La nuova architettura di Steven Holl per il Museum of Fine Arts di Houston
Steven Holl Architects ha guidato il team multidisciplinare impegnato nell’espansione del Museum of Fine Arts di Houston, il più grande progetto culturale nordamericano, dando forma a un’esperienza integrale con nuovi paesaggi e luoghi pubblici.
Progettato per ospitare la collezione d’arte moderna e contemporanea, il Nancy and Rich Kinder Building completa l’espansione e la valorizzazione del campus Susan and Fayez S. Sarofim, il campus d’arte del centro di Houston che unisce elementi storici, tra cui una chiesa del 1924, architetture di Ludwig Mies van der Rohe, un edificio di Rafael Moneo e un giardino di sculture di Isamu Noguchi.
Precedentemente, nel 2018, Steven Holl Architects aveva completato la Glassell School of Art, situata accanto al Kinder Building. Quest’ultimo si trova nel triangolo inferiore più estremo del lotto sul quale si sviluppa il campus, ed è il primo edificio che si incontra provenendo dalla strada principale. Il suo ruolo, quindi, diventa quello di far dialogare le architetture della città con quelle dell’istituzione culturale.
Il Nancy and Rich Kinder Building si caratterizza per la sua porosa pianta trapezoidale: una grande piazza coperta completamente aperta cui è possibile accedere da sette diverse aperture che tagliano il perimetro dell’edificio segnandone i punti di ingresso e punteggiando i prospetti.
Quando ci si trova nella nuova hall d’ingresso dell’edificio, si possono vedere i giardini e la vegetazione di Houston in quattro direzioni e sentire l’energia di un nuovo senso di apertura alla comunità.
Uno dei cinque concetti principali di SHA per il Kinder Building, presentati come principi guida nel concorso di progettazione, era quello di creare uno spessore esterno traslucido in contrasto con l’adiacente edificio in vetro e acciaio trasparente di Mies van der Rohe e la pietra opaca dell’edificio di Rafael Moneo.
L’architettura di Holl è infatti in vetro traslucido, sua cifra stilistica, con elementi in vetro curvato che danno alla facciata una consistenza simile a quella dell’alabastro. L’edificio è rivestito da semitubi in vetro – in totale ne sono stati usati 1.103 – disposti verticalmente che di notte lasciano trasparire un leggero bagliore verso città.
Per ottenere in modo nuovo una traslucenza densa, lo studio ha sperimentato con forme semi-opache e trame in luce, mettendo a frutto oltre 40 anni di ricerca sul vetro opaco.
La tecnologia costruttiva di base consiste in pannelli prefabbricati di cemento armato sui quali si agganciano profili di acciaio che, a loro volta, reggono la struttura architettonica di facciata. Ogni elemento cilindrico è stato segato a metà per poi essere unito al ‘foglio’ di acrilico. Successivamente è stato agganciato alla struttura metallica posta sul muro come un normale componente di una facciata ventilata.
La facciata a tubo è stata concepita tenendo presente il paesaggio circostante di querce.
La superficie bianca curva della facciata funge da schermo per le ombre degli alberi alla luce diretta e fornisce un riflesso satinato del paesaggio verde e del cielo blu alla luce indiretta.
La geometria semicircolare che fornisce la resistenza strutturale è stata analizzata in profondità sia dagli ingegneri interni sia dallo studio Knippershelbig. Allo stesso tempo, sono stati studiati i potenziali ecologici di questo sistema con gli ingegneri di Transsolar, posizionando i tubi fuori dalla parete esterna per creare una cavità larga un metro aperta nella parte superiore e inferiore.
La ridotta trasmissività del vetro traslucido fa rimbalzare gran parte del guadagno solare sulla facciata. Il guadagno di calore, attraverso i tubi nell’intercapedine, viene scaricato nella parte superiore del tetto.
Ai due piani superiori, il percorso espositivo gode della luce naturale filtrata dal rivestimento esterno e lasciata entrare dall’alto, in modo preciso e con grande qualità.
L’attenzione è interamente posta sull’ingresso della luce, e in questo partecipano anche le parti inferiori del soffitto.
Con curve concave, lo studio è riuscito a realizzare il soffitto che in tutto e per tutto sembra fluttuare: l’anima di acciaio è nascosta, si leggono solo i tagli di luce.
Le parti inferiori del soffitto curvo diventano riflettori di luce, catturando e facendo scorrere la luce attraverso le gallerie. Piuttosto che meccanica e ripetitiva, la luce scorre, riecheggiando il movimento attraverso gli spazi.
Crediti di progetto
Committente The Museum of Fine Arts, Houston
Architettura Steven Holl Architects (Steven Holl, Chris McVoy, Olaf Schmidt, Filipe Taboada)
Team di progetto Rychiee Espinosa, Yiqing Zhao, Lourenzo Amaro de Oliveira, Garrick Ambrose, Xi Chen, Carolina Cohen Freue, JongSeo Lee, Vahe Markosian, Elise Riley, Christopher Rotman, Yun Shi, Alfonso Simelio, Dimitra Tsachrelia, Yasmin Vobis
Architetti associati Kendall/Heaton Associates
Project manager Legends
Ingegnere strutturale Guy Nordenson & Associates, Cardno
MEP ICOR Associates
Ingegneria ambientale Transsolar
Consulente per l’illuminazione L’Observatoire International
Consulente per la facciata Knippershelbig
Stimatore dei costi Venue Cost Consultants