Il masterplan Farini a OMA e Laboratorio Permanente

È Agenti Climatici, del team Oma e Laboratorio Permanente, il progetto vincitore del Concorso Farini per il masterplan di trasformazione e rigenerazione urbana degli scali ferroviari Milano Farini e Milano San Cristoforo.

La scelta è arrivata dopo la selezione dei progetti dei cinque team finalisti: Baukuh, Oma, Arup, Grimshaw e Kengo Kuma and Associates Europe.

Ippolito Pestellini Laparelli e Reinier de Graaf di Oma e Nicola Russi, Angelica Sylos Labini e Amedeo Noris di Laboratorio Permanente hanno co-diretto il team multidisciplinare composto da Philippe Rahm Architects, studio specializzato in progettazione meteorologica, Vogt Landscape Architects (paesaggio), Arcadis Italia per la progettazione ambientale, Net Engineering per la progettazione trasportistica, Ezio Micelli, esperto di politiche urbane, l’architetto Luca Cozzani e l’associazione culturale di innovazione sociale Temporiuso.

L´area dello Scalo Farini secondo il masterplan vincitore del Concorso Farini (courtesy, Oma e Laborotario Permanente)

Verde e sostenibilità rappresentano il cuore del masterplan, così come previsto dall’accordo di programma sottoscritto due anni fa da Comune, Regione, Ferrovie dello stato e Coima Sgr.

La superficie dello scalo San Cristoforo (140mila mq) sarà interamente destinata a verde, mentre nell’ex scalo Farini (468mila mq) nascerà un grande parco unitario di 300mila metri quadrati, oltre a servizi e residenza, con varie destinazioni (sociale, convenzionata e libera).

Più nel dettaglio, la proposta prevede due nuovi dispositivi ambientali: il primo, verde, dato da un grande bosco lineare nello scalo Farini in grado di raffrescare i venti caldi provenienti da sud-ovest (Limpidarium d’aria) e di depurare l’aria; l’altro, blu, che prevede un lungo sistema lineare nell’area dell’ex scalo di San Cristoforo per la depurazione delle acque (Limpidarium d’acqua).

Il Limpidarium d’aria si compone di una fascia di alberi di grandi dimensioni, piantati lungo tutto il versante sud-ovest dell’area Farini su entrambi i lati della ferrovia. Un habitat ideale per trascorrere il tempo libero all’aperto e contemporaneamente un filtro ecologico che riduce l’isola di calore generata dalla città, e che filtra l’inquinamento trasportato dal vento dominante, che in estate a Milano soffia da sud-ovest.

Il dispositivo viene utilizzato per generare ombra e aria fresca grazie all’evaporazione delle fronde degli alberi e all’umidità prodotta, che riduce la temperatura dell’aria. Una nuova aria, più fresca e meno inquinata, si espande per convezione in tutto il quartiere, mitigando l´effetto ´isola di calore´ della città e l´inquinamento atmosferico.

L’orientamento prevalente del tessuto edilizio si sviluppa trasversalmente al parco favorendo in tutta l’area la libera circolazione di una nuova brezza.

Per quanto riguarda il programma dell´area Farini (dove è già previsto l´immediato insediamento di parte dell´Accademia di Belle Arti di Brera), nello scenario ritenuto di massima probabilità il progetto propone che le tradizionali attività traino dello sviluppo immobiliare – in particolare il terziario e la residenza – siano affiancate dai luoghi della produzione culturale e dagli spazi destinati alla nuova manifattura urbana.

Il quartiere diviene modello di uno sviluppo in cui la rigenerazione urbana è affidata non solo alla progettazione di attrezzature e infrastrutture collettive, ma anche ad un preciso insieme di attività private in grado di promuovere innovazione e valore sociale.

Il ruolo svolto dagli spazi dedicati all’urban manufacturing e dalla produzione culturale concepito ma anche in ragione della funzione sociale che queste attività sono in grado di svolgere nel più ampio disegno di una città inclusiva e coesa.

Il riuso e la valorizzazione del patrimonio esistente – per ben 48.000 mq – rappresentano in questo senso scelte coerenti con la volontà di offrire spazi già oggi immediatamente adattabili alla visione strategica dell’area, in coerenza rispetto agli obiettivi di sostenibilità e circolarità sottesi al complessivo progetto di trasformazione dello Scalo.

 

San Cristoforo

Il Limpidarium d’acqua dello scalo di San Cristoforo funziona invece da filtro di depurazione delle acque provenienti da nord-ovest e che discendono verso il paesaggio agricolo a sud-est della città.

Il dispositivo si basa su principi completamente naturali: scorrendo all’interno dello spessore ambientale, l’acqua viene filtrata meccanicamente e rigenerata biologicamente attraverso specie differenti di piante acquatiche selezionate per assorbire e trattenere contaminanti organici e inorganici. Alla fine di questo processo, l’acqua diviene balneabile e alimenta alcune piscine naturali prima di proseguire il suo corso verso sud-est dove può essere reimmessa nel territorio in forma depurata.

Esempio di funzionamento del Limpidarium d´acqua del Parco San Cristoforo (courtesy Oma e Laboratorio Permanente)

L´annuncio del progetto vincitore è stato dato da Dominique Perrault, presidente della giuria. Alla conferenza stampa erano presenti l’assessore all’Urbanistica del comune di Milano Pierfrancesco Maran, il vicepresidente di Fs Sistemi Urbani Carlo De Vito, l’amministratore delegato di Coima Sgr Manfredi Catella e i professionisti degli studi vincitori.

«Il progetto è rispettoso della storia urbana della città con vie, piazze, giardini, parchi e introduce grande flessibilità e diversità di utilizzo per la popolazione – ha affermato Perrault. È una strategia di sviluppo urbano per poter vivere e lavorare nel nuovo quartiere Farini e muoversi con spostamenti ciclabili pedonali. Il progetto si inserisce nella strategia del Comune per l’adattamento ai cambiamenti climatici e la resilienza urbana attraverso il ruolo delle alberature e degli specchi d’acqua, che permettono di raffrescare l’aria della città e di ridurre l’impatto dell’inquinamento sulla salute delle persone».

Secondo i progettisti di Oma e Laboratorio Permanente «I due nuovi parchi sono concepiti come filtri ecologici in grado di depurare l’ecosistema cittadino. In Farini una griglia urbana di verde attrezzato e spazi pubblici definisce relazioni di continuità con il contesto circostante e si rende resiliente allo sviluppo economico della città prendendone in prestito i principi insediativi. San Cristoforo diventa un common ground alla scala metropolitana per la comunità umana e non».

«Il sistema degli scali ferroviari composto da Garibaldi Repubblica, oggi rigenerato nel quartiere di Porta Nuova, e dallo scalo Valtellina-Farini, rappresenta una tra le più importanti riqualificazioni urbane al mondo, paragonabile a Canary Wharf a Londra e alla Défense a Parigi – dice Manfredi Catella, amministratore delegato di Coima SgrSiamo pronti ad avviare lo sviluppo della prima fase dello scalo, che avrà il compito di unire Porta Nuova a Farini, in un asse strategico della città che potrà continuare attraverso la Bovisa fino alle aree dell’ex-Expo».

Il masterplan, frutto di un concorso internazionale, verrà accompagnato da una fase di consultazione pubblica, che prenderà il via il 17 aprile prossimo, a cui faranno seguito alcuni tavoli operativi per una condivisione delle principali scelte.

La riqualificazione di questi due scali rientra nel progetto di rifunzionalizzazione dei sette siti ferroviari milanesi  dismessi (Farini, Porta Romana, Porta Genova, Greco-Breda, Lambrate, Rogoredo, San Cristoforo).

Alla prima fase del concorso internazionale, promosso da Fs Sistemi Urbani e da Coima Sgr, società di gestione patrimoniale di fondi di investimento immobiliare e proprietaria, all’interno dello scalo Farini, dell’area Valtellina, hanno partecipato circa 50 team multidisciplinari italiani e internazionali.

Come dichiarato dall’assessore Maran nel corso della conferenza stampa, tra poco più di un mese verrà presentato il progetto di un altro ex scalo ferroviario, quello di Greco-Pirelli.

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