LA FUNZIONE NELLA SUA ESSENZA

Dal 7 novembre 2015 al 10 gennaio 2016 Fondazione Prada presenta una mostra antologica dedicata a Gianni Piacentino (Torino, 1945), a cura di Germano Celant. L’esposizione, ospitata nei due livelli del Podium, lo spazio al centro del complesso architettonico milanese della Fondazione, riunisce più di 90 lavori ed esplora il percorso dell’artista seguendo un ordine anticronologico, dalle opere più recenti realizzate nel 2015 fino ai primi lavori datati 1965.

Acrilici su tela degli anni Settanta della serie Wright Brothers (foto Delfino Sisto Legnani, courtesy Fondazione Prada)

 

Il lavoro di Piacentino non s’inscrive in nessuna delle due tendenze dominanti all´epoca dei suoi esordi – Pop art e Minimal art – ma opera, secondo la lettura inedita di questa mostra, una sintesi tra le due. Alla ricerca di un punto d’incontro tra le due correnti, Piacentino trova una risposta nel mondo della velocità e dei mezzi di trasporto come l’automobile, la moto e l’aereo, prodotti della cultura popolare che, pur non appartenendo all’arte pura, sono la testimonianza di un’estetica industriale. 

Come egli stesso afferma, «al centro del mio lavoro c’è sempre la rilevanza del controllo tecnico e matematico. Non mi lascio sedurre dal rimosso e dalle pulsioni». Una coerenza dimostrata dall’attrazione per la disciplina costruttiva che comporta sia eleganza e perfezione, sia la predilezione per un controllo assoluto delle proprietà fisiche e cromatiche dei materiali.

Pearlescent wings, 1969, smalto su legno con sottofondo in resina acrilica, bamboo verniciato, 8 parti assemblate (foto Delfino Sisto Legnani, courtesy Fondazione Prada).

 

Durante il suo percorso artistico, Piacentino si è posto alla guida del processo creativo seguendo, come nel settore del design, tutte le fasi inscritte in uno schema di produzione industriale. Come sostiene Germano Celant, la sua avventura artistica ed estetica rappresenta «un’uscita assoluta dall’imperfezione, dall’istantaneità e dalla casualità del fare arte, per accedere a un universo di perfezione, calcolo e concentrazione, così da poter competere, sul piano del sublime e dell’assoluto, con un veicolo da corsa o da volo».

Alla parete, da sinistra: Deep Ultramarine Blue Portal V, 1966/67; Dull Orange Portal I, 1966; Decorated Light Gray Portal with Nickel Crown and Plate, 1967-72; Metalloid Gray-Brown Fence Object, 1967-68 (foto delfino Sisto Legnani, courtesy Fondazione Prada).

 

 

La mostra è completata da una pubblicazione in 3 volumi a cura di Germano Celant edita dalla Fondazione Prada.

 

Dove

Fondazione Prada, Largo Isarco 2, Milano


Quando

7 novembre 2015 – 10 gennaio 2016


Orari

Dom/Gio 11:00/19:00

Ven/Sab 11:00/22:00


Ingresso 10 euro

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