Presentato ufficialmente al recente Salone del Mobile, il marchio Matteo Thun Atelier crea, in stretta collaborazione con artigiani italiani, collezioni di arredo, luce e oggetti decorativi di vetro e ceramica – per progetti negli ambiti hospitality, healthcare e residenziale.
Un tempo componente normale e ovvia della vita quotidiana (anzi, agli albori della civiltà componente fondativa delle città), l’artigiano e l’artigianato, sopraffatti dall’industria di massa e dalla civiltà dei consumi sembravano fino a trent’anni fa specie in via di estinzione. In seguito, tendenze di opinione analoghe a quelle che hanno portato alla nascita e al successo di movimenti come Slow Food, insieme a una crescente domanda di esclusività che si potesse esprimere in pezzi “unici” e molto costosi, e oggi infine anche alla necessità di “inventarsi un lavoro” della generazione dei millennials, hanno condotto alla riscoperta dei mestieri e del saper fare artigiani.
Un saper fare e una conoscenza dei materiali che ha nuovamente avvicinato architetti e designer a un universo, tanto nascosto quanto prezioso, di persone e piccole reti capaci di trasformare in realtà i dettagli più studiati e minuti di un progetto. Ma capaci anche di eseguire importanti opere su misura, specialmente nel campo dell’ospitalità e del retail di buon livello: oggi artigiani italiani che non figurano tra i credits di progetto operano in grandi interventi in tutto il mondo e in tutti i settori (arredi, pavimenti, rivestimenti), mentre altri, in città e nella provincia italiana, proseguono senza clamore attività avviate dalle precedenti generazioni.
Uno dei laboratori dive Matteo Thun Atelier realizza i propri prodotti (foto ©Benedetto Fasciana) |
Nel suo lavoro di progettista dell’ospitalità Matteo Thun ha avuto il privilegio di conoscere molti artigiani, apprezzandone il lavoro e la bellezza di un design anonimo, che privilegia la funzione trascurando l’ego del “creatore”.
La rete messa a punto dall’Atelier – entità distinta dallo studio di progettazione di Thun – dà vita in questo modo a prodotti senza tempo, costruiti con passione e precisione a partire da materiali semplici e naturali, ai quali basta un piccolo tocco per diventare elementi che possano accompagnare l’abitare con poesia, infondendogli serenità.
Oggetti in ceramica di Matteo Thun Atelier (foto ©Marco Bertolini) |
Al contrario di analoghe iniziative sorte negli ultimi anni, in Matteo Thun Atelier troviamo collezioni di arredo, luce e oggetti decorativi di vetro e ceramica il cui valore aggiunto non è il prezzo inarrivabile e la cosiddetta esclusività ma il benessere generato dal piacere di un oggetto confortevole e fatto bene, con semplicità e con materiali naturali.
Pur rivolgendosi anche alla residenza, Matteo Thun Atelier si indirizza infatti in primo luogo verso progetti in ambito hospitality e healthcare nei quali il budget è un elemento importante di cui tenere conto.
Oggetti in vetro, la rivisitazione della “chiavarina” e lampade prodotte da Matteo Thun Atelier (foto ©Marco Bertolini) |
Matteo Thun Atelier, oltre al fondatore, è: Benedetto Fasciana; Alvise Dolcetta, Giulia Mondello, Cesare Invernizzi.
Alcuni oggetti di Matteo Thun Atelier sono visibili a Milano da: Dilmos, piazza San Marco 1; Oro Incenso e Mirra, via San Fermo 15; Bredaquaranta Brerastore, via Fatebenefratelli 10; Il Valore Aggiunto, via Mameli 3.