Inaugura questa sera al Palazzo della Permanente Mobili di Cantù, dove rimarrà aperta fino al 22 ottobre, la mostra “Gio Ponti e Cantù. 1923-1973. Design e artigianato del mobile dalla Rinascente alla Selettiva”.
Curata dall’architetto Tiziano Casartelli”, la mostra analizza il rapporto tra Gio Ponti e alcune aziende canturine nell’arco di quasi mezzo secolo, dal 1923, data di inizio della collaborazione di Ponti con la bottega Paolo Lietti e figli, al 1955, quando Gio Ponti fu chiamato a organizzare la prima Selettiva, fino al 1973, alla mostra dedicata a 10 grandi designer che con gli artigiani Cantù hanno avuto una frequentazione continua.
Con una serie inedita di documenti, fotografie e riviste dell’epoca, oltre a quelle di Gio Ponti vengono illustrate anche le collaborazioni con aziende canturine di Franco Albini, Tomaso Buzzi, Michele Marelli, Emilio Lancia, Paolo Buffa, Luigi Daneri.
Gio Ponti per la seconda Selettiva di Cantù, nel 1957 |
In contemporanea con la mostra le Edizioni Cantorium pubblicano il volume “Gio Ponti e Cantù. 1923-1973. Design e artigianato del mobile dalla Rinascente alla Selettiva” a cura di Tiziano Casartelli, che nella sua introduzione scrive tra l’altro:
“Della collaborazione di alcune aziende canturine con Gio Ponti, Emilio Lancia, Franco Albini, Tommaso Buzzi e altri progettisti lombardi di primo piano si era a conoscenza da tempo, ma soltanto recentemente si è potuto appurare la precocità, la portata e la loro importanza nel rinnovamento della manifattura del mobile, riconoscendo a questi rapporti, peraltro contrassegnati dai primi tentativi di produzione in piccola serie, l’atto preliminare di un percorso lungo il quale già si intravvedeva il terreno su cui, più tardi, si sarebbe sviluppato il design italiano.
L’importanza di queste collaborazioni – se si accetta il giudizio di “Domus” secondo cui negli anni Trenta Cantù poteva essere considerato il principale centro mobiliero italiano – superano la ristretta sfera locale per assumere una ben più ampia dimensione.
Centrale, in questo rinnovamento, è la figura di Gio Ponti, sia per la precocità del suo approccio con Cantù, risalente alla primavera del 1923, che per l’indiscussa influenza sul sistema produttivo. Un sodalizio che, pur con la discontinuità imposta dalla multiforme articolazione della sua attività professionale, attraversa cinquant’anni di storia, spingendosi sino alla sua partecipazione, nel 1973, all’esposizione “I grandi designers”, nell’ambito della Decima Selettiva.
Principale interlocutore di Ponti è la ditta Paolo Lietti e Figli, ai vertici dei produttori canturini: riconosciuta l’accuratezza del lavoro svolto, la perizia esecutiva e, nondimeno, la capacità nell’interpretazione dei disegni, Ponti se ne giovò per la realizzazione dei suoi primi progetti d’arredo: dai mobili di lusso per singoli committenti, alla produzione di piccola serie per La Rinascente, sino agli arredi per le sue abitazioni. Otto anni di proficua e intensa collaborazione.
Una volta tracciata, la via aperta da Ponti condusse nel centro brianteo gran parte del mondo professionale e imprenditoriale che gravitava intorno alla sua figura o ai suoi collaboratori: da Tomaso Buzzi e Paolo Buffa a Franco Albini e Giancarlo Palanti, tra i progettisti; dai fratelli Borletti alla famiglia Falck all’aviatore Ferrarin tra la clientela”.
Gio Ponti e Cantù. 1923-1973. Design e artigianato del mobile dalla Rinascente alla Selettiva
Quando 30 settembre – 22 ottobre 2017
Dove Palazzo Permanente Mobili, piazza Garibaldi, Cantù