JUNYA ISHIGAMI VINCE IL BSI AWARD 2016

L’architetto giapponese Junya Ishigami (42 anni) vincitore della V edizione del BSI Swiss Architectural Award riceve ufficialmente il premio questa sera, 29 settembre, a Mendrisio, durante una breve cerimonia con gli interventi di Mario Botta, presidente della giuria e v.p. della BSI Architectural Foundation, Marc Collomb, direttore dell’Accademia di architettura di Mendrisio, Renato Santi, Ceo di BSI Svizzera e Europa, e Nicola Navone, segretario del Premio e curatore della mostra che comprende tutti i lavori presentati dai 28 candidati al Premio.

Anche la mostra, che rimarrà aperta al pubblico fino al prossimo 23 ottobre, inaugura stasera. 

I progetti di Ishigami partono e si sviluppano dagli spazi interni con l’intento di ricreare, attraverso gli elementi dell’architettura, ambienti e percorsi che rassomiglino alla natura, come nel laboratorio del Kanagawa Institute of Technology (Kait) dove 305 pilastri in acciaio, tutti diversi tra loro secondo un abaco di progetto che ne definisce dimensioni e orientamento, apparentemente disposti secondo un ordine casuale sulla superficie di 2.000 mq dell’edificio, disegnano percorsi che si modificano costantemente secondo il punto di osservazione, come in una foresta. Le viste aperte sull’esterno grazie a un involucro interamente trasparente completano la sensazione di libertà trasmessa da un luogo di lavoro inconsueto e sicuramente controtendenza rispetto ai building per uffici cui viene normalmente richiesta un’ampia pianta libera.

il laboratorio del Kait, foto © Enrico Cano

 

l´abaco delle dimensioni e dell´orientamento dei 305 pilastri del laboratorio, tutti diversi tra loro (© Junya Ishigami)

Lo stesso esercizio che Ishigami aveva applicato alla realizzazione del padiglione del Giappone per l’11esima Biennale di Venezia (2008), progettato come una serra.

Particolare dell´interno del padiglione del Giappone all´11esima Biennale di Architettura di Venezia (2008, disegnato da Junya Ishigami

 

Natura introiettata in altra maniera nel suo terzo progetto premiato, la casa per due giovani sposi, un’abitazione su due piani contenuta all’interno di un involucro che ricomprende, a doppia altezza, un giardino giapponese ripensato secondo modi (e possibilità di manutenzione) contemporanei come ulteriore ambiente della casa, allo stesso tempo accesso, corte e apertura verso una natura “domestica”. Le forme, i segni sul territorio interessano poco a questo giovane architetto che con il suo studio opera ormai in campo internazionale, e infatti le sue architetture non appaiono come icone o landmark ma ricercano costantemente nuove forme di benessere per coloro che le abitano.

una vista dell´interno della casa con piante (Tokyo, 2010-2012, foto courtesy Junya Ishigami + associates)

 

Per qualità delle segnalazioni, livello della giuria, curatela (la mostra e il catalogo dei progetti selezionati, 28 in questa edizione, provenienti da 17 Paesi) e consistenza della dotazione (100.000 franchi svizzeri), in soli dieci anni il BSI Swiss Architectural Award ha acquistato rilevanza internazionale. Riprova della capacità del Premio biennale di intercettare talenti promettenti l’attenzione suscitata dai lavori di Francis Diebedò Kere, vincitore del BSI Award già nel 2010, e il Leone d’oro ricevuto quest’anno a Venezia dall’architetto paraguegno Solano Benitez, vincitore nel 2008 della prima edizione del Premio voluto dalla BSI Foundation.

 

BSI Swiss Architectural Award 2016

a cura di Nicola Navone.

 

  • Dove Galleria dell’Accademia, Accademia di architettura, Mendrisio.
  • Quando 30 set – 23 ott 2016
  • Orario mar-ven 16:00-19:30, sab-dom 13:00-18:00
  • Ingresso libero

 

Catalogo BSI Swiss Architectural Award 2016

a cura di Nicola Navone, testi Ita-En, Mendrisio Academy Press e Silvana Editoriale

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