La fabbrica di Facebook

La nuova economia non è solo virtuale e il cloud dove risiedono sempre più dati è molto più solido e concreto delle nuvole in cielo. È fatto di infrastrutture e server che consumano energia, producono calore e occupano spazio. Come i datacenter di Facebook, in costante crescita per ospitare le bacheche di 900 milioni di utenti che ogni giorno vi aggiungono più di 300 milioni di foto. Abbiamo visitato quello di Prineville, una cittadina di 10mila abitanti nell’Oregon centrale, conosciuta solo per il clima arido e il paesaggio desertico, progettato dallo studio specializzato di Chicago Sheehan Partners, Ltd, sotto la diretta supervisione del team infrastrutture di Facebook e in collaborazione con Alfa Tech Consulting Enterprise e Peoples Associates Structural Engineers per gli impianti e le strutture. Il primo interamente di proprietà di Facebook, che ha sviluppato propri sistemi e architetture hardware che hanno già portato a risparmi in termini di consumi di energia del 38% e di costi del 24%. Vi sono edifici che già dalla forma devono dichiarare la loro funzione e altri volutamente anonimi. Tra questi, anche per ragioni di sicurezza, le migliaia di datacenter sparsi per il mondo per conservare, gestire e alimentare la fame di dati della nuova economia. Non è questo il caso del datacenter di Prineville, Da un paio d’anni infatti, con l’Open Compute Project, Facebook ha adottato il modello di trasparenza e condivisione dei software Open Source, aprendo alla comunità mondiale di tecnici e ingegneri IT tutte le specifiche di infrastruttura messe a punto in-house. Ai vantaggi di questa scelta – la possibilità di contare su un numero di cervelli molto più ampio di quello dei soli dipendenti della società per migliorare i progetti futuri – si aggiungono motivi “di immagine” legati alla recente quotazione in Borsa. Così il primo datacenter interamente di proprietà di Facebook (gli altri sono in affitto, mentre è già stato annunciato l’ampliamento di Prineville e la costruzione di due nuovi datacenter, in North Carolina e in Svezia) è diventato una sorta di nave ammiraglia, a dimostrare l’openness di Facebook e la sua attenzione verso l’ambiente. Modellato su esempio delle tradizionali costruzioni del deserto, con muri esterni ciechi che proteggono le corti interne e gli edifici dai venti, il complesso è delimitato da megaliti lisci e puliti in cemento che riprende i toni del paesaggio circostante, i cui colori si riflettono nella vetrata trasparente a tutta altezza della zona di ingresso, che prosegue in profondità fino alla corte interna su cui si aprono gli uffici, in parte selettivamente opacizzata dove è richiesta maggiore privacy. 

 

Una corte interna contribuisce all´illuminazione naturale degli uffici, riduce l´effetto “isola di calore” e offre spazi esterni di relax. Sul fondo il contenitore di acqua piovana usata per i servizi e l´irrigazione. 

 

Ogni postazione di lavoro riceve luce naturale da almeno due direzioni. Oltre che nei punti in cui il cantiere ha recato disturbo all’ambiente, Il paesaggio locale e la vegetazione sono stati ricostruiti nella corte interna degli uffici, un giardino con acqua delimitato su un lato da una grande cisterna (38.000 litri) di raccolta delle acque meteoriche a servizio degli impianti igienici e di irrigazione. Il cuore del datacenter è ovviamente la sala dei server, che occupano 13.600 mq del complesso, ovvero tutto il piano terra con l’esclusione dei 2.100 mq degli uffici. Per avere un’idea delle dimensioni, della domanda di energia e del calore prodotto in quest’area possiamo immaginare 42 computer, molto più potenti del nostro laptop, messi uno sull’altro come in un Lego a formare una scaffalatura (rack). 28 rack fanno una fila. Il datacenter contiene 4 blocchi di 56 file. La soluzione adottata per mantenere questa armata di computer alla temperatura costante di 22°C è semplice ma innovativa: l’intero blocco dei computer e il piano superiore, occupato dagli impianti, sono concepiti come un’unica, grande unità di trattamento aria (AHU), con l’architettura che ne riveste e avvolge i flussi. Lungo l’intera facciata ovest del piano destinato agli impianti, che poggia sul basamento in cemento armato della sala server, sono disposte prese d’aria, mentre gli scarichi si trovano tutti sulla facciata opposta. Zero consumo di energia per il raffrescamento meccanico: l’aria esterna che entra dalle prese si mescola con l’aria calda di ritorno, viene filtrata, umidificata o ulteriormente raffrescata con acqua polverizzata ad alta pressione prima di essere indirizzata verso la sottostante sala dei server. Qui, ventole applicate ad ogni singolo rack dirigono l’aria fresca sui processori dei server. Riscaldandosi, l’aria sale verso l’alto facendo ritorno al piano degli impianti. I ventilatori dei due ambienti agiscono in coordinamento tra loro, e un sistema automatico di gestione ne regola la velocità per definire umidità e temperatura del mix di aria immessa nella sala server. Recuperatori estraggono il calore dall’aria di scarico prima che venga espulsa per riutilizzarlo durante la notte e nella stagione fredda per riscaldare l’aria in ingresso e gli uffici. Ogni elemento dell’edificio, incluso il suo stesso volume, è stato disegnato per ottimizzare questi flussi continui. L’edificio ha ottenuto le certificazioni LEED Gold e Energy Star.

SHEEHAN PARTNERS, LTD

Sheehan Partners, Ltd, con sede a Chicago e lavori in tutti gli stati Uniti, è stato fondato nel 2004 da Neil Sheehan per progettare soluzioni architettoniche innovative e funzionali alle esigenze costruttive e alle specifiche necessità dei committenti. Lo studio – 20 professionisti che operano in un ambiente altamente collaborativo – è specializzato nella realizzazione di datacenter e altre operazioni “mission critical”, affinando costantemente i dettagli e i mezzi per trasmettere le soluzioni progettuali ai diversi attori della filiera costruttiva. sheehan Partners Architects è stato premiato dall’AIA di Chicago con il Distinguished Building Awards e l’Interior Design Awards e dalla rivista Architectural Record con il premio “Good Design is Good Business Award”. 

 

FACEBOOK PRINEVILLE DATACENTER

Località Prineville, Or
Anno di realizzazione 2011
Slp 26.700 mq (13.600 mq l’area dedicata ai server; annunciata un’espansione per ulteriori 15.000 mq)
Coordinamento e direzione lavori Facebook Infrastructure team
Progettazione architettonica Sheehan Partners Architects
Progettazione impiantistica Alfa Tech Consulting Enterprise, San Jose, CA
Progettazione strutturale Peoples Associates structural Engineers, Milpitas, CA

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