L’attività lavorativa a distanza imposta da Covid-19 ha accelerato una nuova dimensione di lavoro fatta di flessibilità e telelavoro, condivisione di spazi, esperienze e servizi.
Siamo di fronte a un cambiamento sul fronte del lavoro al quale il co-working Ultraspazio di Torino, che già ospita al suo interno imprese attive in svariati settori, cerca di rispondere in modo innovativo, promuovendo una sinergia con la città e con l’ambiente in una logica di smart city e sostenibilità.
Parte dal capoluogo piemontese infatti un progetto di co-working diffuso che, grazie a una app, mette in rete i co-worker e mappa i quartieri cittadini indicando i servizi e le risorse presenti per creare un modello di economia cosiddetta di prossimità.
Cuore pulsante di Ultraspazio è Ultradistrict Living Lab, un progetto finalizzato a realizzare un modello di economia circolare e di prossimità, avvicinando al tessuto urbano non solo i co-workers, ma tutti gli abitanti del quartiere e, nello stesso tempo, studiando nuove soluzioni per uno smart working più ecologico.
Alla base del progetto c’è la piattaforma digitale Ultra App, che sarà lanciata nei prossimi mesi e che permetterà all’utente di geo-localizzare tutti luoghi di lavoro condiviso presenti in città, in modo da scegliere quello più adatto alle proprie necessità nel lungo e nel breve periodo.
L’app rileva lo spazio di co-working più vicino alla propria abitazione o alle esigenze di giornata, ne indica la capienza, la tipologia e il costo, il numero di presenze al suo interno, la disponibilità di parcheggio, suggerisce le modalità di spostamento eco-sostenibile e consente di prenotare in tempo reale una stanza, una postazione o anche solo la sala riunioni per il tempo necessario.
Co-workers e cittadini potranno così conoscere le differenti risorse presenti nei singoli quartieri in un virtuoso network territoriale (dagli asili alle soluzioni di mobilità sostenibile ai locali per il pranzo e l’aperitivo). In questo modo le persone potranno organizzarsi e gestire gli spostamenti in modo intelligente, costruire nuove relazioni e contribuire concretamente all’economia delle piccole realtà del quartiere. Anche in questo caso si può prenotare e pagare in tempo reale il servizio richiesto tramite l’app, contribuendo a nuove pratiche di sharing economy che valorizzano il tessuto sociale e la rinascita urbana.
Gli stessi proprietari di immobili potranno utilizzare l’app a proprio vantaggio, mettendo in rete e proponendo come spazi di co-working i locali inutilizzati o sottoutilizzati, che siano alloggi, giardini, sale riunioni di un albergo o di uno studio professionale, caffetterie, ville, edifici di proprietà comunale, statale o della curia.
Altro punto cardine del progetto Ultradistrict è il concept UltraHabitat, finalizzato alla conversione di edifici ad uso ufficio in chiave innovativa e sostenibile, anche nel rispetto delle nuove normative imposte da Covid-19.
Il concept, in fase di sperimentazione, sarà applicabile a spazi di relazione, sale riunioni, postazioni di lavoro, sale espositive e per eventi e ristorazione, anche per rispondere alle esigenze di giovani creativi, designer e start-up.
Ezio Gaude, ceo di Ultraspazio. |
«Ultradistrict Living Lab vuole essere un luogo aperto di innovazione che coinvolge la community di Ultraspazio nelle fasi di co-creazione, esplorazione, sperimentazione e valutazione – spiega l’architetto Ezio Gaude, ceo di Ultraspazio e promotore dell’Ultradistrict Living Lab.
Obiettivo finale del progetto è aprire nuove strade per lo smart working, offrendo al contempo soluzioni innovative per una città più sostenibile a livello sociale, economico e ambientale. Tutti trarranno beneficio da questo progetto: i lavoratori autonomi, che potranno gestire la propria attività in un modo più flessibile e organizzato; le aziende private o pubbliche, invogliate a sviluppare nuove opportunità di coinvolgimento professionale per i propri collaboratori e dipendenti; i gestori di spazi di co-working, che entreranno in una rete capace di incrementare il business e di rimodernizzare in modo green le loro proprietà; i proprietari di immobili, che indirizzeranno i locali inutilizzati verso nuove applicazioni; le attività commerciali di quartiere che potranno promuoversi e avvicinare nuovi clienti in un’ottica di economia circolare di prossimità.
Ma, più in generale, tutti i cittadini che utilizzeranno una città smart, efficiente e sostenibile».
Attualmente il co-working diffuso coinvolge altre cinque realtà torinesi.
Il co-working di giornalisti Spazi Inclusi di Torino. |
Oltre a Ultraspazio, sono presenti anche Spazi Inclusi, realtà nata nel 2013 e i cui uffici di via Po mettono in rete giornalisti e professionisti della comunicazione, l’albergo Golden Palace in via Arcivescovado, con le formule breakfast & lunch associate all’utilizzo delle sale riunioni e delle postazioni di lavoro, la versatile Sala Tabacchi dello studio di architettura Ata nel quartiere San Salvario in via Belfiore, il luminoso loft Out Of Office dell’agenza di comunicazione Bellissimo in via Regaldi.
Il loft di Out of Office dell´agenzia di comunicazione Bellissmo di Torino. |
Il progetto Ultradistrict Living Lab parte dal quartiere San Paolo di Torino con l’idea di diventare un modello cittadino e poi nazionale e ampliarsi successivamente anche oltre confine. Un respiro internazionale che Ultraspazio ha già fatto proprio con l’apertura di due sedi a Shanghai e Beirut per incentivare i rapporti delle aziende italiane con l’estero attraverso il co-working e i servizi connessi.