Nella prima rivoluzione industriale, il welfare era affidato al capitalismo paternalistico: oltre che ‘padrone’ dell’azienda, l’imprenditore era anche ‘padre’ delle famiglie dei suoi lavoratori. Nacquero così anche in Italia i villaggi industriali – il più noto è forse Crespi d’Adda – come la borgata Leumann, edificata alla fine dell’Ottocento a Collegno, alle porte di Torino, dall’imprenditore svizzero Napoleone Leumann, che trasferì qui il Cotonificio Leumann, azienda di notevoli dimensioni e prestigio.
Leumann incarico l’ingegnere Pietro Fenoglio di costruire un complesso residenziale e assistenziale per gli operai che lavoravano nella fabbrica: una città nella città di circa 60 edifici, su una superficie di oltre 70mila metri quadrati.
Ora la mostra Villaggio Leumann, da 150 anni passato e futuro si incontrano al centro culturale Polo del 900 a Torino, curata della dall’Associazione Kòres, celebra la storia della comunità operaia di Collegno, esempio di Liberty industriale, fino all’11 gennaio 2025.
Sono esposte fotografie di Renzo Miglio, foto d’epoca, documenti inediti tratti del carteggio tra Leumann e Fenoglio, manifesti liberty e tanti oggetti che testimoniano la storia del villaggio e dell’opificio, provenienti da archivi privati e mai esposti al pubblico.
In mostra anche i risultati del workshop FotoViviamo Leumann curato da Fotogruppo l’Incontro con lo scopo di evidenziare particolari architettonici, pittorici e scultorei dello stile Liberty industriale del villaggio.
Viene inoltre presentato in anteprima il progetto V.O.C.A.LE (Villaggi Operai, Cultura ed Arte al Leumann), vincitore del bando Ecosistemi Culturali di Fondazione CDP – l’ente non profit del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, che partirà ad aprile 2025 e metterà a disposizione di tutti coloro che visiteranno il villaggio un’applicazione con cui immergersi nella realtà di questo luogo attraverso itinerari tematici che toccheranno l’arte, la sostenibilità sociale, la storia, il territorio.
Come parte integrante del progetto, verranno attivati contatti e scambi con altre realtà di villaggi industriali europei per mettere in luce la complessità e le valenze del fenomeno del paternalismo industriale ottocentesco e per far conoscere all’estero la realtà piemontese.