti e dai maestri ceramisti dell’Istituto della Ceramica e della Porcellana Caselli-De Sanctis, evocano la fragilità delle vite dei migranti.
A desacralizzare del tutto l’idea di monumento come omaggio a personalità illustri il video in cui sono cucite insieme le storie e le memorie di donne e uomini che per le più diverse ragioni – ciascuno con la propria storia – hanno dovuto abbandonare la loro terra.
Monumenti, dunque, eretti a memoria di un’umanità dolente e alla sua dignità e nella quale convergono saperi e tradizioni artigiane che uniscono culture lontane come quella partenopea e cinese, coltivate e perfezionate negli stessi ambienti urbani dove oggi vengono accolti i migranti.
«Erigere monumenti dedicati alle classi subalterne – prosegue Lin Jianhua – e mostrare le loro vite in uno spazio pubblico significa innescare conversazioni tra classi sociali diverse» e promuovere così un dibattito che conduce all’integrazione e alla convivenza tra culture diverse.
Arte come strumento di trasformazione sociale: l’obiettivo principale della Fondazione Made in Cloister, pienamente condiviso dalla Ceramica Francesco de Maio: «siamo lieti di sostenere la realizzazione di Monumenti, piedistalli per corpi che per la prima volta un artista come Liu Jianhua ha reso protagonisti dando loro voce e volti – dice Patrizia Famiglietti, art director della Ceramica Francesco de Maio. Nel nostro primo incontro mi disse che di Napoli conosceva solo il calcio e Pompei, ma sicuramente durante il suo soggiorno qui avrà avuto modo di conoscerla bene apprezzandone i mille colori cantati da Pino Daniele. Tradurli tutti in ceramica non è un compito facile ma la componente umana delle nostre lavorazioni ha ampiamente contribuito a realizzare le 92 nuances pennellate a mano dai nostri maestri decoratori».